TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 20 marzo 2008

Firenze. Varrasi contro la politica dei balocchi.

Riceviamo, pubblichiamo e sottoscriviamo questo intervento di Gianni Varrasi che può valere anche per le nostre orribili giostre e trenini in piazza Duomo.
Municipio Verde

NO AI TRENINI DISNEIANI COME MEZZI DI TRASPORTO PER LE STRADE DI FIRENZE


Abbiamo saputo che, nell’ultima sua riunione, la Giunta comunale ha deciso l’utilizzazione di trenini di modello disneiano come mezzi di trasporto per l’accesso notturno alla ZTL.

Quest’idea, così lontana dal comune sentire e dal gusto fiorentino, sarebbe stata proposta da un gruppo di giovani, accettata dall’assessore Cioni e fatta propria dalla maggioranza della Giunta.
Ci è stata comunicata come tentativo di collegarci a linguaggi nuovi, ludici, leggeri, tipici - secondo quest’ottica - dei nuovi tempi a cui “il vecchio” dovrebbe collegarsi positivamente.

Ma di che si parla? Sentiamo la necessità di alcuni chiarimenti, culturali e politici, che in questa sede accenniamo, ma che chiediamo divengano oggetto di riflessione consiliare attenta e approfondita.

Con questa comunicazione proponiamo a tutti gli assessori un ripensamento sulla decisione, che riteniamo sbagliata e che ci sembra introdurre in città elementi estetici dissonanti e stonati rispetto all’identità di Firenze, allo stile dei suoi palazzi, al comune sentire dei suoi abitanti, alla sua storia millenaria.

Firenze è città di tradizioni e di asprezze, di bellezze e oculatezze, di eleganze misurate e consapevoli, di riservatezze semmai temperate dall’ironia e dal distacco.

La micidiale mescolanza di nuovismo e buonismo che ci sembra abbia invaso una parte del gruppo dirigente politico e che permette l’approvazione del trenino da fiera paesana, senza il filtro della cultura, diviene una mescolanza micidiale per l’estetica cittadina e per la sua stessa identità.

Tra l’altro il nuovismo è offesa alla storia e assoluta presa in giro rispetto alla fatica del cambiamento, alla creatività necessaria per operarlo concretamente, alla necessità di investimenti economici e di idee, mentre il buonismo è certo gradito rispetto alla volgarità e all’odio circolanti di questi tempi, ma è esso stesso un modo semplice per eludere contraddizioni e verità difficili.

C’è in questo periodo della vita sociale e politica del Paese una provocazione insopportabile di una parte dei gruppi dirigenti politici, quella di metterla sullo scherzo o sull’ottimismo sdolcinato alla “paese dei balocchi”: qualcuno affronta il problema del precariato scherzando in maniera inopportuna, altri escludono e rimuovono l’idea di confronto e di conflitto sociale... persino il presidente della prestigiosa ed elegante Repubblica di oltralpe ci ammannisce mediaticamente le sue contraddizioni amorose come antidoto alle carenze di governo... ma dove credono di portarci? Quale favola vogliono affiancare a quella delle tv dei sogni e delle illusioni?
Pensano che non ci sia più nessuno a resistere alle prese in giro del potere, soprattutto quando è così fragile sul terreno culturale?


Il problema dell’accesso notturno alla ZTL è questione seria.
Apprezziamo gli sforzi degli assessori che intendono chiudere tutto il centro storico alle macchine valorizzando il mezzo pubblico e la mobilità ciclabile. E’ opera meritoria e politicamente faticosa.

E’ un progetto positivo e difficile, da concordare con commercianti e artigiani e con chi produce cultura e spettacolo nel centro della città.

Investiamo soldi in bus navetta, meglio se elettrici, in attesa della tramvia che passi per il centro (a che punto è il contenzioso con le imprese che la stanno realizzando?) e dell’attivazione delle linee ferroviarie di superficie.
Lavoriamo su questo, senza scherzi per favore.

Le mettereste nel vostro appartamento in città, all’ingresso, le statuine dei sette nani come elemento distintivo dello stile della vostra famiglia, proprio davanti al salotto, quando vengono gli amici a trovarvi?
Penso che ognuno di noi sorriderebbe infastidito rispetto a questa possibilità.

E allora, per favore, rinunciamo al trenino a Firenze lasciandolo a luoghi più consoni, senza tradizioni e senza bellezza, spazi a pagamento del consumo frenetico, senza pensiero e senza qualità.


Giovanni Varrasi
capogruppo dei Verdi in Palazzo Vecchio

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