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La mer, la fin...

mercoledì 31 dicembre 2008

Guerra. Pacifismo e lucidità di analisi.

Mi domando come si faccia ad essere equidistanti in una situazione del genere: il bilancio dei morti palestinesi rispetti a quelli israeliani è in questo momento di 360 a poche unità, per tralasciare il computo dei feriti e la conseguente esplosione di strutture mediche che già operavano in situazione già drammatiche prima dell'esplosione di quella che viene già chiamata la terza intifada.
Che nella Striscia di Gaza non siano tutti simpatizzanti di Hammas è noto ma è altrettanto chiaro che il dolore delle famiglie delle vittime finisca per alimentare l'odio verso Israele e ingrossare e le fila dell'integralismo islamico.
Da un partito integralista mi posso aspettare di tutto, non giustificando in nessun modo le aggressioni e anzi condannandole fermamente, interrogandomi però di quali siano le radici dell'odio; come negare che la nascita dello stato ebraico abbia sconvolto la geopolitica del Medioriente per sempre?
Nel tutelare il diritto al ritorno degli ebrei nelle terre di Israele, si sarebbe dovuto tenere conto di quei popoli che in quelle terre vivevano legittimamente da centinaia di anni; la convivenza pacifica sarebbe stata forse possibile ma si è scelto di cacciare i palestinesi. Punto.
Da un paese democratico, erede delle tragedie dell'Olocausto e della persecuzione (anche da parte cattolica) degli ebrei in giro per il mondo,mi aspetterei anzi pretendo di più, molto di più, certo non le "uccisioni mirate" di esponenti palestinesi o reazioni spropositate come questa perchè altrimenti aveva ragione il presidente Truman ha sganciare atomiche su Hiroshima e Nagasaki per risparmiare le vite dei soldati americani.
Un pacifista che manifesta oggi dovrebbe farlo nel ricordo di Rachel Corrie, pacifista statunitense, morta sotto i cingoli di un bulldozer dell'esercito israeliano, mentre difendeva una casa di un medico palestinese a Rafah.
http://www.rachelcorrie.org/
Andrea Morini


Care-i tutte-i
l'indignazione per quello che sta' accadendo in Palestina è ampia, l'emotività può essere però nemica della lucidità.
Noto anche che esistono, giustamente, nei dibattiti interni , differenziazioni, sul giudizio del terrorismo, che ha molte sfaccettature: da “guerra dei poveri” a “strumento, più o meno palese, degli Imperi”, gli imperi “invece” amano la pace, “ubi solitudinem faciunt, pacem appellant” , dove fanno il deserto, lo chiamano pace
Penso che, in ogni caso, dovremmo evitare di confondere le popolazioni con i governi, o anche semplificare storie e fatti.
Per esempio:
In Israele esiste la minoranza araba, di fatto discriminata politicamente, che rappresenta una contraddizione vivente nella organizzazione statuale.
In Israele esiste una minoranza di studiosi coraggiosi che riporta a galla la verità di un genocidio attuato dal governo alla nascita dello stato, (di allora, quello della sinistra dei Kibbuz) e dall'esercito regolare (e non solo dalle bande fasciste e terroristiche di destra, come la banda Stern di Yitzhak Shamir o l’appena più “rispettabile” Irgun di Menachem Begin) nei confronti dell'inerme popolazione autoctona, e dello stillicidio di assassini di altrettanti inermi profughi che cercavano di tornare alle loro case, esempio luminoso è il professor Pappe, a cui dovrebbe andare tutta la nostra solidarietà, noi che non siamo stati capaci di svelare chi, dal Palazzo, appena un trentennio fa, ha deciso le stragi di Stato, e che ha assassini diventati Capi di Stato con il consenso dei maggiori partiti politici di allora, e che illustrano spudoratamente la loro fellonia.
In Israele, come da noi, ha preso campo, da alcuni decenni, una ideologia integralista economico-religiosa, che sposa il sedicente liberismo all'uso politico delle tradizioni identitarie.Hamas è stata, a suo tempo, favorita dal governo israeliano (così come faceva, quasi contemporaneamente, il governo Usa con i talebani in Afganistan, contro il governo laico di Kabul), per contrastare Fatah che nel frattempo veniva decapitata, con assassini mirati, dei sui leaders più prestigiosi, onesti e validi, e così come è successo in tante lotte di liberazione (ma non solo, lo stesso è successo nella storia delle religioni, dei movimenti e dei partiti politici) restano i più opportunisti, i più accomodanti, i più corrotti.Le guerre sono sempre ignobili, anche se a volte si mascherano di inevitabilità, di giustezza, ed a volte diventano davvero inevitabili e devono essere affrontate.
La prima vittima delle guerre è la verità.
I resoconti dei media, oggi, sono semplicemente osceni, si possono paragonare agli articoli di Julius Streicher sul Der Sturmer che lo stesso Hitler disprezzava come volgari.
L'informazione mediatica del resto è sempre più oscena, anche nei luoghi dove, apparentemente, regna la pace: ho recentemente denunciato lo sporco lavoro di un giovane, brillante e “sinistro” giornalista “scientifico” che come regalo di Natale ci ha fatto sapere come si possono fare inceneritori rispettosi dell'ambiente e della salute.
Cerchiamo contatti e diamo spazi a chi dissente, specie nei luoghi dove il dissentire significa rischiare concretamente la vita.
Dalla parte dei deboli.
Dalla parte degli ultimi.
Michelangiolo Bolognini

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