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La mer, la fin...

sabato 30 maggio 2009

Prato. Colate di cemento e tramvie

Municipio Verde, insieme al gruppo dei 38-1, aveva già denunciato il rischio della colata di cemento nelle osservazioni alla Variante presentate nell'autunno scorso.
Ora, tutto si conferma...
MV

da il Tirreno del 30/05/09
Il deposito del tram va alla stazione

L’ultimo atto della giunta Romagnoli blocca il progetto Frasconi

Nel Regolamento urbanistico della variante Declassata, accanto al McDonald’s, una colata di cemento

PRATO. L’ultimo atto della giunta Romagnoli è un omaggio al buon senso. Voluta dal sindaco, dopo qualche tensione con gli uffici tecnici dei Lavori pubblici, la delibera di indirizzo è datata 21 maggio: brevissima e altrettanto chiara. L’argomento è quello tutt’ora “caldo” della tramvia - tanto cara al dirigente Opere pubbliche Lorenzo Frasconi - del suo tracciato e dell’enorme deposito dei mezzi che si prevede debba essere costruito. La giunta uscente ha messo due “paletti”. Il primo riguarda l’ubicazione del deposito, previsto alle Badie: «Devono essere prese in considerazione e analizzate soluzioni alternative - spiega la delibera - in primo luogo la possibilità di una sua collocazione nell’area attualmente occupata dallo scalo merci nell’area della stazione centrale».
Se deposito del tram deve essere, dunque, non dovrà nascere in altri luoghi se non nella zona, a medesima vocazione, della stazione centrale. Secondo: «Subordinare qualunque provvedimento attuativo del progetto all’approfondimento del consiglio comunale (il prossimo, ovviamente ndr) e al processo di informazione e consultazione pubblica». Quindi, riassumendo: deposito del tram alla stazione, ma solo dopo l’approvazione del nuovo consiglio comunale che verrà votato il 6 e 7 giugno che a sua volta dovrà subordinare le sue decisoni a una vasta consultazione popolare.
Ma perché è stato necessario, all’ultimo tuffo, scrivere nero su bianco la volontà politica dell’amministrazione uscente su un argomento così delicato? Per la determinazione di Frasconi a portare avanti il pacchetto-progetto tramvia così com’è, da un lato, e dall’altro, per alcune ambiguità della documentazione dell’Ufficio di piano retto da Riccardo Pecorario.
Per capire bisogna fare qualche passo indietro. Tornare al 18 novembre dell’anno scorso, data di approvazione del progetto definitivo di tramvia - contestata da mezza città ma necessaria per acquisire una prima tranche di fondi per le infrastrutture - che prevedeva la localizzazione del deposito alle Badie, «a est di via Leonardo da Vinci, in adiacenza dell’autostrada A11»; alla successiva - è di poche mesi fa - approvazione della variante Declassata nella quale ricompare il deposito alle Badie, collocazione che viene definita, nelle risposte dei tecnici alle osservazioni, allarmate, della Circoscrizione Sud già alle prese con il nuovo deposito Cap, «puramente indicativa» in attesa delle definizione dei progetto che riguardano le infrastrutture.
Ma il deposito del tram rispunta, per la terza volta, anche in quello che dovrebbe essere lo strumento di attuazione della variante Declassata, ovvero la variante al Regolamento urbanistico, adottata poche settimane fa. Ancora. A pagina 5 del regolamento, all’articolo 109 “Progetto norma 11.2 Declassa” nella sezione inerente il nodo 1, appunto quello che prende in considerazione tutta l’area del futuro polo espositivo e dintorni, si legge: «Aree a sud-est dell’incrocio tra Declassata e via Berlinguer (via del Porcile ndr): la connessione del sistema ambientale potrà essere interessata da infrastrutture di servizio connesse al trasporto pubblico e svolgere una funzione integrativa delle attività espositive dell’area (museo Pecci, centro polivalente)». Insomma il deposito del tram, ma questa volta indicato con un “giro di parole”.
Ma su quel pezzetto di città - proprio lo stesso dove oggi c’è il McDonald’s con relativo parcheggio che resterebbero - il progetto degli uffici dei Lavori pubblici e dell’Urbanistica, è ben più vasto. La lettura delle tavole non è semplice ma guardando bene i numeri, il “disegno” diventa più che comprensibile. Sempre in via del Porcile, dove c’è il fast food, dove dovrebbe nascere, secondo i tecnici, il deposito del tram, e dove oggi c’è un’area verde che, secondo il piano Secchi, avrebbe dovuto ospitare il parco delle sculture, è stato istituito un diritto edificatorio enorme (è prerogativa della variante darne di nuovi su terreni “vergini” o modificare quelli pregressi). Nel caso di via del Porcile il diritto è pari a 20.375 mq di costruito a destinazione direzionale, che in metri cubi diventano 62mila e che in pratica danno la possibilità di realizzare un mega edificio di oltre 250 metri di lunghezza (più di due campi da calcio messi in fila), ampio venti metri e alto quattro piani. E per essere ancora più precisi, gli estensori del nuovo regolameno urbanistico precisano: «Verrà realizzato un edificio per attività direzionale e di servizio che segnerà l’ingresso della città e che dovrà dialogare con il museo Pecci collocato sul lato opposto della Declassata». Non è una colata di cemento?
Cristina Orsini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...e per i cittadini, "si salvi chi può"!

Francesco Fedi

Anonimo ha detto...

I Cittadini hanno quel che si meritano....

Chi delega senza preoccuparsi di controllare l' operato dei propri delegati di solito prima o poi finisce cosi' ed e' inutile che poi si metta a piangere e protestare...

E anche io me lo merito perchè avrei potuto interessarmene prima.

Alex