TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 29 ottobre 2008

Scuola. A Prato mille in piazza!


Aspettando Roma!
MV

da il Tirreno del 29/10/08
Studenti in piazza senza colori politici

In mille delle Superiori e universitari, tutti contro il decreto Gelmini
«I tagli alla scuola renderanno più povero il nostro Paese. Vogliamo coinvolgere tutta la città»

PRATO. La prova generale della manifestazione di Roma contro il decreto Gelmini è andata bene. Ieri mattina a sfilare per le vie del centro c’erano un migliaio di studenti del Polo pratese dell’università e delle superiori. Gli studenti sono arrivati in piazza Duomo alla spicciolata. E alle dieci in punto, quando sono rintoccate le campane del Duomo, il corteo si è mosso. Con qualche “vaffa” all’indirizzo della ministra Gelmini e con tanti striscioni e slogan che aggiornavano quelli già sentiti nelle manifestazioni studentesche del passato. Ad aprire il corteo, gli studenti del polo universitario, seguiti da quelli delle scuole superiori che hanno affidato allo striscione “nè sinistra nè destra, studenti in protesta” il senso di questa manifestazione.
Perché quello che caratterizza l’ondata di protesta contro i decreti 133 e 137 è la trasversalità politica degli studenti che partecipano alle manifestazioni. Chi era ieri mattina a quella pratese ha visto giovani sfilare con la tuta della Folgore accanto a ragazzi con la kefia al collo. Ma soprattutto, ha visto studenti consapevoli di quello che stavano urlando. E ben organizzati. «Abbiamo chiesto al preside di poter utilizzare uno spazio autogestito - raccontano Francesco Meucci e Diego Blasi del Datini - per organizzare attività e riunioni anche con gli studenti delle altre scuole e creare un coordinamento che sappia davvero di cosa stiamo parlando. Un movimento che non ha colori politici, ma soltanto una bandiera bianca». C’era invece un’equazione quasi matematica nello striscione degli studenti del Polo universitario pratese, un’equazione che va dai finaziamenti alla scuola al Pil. «I finanziamenti permettono la ricerca che a sua volta è sinonimo di progresso che crea competitività e lavoro e quindi produce Pil - spiegano - mentre all’università sono stati applicati subito tagli indiscriminati, senza valutare le posizioni delle varie facoltà o dei vari poli». Gli studenti dell’università si riconoscevano nella fiumana di giovani che hanno sfilato per il centro per le loro magliette gialle, quelle con su scritto “No alla 133”. Fiumana che non sarebbe stata tale se alla manifestazione organizzata dagli universitari non avessero partecipato quelli delle superiori che non sono stati zitti nemmeno un minuto, e che hanno rimepito l’aria della mattinata pratese con cori da stadio e slogan. Fino al sit-in improvvisato alla fine del viale Piave, dove, per qualche minuto, le auto e la Lam hanno dovuto aspettare che il corteo riprendesse la sua marcia. «Studenti delle superiori - dicono gli univesritari - che dobbiamo davvero ringraziare per la loro adesione a questa protesta». A fotografare la manifestazione anche un professore. L’unico docente pratese che ieri ha utilizzato il giorno libero per manifestare con i suoi studenti. «Nella nostra scuola abbiamo dedicato intere lezioni al decreto - spiega Franco Panzarella, che insegna elettronica al Marconi - semplicemente facendo leggere il testo agli studenti senza assolutamente aggiungere commenti nostri. Sono loro che devono farsi un’idea perché questo è un argomento che riguarda il loro futuro».
Un futuro che gli studenti pratesi non vogliono vedersi negato. «Mio cugino studia negli Stati Uniti - racconta Angelo Perugini, uno degli universitari pratesi - e spende 40 mila dollari l’anno per frequentare l’università. In Italia vogliono fare lo stesso. Senza rendersi conto che i tagli agli investimenti nell’università renderanno più povero il nostro Paese». Ieri la grande manifestazione degli studenti, lunedì sera la notte bianca al Gramsci-Keynes, dove è intervenuto un partigiano e dove si è letta la Costituzione, domani la manifestazione a Roma. E poi? Poi ci saranno le lezioni in piazza, le notti bianche, e anche una tenda che gli insegnanti del Gramsci-Keynes monteranno in centro. Per spiegare ai pratesi le ragioni di una protesta che sta coinvolgendo tutte le scuole.
Francesca Gori

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' bello vedere l'unità di studenti, genitori e insegnanti che non si danno per vinti e continuano a lansciare il proprio segnale ad una classe politica sorda, cieca, ma soprattutto incurante dei messaggi della piazza. Si governa a suon di sondaggi seguiti a spot mediatici: se i sondaggi approvano ok altrimenti si dice avete frainteso e via seguono altri spot!
Personalmente oggi mi sento frustrata! Abbattuta! Sentire un presidente del consiglio, il nostro presidente, che appella le migliana di persone che lansciano messaggi, proposte e intenzioni come analfabeti o persone ignare di farsi una propria opinione, mi mette angoscia mista a paura dove arriveremo? Facciamo bene a continuare a urlare a squarciagola che un cervello lo abbiamo ed è automo e quando leggiamo e ci informiamo e comprendiamo i pericoli futuri. Ognuno si fà la personale conclusione e se è condivisa da migliaia di persone di ceti sociali diversi, allora c'è un solo significato: abbiamo capito bene! Non riusciranno a farci credere di essere delle spugne che assorbiamo quelle balle che raccontano. Avanti a tutta!