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La mer, la fin...

giovedì 28 maggio 2009

No G8. Tutti a Roma gli Intolleranti al razzismo.

G8 a Roma tra misure di sicurezza e manifestazioni di protesta
notizia Reuters

di Antonella Cinelli


Si apre domani a Roma tra ingenti misure di sicurezza il G8 di Giustizia e Interno, mentre già oggi hanno preso il via una serie di azioni di protesta che culmineranno nella manifestazione contro il razzismo di sabato pomeriggio.
Gli agenti messi in campo per garantire la sicurezza in questi giorni saranno quasi 6mila, ma secondo gli addetti ai lavori non ci sono, al momento, segnali che facciano pensare a possibili scontri come quelli in cui nei giorni scorsi a Torino, al G8 dell'Università, sono rimaste ferite 24 persone.
Il vertice di Roma, dove i ministri della Giustizia e dell'Interno Angelino Alfano e Roberto Maroni accoglieranno sedici delegazioni e tra gli altri il commissario europeo Jacques Barrot, domani sarà incentrato su criminalità organizzata - cybercrime compreso - e immigrazione, mentre sabato mattina sarà la volta di sicurezza urbana e lotta al terrorismo.
Intanto la "Rete No G8" ha già cominciato a manifestare, a Roma e in altre città, con lo slogan "intolleranti al razzismo, per abbattere muri e frontiere, per una cittadinanza globale".
"Già da oggi stiamo mettendo in atto azioni decentrate sul territorio, e non solo a Roma, contro il 'pacchetto sicurezza' e per i diritti", ha detto a Reuters Irene Di Noto, portavoce della Rete No G8. Domani, dalle 17 alle 20, sarà la volta di una manifestazione al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Ponte Galeria, alla periferia di Roma, dove nella notte tra il 6 e il 7 maggio una donna si è tolta la vita.
"Sarà un 'assedio sonoro'. Comunicheremo con chi è chiuso nel centro, e poi ci sarà un volantinaggio perché la gente sappia come si vive lì dentro", ha aggiunto la portavoce degli anti-G8, che protestano contro "classi separate, autobus separati, medici spia, presidi spia, reato di clandestinità, sindaci sceriffo, 'sicurezza partecipata', esercito nelle strade, militarismo civico, checkpoint metropolitani", come recita una locandina che invita alla manifestazione di sabato.
"SABATO ALMENO 10MILA PERSONE"
"Pensiamo che sarà una manifestazione molto partecipata, credo almeno 10mila persone", spiega Di Noto, anche se è difficile fare stime al momento.
La manifestazione prenderà il via alle 15 da Porta Maggiore, per snodarsi attraverso luoghi con una forte presenza di immigrati, come Piazza Vittorio, fino alla centralissima Piazza Navona.
"Sarà sì una manifestazione indignata, ma assolutamente pacifica", garantiscono gli organizzatori, che proprio per evitare problemi metteranno in campo un nutrito servizio d'ordine.
In effetti dopo un incontro al Viminale per fare il punto sulla situazione e sulle misure da adottare per garantire la sicurezza, gli addetti ai lavori si dicono "cautamente" ottimisti.
"Ad oggi non ci sono segnali concreti che facciano pensare a qualcosa di eccezionale", spiega Giuseppe De Matteis, segretario nazionale del Siulp, principale sindacato di polizia. Precisando però che bisogna "tener conto del disagio sociale: questa può essere un'ottima platea per eventuali azioni estreme".
Ma, sottolinea De Matteis, "è stato fatto il massimo per questo vertice", non solo per i circa 5.800 uomini messi in campo tra agenti, carabinieri e vigili, ma anche per il lavoro di intelligence fatto in precedenza.
"Non c'è preoccupazione eccessiva. Il clima sembra buono. Ma diventa sempre più difficile prevedere cosa succederà, perché bastano 50-100 antagonisti per creare confusione", commenta Massimo Montebove, portavoce del Sap.
Parla di un evento che dovrebbe svolgersi "nell'ordinarietà" anche Claudio Giardullo, segretario generale Silp.
LA PROVOCAZIONE DEGLI AGENTI: "SCIOPERIAMO"
Una provocazione, intanto, è arrivata proprio da alcuni poliziotti, e più precisamente dal Movimento per la sicurezza (Mps), un sindacato di recente formazione che raccoglie un migliaio di agenti per lo più dei Reparti mobili, che stanchi di non vedersi pagare gli straordinari e di non ricevere dotazioni adeguate hanno minacciato di scioperare proprio in occasione della manifestazione di sabato.
"Gli straordinari per gli operatori dei reparti mobili non vengono pagati da cinque mesi, mentre continuiamo a fare turni di 12-16 ore continuative. Ci erano state promesse dotazioni protettive che non sono mai arrivate. E siamo alla soglia di un nuovo impegno internazionale, con il clima che abbiamo visto a Torino, dove la questione è stata 'politica': il problema non era certo la nostra capacità tecnica di gestire la situazione", dice Adolfo Guglielmi, segretario generale di Mps.
"Sabato lavoreremo, stando ben attenti a tutelare sì l'ordine pubblico, ma prima di tutto la nostra integrità fisica", aggiunge Guglielmi.
E un po' di malessere tra le fila della polizia per certi "ordini di scuderia" sembra in effetti esserci.
"Non vorremmo si passasse da atteggiamenti eccessivamente repressivi ad atteggiamenti eccessivamente tolleranti. A Torino l'impressione è stata che gli oltre 20 agenti feriti siano stati un prezzo da pagare: meglio loro che gli antagonisti", spiega Montebove.
"In molti casi si sarebbero potute fare delle cariche contro i - pochi - manifestanti violenti, ma si è preferito tenere fermi i reparti e subire lanci di pietre ed estintori. Non a caso il bilancio dei feriti è stato di 22 tra poliziotti e carabinieri e 1 solo manifestante. Certo, politicamente è vantaggioso...".
E anche se "nessun poliziotto dei sindacati rappresentativi (Siulp, Sap, Silp, ndr) ha intenzione di fare neanche un secondo di sciopero", dice Giardullo, il problema esiste: "Il governo non sta pagando ed è in ritardo terribile su una serie di provvedimenti... insiste nel buttare i soldi dalla finestra in operazioni di facciata, e intanto si chiudono i commissariati. Mi pare singolare nel Paese del G8".

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