TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!
La mer, la fin...
martedì 14 ottobre 2008
Energia. Il Governo italiano sabota la lotta per il clima.
IRRESPONSABILE FAR CADERE IL PACCHETTO ENERGIA UE
E' in atto una campagna di disinformazione
Il governo italiano domani verrà a fare la parte del nano nella lotta ai cambiamenti climatici". Monica Frassoni, presidente dei Verdi al Parlamento europeo, commenta duramente la posizione annunciata da Berlusconi e dai suoi ministri in merito al pacchetto energia messo a punto un anno fa dai Capi di Stato e di governo e che verrà discussa domani nel Consiglio dei ministri Ue. "Berlusconi - spiega Frassoni - minaccia addirittura il veto pur di fermare l'adozione di misure virtuose per la lotta all'effetto serra e per difendere la competitività delle nostre industrie troppo dipendenti dai combustibili fossili. Forse non sa che queste decisioni si prendono a maggioranza. Anche questo dimostra la totale approssimazione e irresponsabilità della posizione del governo italiano, che ha sposato in modo acritico la posizione della parte più retriva di Confindustria che continua volutamente a sottostimare i vantaggi che una tale strategia ha per l'Italia in termini di efficienza energetica, di impiego in nuovi settori non delocalizzabili e in termini di risparmio per favorire solo le industrie non virtuose. Si tratta di una vera e propria campagna di disinformazione, basata su dati non verificati, su falsi annunci e approssimazione assoluta. La base del negoziato che avrà lungo nel Consiglio Ue è il pacchetto di proposte licenziate a larghissima maggioranza dalla commissione ambiente del Parlamento europeo la scorsa settimana: il sostegno massiccio (44 voti a favore, 20 contro e 1 astenuto) alla proposta di direttiva ETS sulla borsa delle emissioni post 2012 e la quasi unanimità sulla condivisione degli obiettivi del pacchetto energia sono un segnale forte che il Consiglio non potrà ignorare e così il governo italiano. Il Parlamento, infatti, ha già detto no a quote di emissione fuori asta e no a un maggiore ricorso a CDM e Joint Implementation (gli strumenti flessibili che consentono a uno Stato membro di godere di crediti derivati dalla riduzione di emissioni realizzate in paesi terzi). Il Parlamento ha deciso sulla base delle indicazioni degli esperti sul clima ONU secondo i quali occorre ridurre le emissioni a casa nostra, senza scorciatoie che implichino un aumento di emissioni altrove. Se non ci muoviamo rapidamente per limitare l'aumento di temperatura nei prossimi decenni entro i 2°C, il sistema economico mondiale dovrà pagare dei costi altissimi: il rapporto di Nicholas Stern li stima tra il 5 e il 20% del PIL, ben altra cosa rispetto allo 0,6% preventivato dalla Commissione per l'applicazione delle direttive 20/20/20 tanto odiate dal nostro governo e dagli industriali italiani. Insomma, se non facciamo niente ci troveremo in una situazione ancora peggiore perché irrimediabile, rispetto alla attuale crisi finanziarie e bisognerà pagare un conto salatissimo. Il governo italiano ha la scelta fra mettersi dalla parte di coloro che accelerano il disastro o coloro che cercano di trovare una soluzione."
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