TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 7 ottobre 2008

Visioni della città


da La Nazione del 07/10/08

Io derubata ho paura ad uscire
di LIA PECCHIOLI*
Scrivo questa lettera al sindaco. Poco tempo fa quando ho letto che Lei aveva rifiutato i militari a Prato, mi era venuta voglia di scriverLe.
Prendo l’occasione di scriverLe adesso perché nel frattempo (come succede troppo spesso) ho subito un grosso furto nel mio negozio. Hanno spaccato la porta e pur con tutti i sistemi di allarme possibili, hanno preso quello che volevano. A lei sembra poco consona una città pattugliata, ma Le assicuro che lo spettacolo visto la notte in cui hanno rubato, non le sarebbe piaciuto e avrebbe sentito che la paura è l’unico patrimonio rimasto ai cittadini onesti. Da 23 anni ho questo esercizio a cui ho dedicato tempo, sodi e fatica. Pago le tasse, la nettezza urbana, le insegne, la pubblicità, la sorveglianza, l’assicurazione e ancora ... affitto, condominio, luce, telefono, commercialista ecc.
Per rimanere aperti speriamo nei miracoli. Ho una mente d’artista e penso positivo malgrado tutto, ma le assicuro che la mia è una sedia molto scomoda. Vorrei solo sentirmi un po’ più sicura nella città dove sono nata e dove oramai la criminalità la fa da padrone. Preferisco vedere i militari che aver paura ad uscire di casa. A proposito delle spese sopra elencate mi viene spontanea una domanda: in quanti siamo rimasti a pagare tutte queste cose?
* commerciante titolare di un negozio di accessori per cavallo svaligiato la settimana scorsa

Io, derubato, voglio continuare a vivere!

La lettera della signora Lia sicuramente non può lasciare indifferenti, e non si può non provare un istintivo moto di "compassione" (nel senso letterale del "sentire insieme").
Questo però non può esimere dal cercare di essere il più possibile oggettivi.
E lo dice una persona che proprio recentemente, a Milano - in una delle città che da almeno un decennio vede il centrodestra alla guida e i militari per le strade - è stata vittima di un furto. Un evento nuovo, nella mia vita, che mi ha scosso e che ha prodotto, al di là del danno materiale, anche la perdita di foto e ricordi ai quali tenevo molto.
Una cosa che a Prato non mi era mai successa. E, onestamente, quando il giorno dopo ho visto la pattuglia di militari in piazza della stazione a Milano, mi sono sentito pure un po' preso in giro... altro che "sicurezza" e legalità!
Quindi, ci andrei molto piano a descrivere una città dove "la delinquenza la fa da padrone" (in qualche caso, sembra più sia la maleducazione, ma questo è altro discorso): senza voler negare l'esistenza di problemi e fenomeni criminali, Prato è ancora una città vivibile, al di là delle esagerazioni e delle psicosi che anche i media, purtroppo, fomentano.
E sebbene comprenda le paure della signora, ed io stesso non ne sono privo, voglio continuare a vivere: anche io vorrei sentirmi più sicuro, ma sono molto più spaventato dalle soluzioni proposte che dal problema. Da cittadino libero, i militari li preferisco nelle caserme, alla videosorveglianza ad ogni angolo della strada preferisco la privacy e il diritto di non sentirmi spiato ad ogni passo. Diamo più risorse alle forze dell'ordine, garantiamo la certezza della pena, creiamo le condizioni - economiche e sociali - per limitare il più possibile questi fenomeni (che sarebbe pura illusione pensare di eliminare tout court), ma non cediamo alla tentazione di essere certamente meno liberi per una molto incerta e molto apparente sicurezza! Anche a Prato!

Lanfranco Nosi

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