Lettera aperta agli studenti di Prato
Personalmente ritengo che con i provvedimenti di riforma emanati dal Ministro Gelmini e dal Governo in generale la scuola italiana, che presenta già diversi problemi, andrà di male in peggio, finirà dalla padella nella brace.
Non è l’obiettivo di questa breve lettera evidenziare tutte le “novità” (talvolta si tratta di riesumazioni dal passato) dannose, dalla scuola dell’infanzia all’università, tutte riconducibili al criterio di togliere risorse economiche in un settore che non produce effetti sul Prodotto Interno Lordo.
Mio figlio sa che sto cercando di informarmi sempre meglio su questa riforma globale, anche lui cerca di fare lo stesso per quanto riguarda scuole superiori e università. Capisce che anche per questi due tipi di scuole il futuro non è rosa. Siamo d’accordo e allora mi chiede consigli per la loro lotta. A me sta a cuore la scuola italiana e quindi il consiglio che ho dato a lui lo voglio dare a tutti gli studenti.
Tutte le scuole superiori di Prato stanno protestando, molte di loro sono occupate. Ciò mi ha fatto piacere, ha rivalutato la mia idea circa gli studenti di oggi, che mi erano apparsi, durante i quattro anni passati come genitore, molto meno sensibili nei confronti dei problemi della scuola e della società, rispetto a quanto eravamo noi alla nostra età (almeno una buona parte lo erano, mentre io non ero ancora maturo abbastanza per impegnarmi in queste cose, però mi sforzavo di capire e condividere le ragioni di chi lo faceva).
Il consiglio che vi do è questo: mettete nella vostra protesta un pizzico di logica e uno di fantasia.
Un pizzico di logica: non è sostenibile continuare la lotta con l’occupazione delle scuole. Fino a quando? Anche a Prato, in certe zone i docenti e i genitori hanno già preso posizione, altri lo stanno facendo, non è una cosa facile, occorre prima informare, ed è un’operazione lunga e difficile. La grande maggioranza dei sindacati (CGIL CISL UIL GILDA SNALS) della scuola ha indetto lo sciopero del personale della scuola per il 30 Ottobre. Mancano dieci giorni. Alcune scuole sono occupate da una settimana (ad esempio, passo tutti i giorni davanti al Buzzi). Continuerete ad occupare fino a quella data? Continuerete ad occupare ad oltranza fino a quando il Ministro o il Governo o il Parlamento vorranno fare marcia indietro? Non siamo in una fabbrica, in cui il padrone vede direttamente gli operai in agitazione, e ogni giorno di sciopero gli reca un danno economico. Chi vuole lottare contro questa riforma ha davanti a se un lungo periodo di lotta.
Un pizzico di fantasia: moltiplicate le forme di lotta, abbandonando l’occupazione, che nel vostro caso è l’espressione di una protesta; la città di Prato se n’è accorta, molti genitori sono d’accordo con voi. È deleterio continuare a rifiutare la possibilità di frequentare le lezioni e di ricominciare a imparare.
Ci sono tante idee per arricchire la protesta: innanzitutto il coordinamento tra i vostri rappresentanti, email o lettere ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio, al Ministro, ai Parlamentari eletti dai Pratesi, raccolte di firme, articoli sui giornali, programmi su tv locali, manifestazioni in città, anche di pomeriggio, magari in occasione dello sciopero dei docenti del 30 … voi avete più fantasia di me. Coinvolgete i presidi nell’organizzazione delle vostre iniziative: chi si intende di scuola ed ha a cuore la scuola italiana non può approvare questa riforma.
In questi giorni è circolata più volte, su siti, blog, volantini, la foto di una lavagna su cui qualche alunno, dopo un anno di fatica, ha scritto “la scuola è finita”; purtroppo la foto è apparsa con un significato diverso da quello originale, intendendo che con questa riforma è la scuola pubblica italiana a vedere la sua fine. Cerchiamo tutti insieme di cancellare quella scritta. Voglio concludere allora con il verso di una poesia di Rodari: “per cancellarla senza pietà, gomma abbastanza si troverà?”
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