TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 16 ottobre 2008

L'ignavia della politica pratese


«E io ch'avea d'error la testa cinta,
dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".

E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa". »

(Dante Alighieri, Inferno III, 31-51)




La citazione dantesca, per la vicenda di Prato e provincia, è quasi d'obbligo. In questi mesi, in particolare dopo le elezioni politiche di aprile, l'intera classe politica pratese ha deciso di non decidere.
Una vera e propria ignavia politica. Perché accettiamo la definizione contenuta del De Mauro, che la intende come "mancanza di volontà e di fermezza di carattere, che determina l’incapacità di agire, di fare scelte".
"Mancanza di volontà" che ha origini e significati diversi per le diverse forze in campo.
Da una parte il PD, che ha trascinato fino alle ultime e poco clamorose conseguenze l'incapacità di mettere d'accordo le anime di un partito che di nuovo ha solo la facciata e il simbolo. Come nel 2004, quando le correnti trasversali tra DS e Margherita, i veti incrociati, le picche personali e chi più ne ha più ne metta, portarono alla scelta di due candidature "strane", il copione si ripete, e con gli stessi attori.
Era solo stato congelato tutto, anche se le crepe erano evidenti almeno da un anno e mezzo.
E così, si arriva alla situazione paradossale che i due principali esponenti dell'amministrazione sono costretti alla "grande rinuncia" (o alla supina, anche se non gradita, accettazione), come il celebre pontefice Celestino V, unico nella storia della Chiesa ad abdicare dal soglio pontificio.

Dall'altra il PDL, che come ricordato anche su queste pagine elettroniche, che si ritrova a sei mesi dal voto con un bel potenziale elettorale, ma che in quattordici anni di opposizione non è riuscito a maturare un vero programma alternativo (forse anche perché difficilmente potrebbe proporre qualcosa di veramente diverso), e ha "deciso"di aspettare la decisione altrui per fare la propria mossa - non disponendo, a quanto pare, neanche di un candidato a sindaco decente (vedremo se la "conferenza programmatica" darà indicazioni diverse...).
Last but not least, le forze che hanno composto la Sinistra Arcobaleno, limpidi esempi di ignavia, stordite dal dato elettorale, incerte sul rapporto col PD in generale e con le amministrazioni in particolare, tentennanti sulle parole d'ordine così come sull'azione. Verrebbe da dir, con Dante, "non ragioniam di lor, ma guarda e passa", lasciarle al loro destino di spettatori passivi di una politica e di una società che passano quotidianamente sopra le loro teste, e pensare ad altro.
Eppure, in cuor nostro, siamo convinti che è proprio in questo contesto, in queste forze politiche, allargato a tutte quelle "emergenze" del territorio che si sono palesate negli ultimi anni, possa trovarsi il seme per la costruzione di un nuovo progetto per Prato e per la provincia.
E' l'ora di scegliere: se rimanere come banderuole al vento degli eventi, se preferire l'inazione e la paura, o riprendere in mano il proprio futuro e quello dei cittadini.

Kritias
per Municipio Verde

Nessun commento: