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La mer, la fin...

martedì 12 maggio 2009

Prato. Altro che distretto parallelo!

Interessante vedere come i rapporti tra il famoso distretto cinese definito "parallelo" è in realtà molto più intersecato con quello italiano di quanto tanti politicanti da strapazzo vogliano far credere...
MV

da il Tirreno del 12/05/09
Maxi ordine per 800.000 chili di filato

Imprenditori cinesi stanno contattando le filature a pettine pratesi
Lagopolane non si tira indietro: «Ci hanno contattati per chiedere la nostra disponibilità e gliel’abbiamo data Filcompany nega»
PRATO. Tra i filatori pratesi non si parla di altro da giorni. Un maxi ordine è in arrivo da un’azienda cinese che opera a Prato e diretto verso una manciata di operatori del distretto. I numeri sono enormi anche se ballerini: si oscilla tra i 500.000 e gli 800.000 chilogrammi di filato pettinato, misto mohair. Una quantità capace di far girare una filatura di medie dimensioni per settimane. Il prezzo offerto è basso ma i committenti parlano di un possibile ordine aggiuntivo di un milione di chilogrammi da produrre entro settembre. L’obiettivo è avere i filati quando partirà il mercato del pronto moda per l’autunno inverno.
Ma andiamo per ordine. Un gruppetto di imprenditori cinesi che da tempo lavora con le filature a pettine italiane ha deciso di costituire una nuova società che dovrebbe servire i colleghi prontisti e quindi sta creando un magazzino di filati. Uno dei soci ha girato tutte le filature più grandi che producono il tipo di filo desiderato chiedendo la disponibilità a produrlo: a nessuno è stato detto quanto sia complessivamente l’ordine ma ad ogni filatura è stata richiesta una quota.
In tanti, tra i pratesi, lavorano già con gli imprenditori cinesi ma questo maxi ordine sarebbe il primo così importante e comunque aprirebbe la pista a rapporti più continuati e proficui tra la comunità pratese e cinese. La quantità richiesta fa infatti pensare che gli imprenditori cinesi, per prodotti di qualità leggermente superiore e per colori moda, abbiano deciso di rivolgersi a Prato. Niente rispetto ai quantitativi di filato e pezze che vengono importanti dalla Cina ma una panacea per tutti quegli imprenditori pratesi che comunque, anche accettando prezzi bassi e poco remunerativi, riuscirebbero a far girare le macchine.
Le voci che girano nel distretto parlano di 300.000 chilogrammi di filato che verranno prodotti dalla Lagopolane, 100.000 chilogrammi dalla Filcompany e 500.000 a una terza filatura di cui non si conosce il nome. E si sostiene che la produzione sia già partita almeno per la parte di filato grezzo.
Alla Lagopolane non hanno difficoltà a sostenere che lavorano già, per una parte, per gli imprenditori cinesi e che sono stati contattati per questo ordine. «Ancora - spiegano i soci - non abbiamo niente di scritto ma ci hanno chiesto di produrre questo filato. Non sappiamo i numeri complessivi perché non ci sono stati detti. Dobbiamo consegnare a un cliente 250 quintali di filato e contiamo di fare per questi mesi di lavoro almeno 100 quintali al mese ai cinesi. Se arriva anche l’ordine tanto meglio. L’anno passato abbiamo lavorato con i cinesi per un milione di euro di fatturato contro i 14 milioni complessivi. Speriamo che questo maxi ordine si concretizzi e speriamo alla svelta sennò diventa impossibile riuscire a produrre tutto quello che ci chiedono».
Da Lagopolane sono molto chiari sulla situazione. «Per fortuna ci sono i cinesi altrimenti sarebbe ben difficile far lavorare i nostri 50 dipendenti e le aziende artigiane terziste del nostro indotto. Sarebbe impossibile reggere solo con gli italiani».
Giancarlo Bennati di Filcompany nega di aver avuto questi contatti mentre ammettono di essere stati sentiti (ma di aver rifiutato per l’offerta troppo bassa) alla filatura Cofil. Tra gli altri, quelli che sono leader in questo tipo di produzione, c’è attenzione e curiosità. Il rischio di venire ingoiati dai cinesi c’è - e nessuno lo nasconde - ma ora ordini di questo tipo sarebbero un bel toccasana per superare la forte crisi.
Il committente, in base alle voci che girano, sarebbe la società Fil line di via Fonda di Mezzana. Ma qui, proprio mentre un camion di Lagopolane sta scaricando il filato e nel magazzino ci sono centinaia di rocche ammassate, si nega.
Ilenia Reali

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