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La mer, la fin...

lunedì 24 marzo 2008

Elezioni. Il vero voto utile.

Questa riflessione sugli esiti del voto è tratta da Liberazione di ieri. Chiediamo, in particolare agli incerti che frequentano questo blog, di prendere in considerazione questo ragionamento che mette decisamente in discussione la propaganda del PD che definisce persi i voti alla Sinistra.
MV

I calcoli dicono che per il Pdl c'è la possibilità di ottenere un numero di senatori che va da un minimo di 155 ad un massimo di 166. La maggioranza è di 161. L'esito dipende dal VERO VOTO UTILE dall'Arcobaleno
Al Senato Berlusconi senza maggioranza, ma solo se La Sinistra L'Arcobaleno va bene.
Tutti i sondaggi oggi dicono che la coalizione di destra (Berlusconi), alla camera, vincerà, sconfiggendo la coalizione di centro (Veltroni), e in questo modo si assicurerà il premio di maggioranza. Vuol dire che Berlusconi, seppure otterrà circa il 43 o 44 per cento dei voti, avrà alla Camera il 55 per cento dei seggi. Cioè una maggioranza sicura. Così dice la legge, anche se sulla costituzionalità ci sarebbe da discutere. La situazione - per una diversa la legge elettorale - è parecchio diversa in Senato. Qui i premi di maggioranza sono regionali.
A conti fatti, sulla base dei risultati probabili, si calcola che Berlusconi potrebbe avere una maggioranza esilissima, forse di un solo seggio o, nel migliore dei casi, di cinque seggi (contando i senatori a vita). Questo se il centrodestra vincerà nel Lazio. Se invece - come non è affatto improbabile - dovesse essere sconfitto nel Lazio, allora Berlusconi non avrà la maggioranza.
In quel caso nessun partito e nessuna coalizione avrà la maggioranza. O si torna alle urne o si deve trovare una formula di grande coalizione, e non è affatto improbabile che su questa soluzione già ci sia un accordo tra Veltroni e Berlusconi.
Comunque il risultato di Berlusconi al senato, in termine di seggi conquistati, sarà negativo in modo direttamente proporzionale al successo della sinistra arcobaleno (e anche della lista di Casini). Cioè: tanti più seggi conquisteranno queste due liste, tanti meno seggi conquisterà Berlusconi). La possibilità che Berlusconi riceva una sconfitta dalle urne dipende eslusivamente da questo: dal successo dell'Arcobaleno, ed eventualmente delle altre liste più piccole, nel Lazio e nelle regioni cosidette "rosse".
Cerchiamo di spiegarvi in modo semplice, e numeri alla mano, il perché di questi calcoli. Partiamo dai seggi sicuri. Tenendo conto che la legge stabilisce in ogni regione il numero di seggi che andrà al partito che vince e il numero dei seggi che andrà a tutti gli altri partiti. Concentriamoci solo sui voti di Berlusconi, dal momento che comunque né il Pd né nessun altro ha la possibilità di avere la maggioranza assoluta in Senato. Diciamo che il centrodestra ha grandi probabilità di vincere in 14 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
Ha altrettante probabilità di perdere in Emilia, Toscana, Umbria (appunto le "regioni rosse") e in Valle d'Aosta (che elegge un solo senatore). C'è l'incertezza del Lazio (che dipende dalla forza della destra di Santanchè, accreditata del 10 per cento, tutti voti sottratti al centrodestra).
Poi c'è il Trentino, dove si vota con un'altra legge, l'uninominale, e le previsioni (vista la forza dell'Svp) sono di un solo seggio su 7 per Berlusconi. Infine i seggi all'estero (probabile pareggio 3 a 3). Risultato elettorale a parte ci sono i senatori a vita: 5 su 8 sono certamente contro Berlusconi, e gli altri 3 (Andreotti, Cossiga e Pininfarina) incerti. I seggi sicuri per Berlusconi, presi nelle regioni dove vince (supponendo che vinca anche nel Lazio), sono 147. A questi si aggiungono i seggi che prenderà in Emilia, Umbria e Toscana: potrebbero essere 13, in caso di cattivo risultato della sinistra e della Rosa Bianca, o solo 10 se Arcobaleno e/o Casini andranno forte. Più il seggio del Trentino. Quindi oscillazione tra 158 e 161 seggi. Più i 3 dall'estero, più, forse, i tre senatori a vita. Quindi oscillazione tra i 161 e i 166 seggi. La maggioranza richiesta in Senato è di 161.
Come vedete siamo sul filo, esattamente come toccò al governo Prodi. E questo nel migliore dei casi, per Berlusconi. Se invece perde il Lazio le cose si complicano assai. Nel Lazio ci sono 15 seggi per chi vince e 12 da dividere tra tutti gli altri. Se Berlusconi non vince, anziché 15 seggi ne avrà la parte da calcolare di 12. Cioè dovrà dividere i 12 con la sinistra (che aspira a 2 o 3 seggi) con Storace (che anche aspira a 2 o 3 seggi), ed eventualmente con Casini (altri due seggi). Gliene restano 6 o addirittura 5 o addirittura 4. Quindi bisogna levare una decina di seggi dal conto che avevamo fatto prima. Vuol dire che - se perde il Lazio, e non è affatto improbabile - Berlusconi avrà al massimo 155 seggi, e al minimo 150.
Piero Sansonetti
da LIBERAZIONE del 23.03.2008

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