Verdi: “Renzi, un candidato di Forza Italia alle primarie del PD.
Una sua vittoria completerebbe la trasformazione genetica del Partito Democratico e sfascerebbe la coalizione di centro-sinistra”.
Matteo Renzi potrebbe stare benissimo in Forza Italia o in Alleanza Nazionale. Siamo certi che se facesse politica in Sicilia o in Lombardia starebbe in uno di questi due Partiti: siccome vive in Toscana, dove, per stare al potere, si deve stare nel centro-sinistra, allora è iscritto al Partito Democratico. Non è un paradosso, il nostro, un’esagerazione o una provocazione: semplicemente, abbiamo constatato che su tutte le tematiche fondamentali per il Paese e per il nostro territorio, Renzi ha assunto posizioni sovrapponibili a quelle della destra e molto diverse da quelle del centro-sinistra e del suo stesso Partito di appartenenza.
Parliamo delle sue posizioni sulla scuola privata, sul nucleare, sulla laicità e sui diritti civili (coppie di fatto, bioetica, testamento biologico e procreazione assistita), sull’immigrazione, sulle opere pubbliche, sui rapporti con gli imprenditori privati, sulla viabilità (dalla Bretella Incisa-Barberino, al potenziamento e sviluppo senza limiti dell’aeroporto di Peretola, alla circonvallazione nord, il cosiddetto tubone).
Alle primarie sarà sostenuto e votato dall’Opus Dei, da Comunione e Liberazione, dalla destra di Confindustria, e da una fetta dell’elettorato di Forza Italia.
Se vincesse, si completerebbe definitivamente il processo di trasformazione genetica del Partito Democratico, che perderebbe del tutto ogni residuo di partito popolare, democratico, di sinistra, trasformandosi in un soggetto all’americana, in cui prevalgono le lobbies, le cordate, le clientele, l’affermazione massmediatica e populista del singolo politico in carriera, a prescindere dai contenuti che porta, che possono essere spesso più simili a quelle del partito avversario che a quelle del suo partito stesso.
E’ ovvio che una sua eventuale vittoria sarebbe anche la vittoria della linea politica da sempre perseguita da Francesco Rutelli e dalla destra teo-dem del PD: rottura e tentativo di cancellazione di tutti i partiti alleati, dalla Sinistra, ai Verdi, ai laico-socialisti, all’Italia dei Valori, e apertura agli interessi, alle lobbies e ai partiti della destra, dall’UDC a vasti settori di Forza Italia.
Anche da questo punto di vista non parliamo per ipotesi, ma semplicemente in base ai fatti già accaduti: da Presidente della Provincia, Matteo Renzi, ha scientificamente e senza motivazioni espulso dalla sua Giunta i Verdi e l’allora sinistra DS, imbarcando in maggioranza due Consiglieri eletti in Forza Italia e transitati alla corte del giovane Matteo.
Già Presidente, oggi, in Provincia, di una maggioranza trasformista che non è quella con la quale è stato eletto dai cittadini, è ovvio che Renzi, qualora fosse il candidato a Sindaco del Partito Democratico, automaticamente sfascerebbe la coalizione di centro-sinistra, col serio rischio di metterne in discussione la permanenza al governo cittadino.
Già queste, ci appaiono preoccupazioni e problemi rilevanti. Ma non basta.
Il berlusconismo del personaggio Matteo Renzi risiede soprattutto nel suo rapporto spregiudicato e demagogico con i mass media, attraverso i quali egli spera di imbonire e imbambolare i cittadini scavalcando in questa maniera ogni processo di mediazione istituzionale e democratica, con l’associazionismo diffuso, con le forze politiche e sindacali, con i Sindaci della Provincia e con gli Assessori della sua stessa Giunta, che ha regolarmente scavalcato e con cui ha prodotto continue frizioni, con il Consiglio Provinciale, dal quale è stato ufficialmente e unanimemente richiamato per averne boicottato una seduta.
Proprio ed esattamente la logica di Silvio Berlusconi.
Non importa se si creano continue fratture con tutti, se si perde e si rovina ogni rapporto e ogni prassi di collaborazione istituzionale. L’importante è rivolgersi al popolo consumatore e cliente, non certo nella logica positiva di coinvolgerlo realmente, farlo partecipare, aiutarlo a comprendere la complessità delle problematiche, ma semplicemente per ingannarlo con messaggi semplificati, slogan, se non vere e proprie bugie.
E naturalmente, per perseguire questo tipo di politica, è necessaria una ingente quantità di denaro.
Da quali finanziamenti privati e da quali gruppi di potere provengono i soldi che Renzi spenderà per una campagna personale sicuramente in grande stile ?
Cosa pensare di un Presidente della Provincia che ha secretato l’uso dei fondi della Presidenza occultandolo al Consiglio Provinciale e ai suoi Assessori ?
Certamente, appare chiaro a chi non sia del tutto ingenuo, come il Presidente Renzi abbia spudoratamente usato la Provincia e soprattutto i soldi pubblici che aveva a sua disposizione per promuovere se stesso e per prepararsi la corsa a Sindaco: dai milioni di euro sperperati per l’inutile manifestazione del Genio Fiorentino, transitati attraverso la società Florence Multimedia, da lui appositamente creata e i cui amministratori e collaboratori sono suoi stretti amici di corrente, alle ricche consulenze pagate dalla Presidenza (circa 300.000 euro per il suo Consigliere personale – aggiuntivo al personale di Segreteria normalmente spettante al Presidente – Bruno Cavini, che per un anno è stato contemporaneamente Consigliere del Presidente e Presidente di Confcooperative Firenze-Prato), ai 120.000 euro pagati all’Associazione Calcio Fiorentina per trasmettere sui tabelloni allo stadio spot della Provincia in cui il Presidente in prima persona presenterà i Centri per l’Impiego, guarda caso nello stesso periodo della campagna per le primarie.
E naturalmente, sempre in analogia con Silvio Berlusconi, anche Matteo Renzi, aldilà delle parole, nei fatti concreti ha un bilancio pari a zero, per quanto riguarda le politiche al servizio dei cittadini.
Scuole superiori fatiscenti come cinque anni fa, peggiorate dal punto di vista dell’offerta formativa, nessun provvedimento per i giovani e per i precari, nonostante le sollecitazioni, le proposte e i veri e propri suggerimenti partiti dal nostro Gruppo Consiliare, sulle energie rinnovabili solo annunci ma nemmeno un metro quadro di solare installato per azione della Provincia, percentuali di raccolta differenziata ferme da cinque anni (unica Provincia d’Italia le cui percentuali non sono aumentate nell’ultimo quinquennio), nessun provvedimento, ma anzi tagli di fondi per la cultura, gli artisti emergenti, i giovani, per concentrare tutto sul Genio Fiorentino e sui suoi spot di propaganda personale, disinteresse per il sostegno scolastico ai disabili, nonostante le sentenze del Consiglio di Stato che da mesi annunciavano il passaggio di competenze alla Provincia.
Per tutti questi motivi, che ci sembrano più che sufficienti, i Verdi richiamano tutte le forze democratiche, di sinistra, ambientaliste, ad una piena consapevolezza della natura di questa figura politica, delle forze e degli interessi che gli stanno alle spalle, e delle conseguenze politiche e culturali di una sua ascesa al potere cittadino.
Pensiamoci prima, fermiamolo subito: non vorremmo che molti ci dessero ragione quando sarà troppo tardi.
Tommaso Grassi e Annalisa Pratesi - Portavoce Provinciali Verdi di Firenze
Luca Ragazzo – Capogruppo dei Verdi in Consiglio Provinciale
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