TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 28 dicembre 2008

Prato. Disservizi: dalla ragione al torto...

.. il passo è breve!
E' il caso della motivatissima denuncia apparsa su il Tirreno, a proposito del Centro prelievi della ASL di Prato - che per inciso non è la prima volta che finisce agli onori delle cronache.
Se, infatti, stando alla ricostruzione della signora Marcaccini, nessuno ha avvisato della chiusura del centro e non c'erano cartelli di sorta (ricordiamocelo, la lettura dei giornali non è obbligatoria...), questa ha tutto il diritto di lamentarsi. Così come dell'incapacità della struttura nel fornire informazioni adeguate.
Non ha assolutamente ragione, e cade in una affermazione totalmente gratuita e priva di fondamento, quando sostiene che il Centro prelievi interno sta facendo delle analisi a chi "le tasse non le pagherà mai". Cara signora, questo non sarà "razzismo" nel senso proprio del termine, ma è pregiudizio xenofobo vero e proprio - e forse è pure peggio. Ha visto delle persone, e solo per quello che ha visto ha deciso che questi erano degli evasori fiscali (magari sono persone che hanno un lavoro dipendente assolutamente regolare e versano come tutti le proprie tasse "alla fonte"), che dovrebbero essere considerati, nei fatti, persone di serie B. Eppure, la struttura sanitaria stava solo applicando quelle "regole" che tutti, a parole, vogliono vedere applicate ma che si devono sempre piegare alla nostra volontà nel momento del personale (e giustificato, sicuramente) bisogno.
Un vero peccato che - per fortuna - la Costituzione italiana ancora non preveda che solo chi paga le tasse può usufruire del servizio sanitario, perchè tante persone che oggi ne usufruiscono (e tra questi la maggioranza schiacciante sono italiani) le tasse non hanno mai potuto pagarle, perché privi di reddito (per migliaia di motivi diversi). Poi possiamo ragionare quanto vogliamo sulle storture del sistema, e sugli sprechi e quant'altro: ma perlomeno, i principi sono validi!
E, ribadiamo, il passo dalla ragione al torto, in questo caso, è veramente breve!

Lanfranco Nosi
per Municipio Verde

da il Tirreno del 28/12/08
Il Centro prelievi di sangue è chiuso ma la gente è rimasta in coda al gelo

Una donna protesta: «Disservizio immotivato e nessuno si è preoccupato di mettere un cartello per avvisare i pazienti»
PRATO. Una levataccia incredibile per mettersi in fila al Centro Giovannini per il prelievo del sangue. E’ sabato 27 dicembre, siamo in pieno periodo natalizio. La signora Elena Marcaccini alle 5,30 di ieri mattina, con una temperatura di 4º, era già coda in attesa che alle 7,30 aprisse il Centro prelievi. «Siamo in sei, soldatini, assonnati e ammutoliti dal freddo - racconta la donna -, che piantonano l’entrata del Centro prelievi».

«Speriamo in un’apertura anticipata della porta di ingresso della porta di ingresso che ci permetterebbe di godere, dopo due ore di attesa del caldo tepore di un ambiente interno. Sono le 7,20 e tutto intorno a noi è rimasto intatto».
C’è qualcosa di sospetto, infatti...«Alle 7,30 - prosegue il racconto - una signora appartenente alla guardia giurata si accorge di noi e, con aria vagamente stupita, ci dice che oggi il centro è chiuso. Prego? Sì, è chiuso, forse c’è un cartello là in fondo. Controllo. No nessun cartello. Nè cartellone. Partiamo». A questo punto le considerazioni sono scontate: «Non solo il servizio era dovuto, in quanto di utilità pubblica, ma non vi era nemmeno la scusante del giorno di festa, nè vigilia di festa, e cosa ancora più grave, non era stato affisso l’avviso di chiusura. In portineria ci dicono di rivolgerci al centro prelievi interno dove stanno svolgendo il servizio solo per coloro che richiedono gli esami urgenti. Chiaramente il nostro gruppo non ne fa parte. “Noi non ne abbiamo colpa, non dipende da noi e noi non sappiamo niente di tutto questo”, ci rispondono. “Scusi ma lei lavora in ospedale o è solo di passaggio? La prossima volta che necessito di informazioni, proverò dal giornalaio o, se proprio voglio esserne certa dalla parrucchiera all’angolo della strada. Partiamo di nuovo. Altro stabilimento, altro ufficio caldo. Ufficio aperto, riscaldato, luci accese. Nessuno all’interno. Controllo. Piccolo biglietto sul banco: l’ufficio informazioni è chiuso il sabato».
Le battute sono quantomeno giustificate dall’alzataccia e dal gelo: «Dato che siamo in un periodo di crisi, almeno per il risparmio energetico, vi do un consiglio: spegnete le luci» oppure «Servizio sospeso per indigestione di dolci. Gli infermieri si esonerano dai prelievi per timore di iniettare in vena la panna con le siringhe da pasticceri, utilizzate per farcire il pandoro due giorni prima».
Le considerazioni, in stile Brunetta, alla fine non potevano che essere le seguenti: «Analizziamo la situazione: un gruppo di persone necessitanti di analisi del sangue si reca di buon mattino per un servizio pubblico (pagato con le nostre tasse) che viene sospeso senza alcun avviso, alcuna affissione che giustificherebbe la chiusura. Nonostante tutto al Centro prelievi interno questo gruppo viene respinto perché non di competenza mentre stanno eseguendo delle analisi anche a persone che - perdonate la brutale realtà - quelle tasse non le pagheranno mai. Non è razzismo - puntualizza la signora Marcaccini - è autodifesa in un mondo che discrimina coloro che pagano le tasse per beneficiare di un servizio minimo, contro coloro ai quali l’idea non sfiora nemmeno la mente ma che in un futuro prossimo potranno diventare potenziali elettori».
Non sarebbe stato male comunque, si potrebbe aggiungere, anche utilizzare in maniera più funzionale anche il sito internet dell’Asl per fornire informazioni utili come quelle relative alle aperture e chiusure degli ambulatori. Magari uno consulta il sito e resta al calduccio nel proprio letto.

1 commento:

Elena Marcaccini ha detto...

Carissimo Sig. Losi,

è per puro caso che mi sono imbattuta nel Suo sito e La informo che non è la prima volta, dall'uscita del mio piccolo pamphlet, che vengo tacciata di razzismo. Forse non mi sono spiegata bene. Non volevo prendere il posto a coloro che erano in Ospedale per analisi urgenti. Non voglio togliere il posto assolutamente a nessuno, ma nessuno, pertanto, deve toglierlo a me. Non è razzismo, è una parità tra diritti e doveri. Non allungherò troppo la brodaglia che hanno scritto su di me dopo la mia legittima lamentela. Dico soltanto che sono contraria al razzismo e che è un argomento con cui mi trovo a combattere ogni giorno, in quanto lavoro spesso all'estero. Vengo additata come "italiana" non nel senso positivo del termine...Tanto per essere chiari non ho mai votato a destra, ma l'Amministrazione Comunale e Provinciale hanno fatto tanto che, stavolta, non posso tirarmi indietro e dare il voto di protesta dall'altra parte. Vorrei ricordare al Comune e alla Provincia di tenersi stressi i propri cittadini. Grazie e saluti

Elena Marcaccini