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La mer, la fin...

martedì 23 dicembre 2008

Prato. Economia: tra gli squali

Non rimarcheremo mai abbastanza che sarebbe pure l'ora di fare dei nomi, degli squali come dei pesci che abboccano, anche solo per una questione di trasparenza!
Di certo, tra comportamenti scorretti, "internazionalizzazioni" che corrispondono sempre a trasferimenti di buona parte della produzione all'estero, lavoro nero, e chi più ne ha più ne metta, emerge un panorama ben diverso da quello di un distretto in crisi ma sano nelle sue fondamenta.
Come scrisse Shakespeare, "c'è del marcio in Danimarca"... E forse, prima di pensare all'illegalità dei cinesi, sarebbe bene risanare profondamente l'economia e la società pratese. In un contesto diverso, e il condizionale è d'obbligo, forse anche queste attività troverebbero meno spazi.
MV

da il Tirreno del 23/12/08
Il distretto s’interroga sui lanifici-squalo

Il presidente Marini: «Le aziende dicano no alle tariffe indecenti»
Responsabilità solidale A favore Cna, Pd, Cecchi Vignali e Lombardi

PRATO. La denuncia dei lanifici-squalo dell’imprenditore Guido Pagliai scuote il distretto e stimola il dibattito. Il presidente degli industriali Riccardo Marini fa sapere con un comunicato come le aziende, terziste o committenti, abbiano «il dovere morale e il diritto legale di dire no a “proposte indecenti”. Lungo l’elenco di chi la pensa come Pagliai. Si va dal presidente provinciale di Federmoda Roberto Fabbri agli imprenditori Ivo Vignali, Renato Cecchi e Giampiero Lombardi (Assotex). E anche il Pd dice la sua sposando la proposta di Brezzo (Filtea-Cgil) di creare un tavolo per il rispetto delle regole.
Riccardo Marini, presidente degli industriali. «Siamo tutti imprenditori - commenta il presidente dell’Unione - sia i committenti sia i terzisti e tutti operiamo in un regime di libero mercato. E questo deve essere il punto di partenza di qualsiasi ragionamento». Marini poi spiega che il fatto che un’azienda versi o meno in pessime acque non sposta il problema e che «tutti dobbiamo saper fare i nostri conti e essere determinati a rispettare gli equilibri dei nostri bilanci. Parlare di tariffe che poi si tradurrebbero in cartelli non è né possibile né legale». Segue nell’intervento del presidente un plauso al lavoro del tavolo di filiera coordinato da Cangioli e della sezione produttori di tessuto presieduta da Ciardi. Sulla responsabilità solidale invece Marini sottolinea come «il nodo sia intricato a causa dell’assenza di perfezionamento della legislazione» e fa sapere che il tavolo di filiera «ha stabilito di approfondire le possibili opportunità della legge Biagi». E nel frattempo - aggiunge il presidente dell’Unione - «isoliamo quella minoranza che chiede l’impossibile dicendo di no senza sparare nel mucchio delle organizzazioni che lavorano per migliorare le cose. Altrimenti rischiamo di fare non gli squali ma i polli di Renzo che si beccano tra di loro mentre sono portati al macello».
Roberto Fabbri, presidente provinciale di Federmoda Cna. «Cambiare la testa di chi ci ha portato a questo punto - commenta - non è facile. Vanno disincentivati i vecchi metodi e la legge Biagi e quella di subfornitura ci aiuterebbero parecchio. E anche questo lo diciamo da tempo: se non è realta è perché vi è ancora la difficoltà del mercato dei contoterzisti a uscire dal ricatto che li rende deboli, non sarebbe difficile farlo se si capisse che la promessa di tempi migliori non si realizzerà in questo sistema di rapporti con i committenti». Poi l’invito alla Camera di commercio «a essere più concreta nel riprendere la strada avviata da Rinfreschi» e all’associazione degli imprenditori «di accordarsi per emarginare dai propri livelli dirigenti chi continua a danneggiare le famiglie».
Il Partito Democratico. Il Pd rilancia la proposta di Brezzo (Filtea-Cgil) di un tavolo comune con tutti gli attori del tessile e gli enti di controllo. «Occorre - dichiara Alessio Beltrame, responsabile del lavoro per il Pd - un giro di vite sulla questione del rispetto delle regole. Bisogna intervenire con la responsabilità solidale sulla concorrenza tra imprese che rischia di dare il colpo di grazia a un tessile già in difficoltà e al contempo serve un forte impegno per difendere le aziende virtuose».
Gli imprenditori: Lombardo, Cecchi e Vignali. «L’intervento di Pagliai - dice Vignali - è centrato rispetto alla situazione. Sono temi di cui si parla da anni e risultati non ne abbiamo avuti. E’ indubbio che l’Unione sia ingessata dalle posizioni diverse dei suoi soci. All’interno ci sono tanti imprenditori corretti ma anche altri che lo sono meno. E i terzisti purtroppo contano meno e sono costretti a soccombere a chi fa la voce più grossa». Giampiero Lombardi, titolare del lanificio Assotex, invece preferisce chiamare i lanifici-squalo con il nome di Cavalieri dell’Apocalisse. «Sono d’accordo con Pagliai - commenta - e credo che l’Unione pur non essendo la polizia dovrebbe far rispettare le regole dai suoi soci buttando fuori dall’associazione chi non lo fa». E un apprezzamento per le parole di Pagliai arrivano anche da Renato Cecchi della Santo Stefano. «Come non condividere ciò che ha detto Pagliai? Io stesso quelle cose le ho dette e ripetute più volte».
I.R.

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