TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 27 maggio 2009

Prato. Numeri da paura

Non ci pare ci sia bisogno di particolari commenti...
MV

da il Tirreno del 27/05/09
In sei anni dimezzati i lavoratori tessili

Un terzo degli occupati usufruisce degli ammortizzatori sociali
Cambiano anche le dimensioni aziendali e la media scende sotto i 15 dipendenti Filtea Cgil: «Così diminuiscono i diritti»
PRATO. Prato in sei anni ha perso il 40 per cento della propria occupazione tessile e nel 2009 si avvia a scendere sotto il 50 per cento. Dei posti di lavoro rimasti più di un terzo è sostenuto dagli ammortizzatori sociali e una parte sempre maggiore degli addetti sta passando dalla condizione di cassa integrato a quella di licenziato. Eccoli i nuovi dati sulla scivolata del tessile cominciata con la crisi nel 2003 elaborati dalla Filtea Cgil e consegnati nei giorni scorsi al sottosegretario al lavoro Pasquale Viespoli.
Due le caratteristiche che contraddistinguono il 2009 rispetto agli altri anni di crisi che si possono desumere dalla relazione del sindacato dei tessili. La prima è quella che l’erosione continua dei posti di lavoro sta trasformando la geografia delle aziende che hanno visto ridurre le dimensioni medie: le ditte artigiane hanno una media di 3,70 addetti medi mentre quelle dell’industria ne hanno 12,4. Questa diminuzione ha fatto sì che la metà dei lavoratori ha fatto regredire le tutele di un gran numero dei dipendenti ancora in forza escludendoli dalla possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali più “forti” previsti per le aziende con più di 15 dipendenti.
Il secondo problema riguarda quei lavoratori che hanno finito gli ammortizzatori sociali e che da quest’anno si troveranno senza più paracaduti dal punto di vista del salario.
«Il 2008 - si legge nella relazione del sindacato - ha visto nelle imprese industriali con più di 15 dipendenti 29 procedure di mobilità con il licenziamento di 389 lavoratori e l’attivazione della cassa integrazione straordinaria da parte di 20 aziende che hanno posto in cigs un totale di 607 addetti. Questo trend ha subito un ulteriore accelerazione nel 2009. Nel primo trimestre infatti si sono concluse sette procedure di mobilità coinvolgenti 318 dipendenti di cui 202 dichiarati esuberi e 20 procedure di mobilità con cigs coinvolgenti 800 dipendenti di cui 350 dichiarati in esubero. La situazione vede oggi quindi, nelle aziende tessili di maggiori dimensioni, oltre 1.400 dipendenti di cui più di 800 in procinto di essere licenziati alla scadenza dei 12 mesi previsti».
Una situazione drammatica a cui vanno sommati i dati delle aziende con meno di 15 dipendenti. «Nel periodo gennaio-luglio 2008 - spiegano ancora alla Filtea Cgil - avevano fruito della cassa integrazione in deroga 3.517 dipendenti con 751 licenziamenti.
Nel 2009 sono stati firmati 135 accordi con 120 aziende per un totale di 1.397 dipendenti nell’industria e 1005 accordi con 309 aziende per un totale di 1.274 dipendenti dell’artigianato. I licenziamenti al 31 marzo sono stati 750».
Ogni mese di fatto 250 persone perdono il lavoro.
Numeri che si aggiungono a un bollettino di guerra. Tra il 2002 e il 2007 (dati Inps) il numero dei dipendenti si è ridotto da 19.636 a 13.397 nelle aziende industriali e da 4.736 a 3.086 nelle aziende artigiane passando da un totale di 24.399 addetti a 16.483 con un saldo negativo del lavoro dipendente di 7.916 posti di lavoro nei cinque anni corrispondente a un terzo dell’occupazione dipendente.
Ile.r.

Nessun commento: