TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 16 ottobre 2008

Stili di vita. Grassottelli, prendetevi un cane!

Dal Ministero della Salute, ci giunge questo rapporto, affatto inaspettato. Patatine e play-station ci massacrano i figli come prima faceva la guerra o il tifo.

Ma c'è molto da dire sugli stili di vita che possono salvare la salute dei ragazzi.
In Australia, la Deakin University di Geelong ha effettuato una bella ricerca che dimostra che i bambini che hanno un cane corrono la metà dei rischi degli altri di diventare obesi.
Coloro che hanno un quattrozampe in casa non stenteranno a crederlo! Giocate con il vostro cucciolo, portatelo a spasso e magari a fare footing con voi. Se non perderete peso, starete comunque in buona compagnia.
mv


Obesità infantile, presentata indagine

Presentazione

In Italia, il 23,6% dei bambini è sovrappeso e il 12,3% è obeso. Questo è il risultato di una indagine realizzata su input dell ministero del Lavoro, della salute e della solidarietà sociale.
Okkio alla salute, l'indagine su sovrappeso e obesità nei bambini, dalla quale emerge che più di 1 bambino su 3 ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età, è stata presentata, nel corso di una conferenza stampa il 7 ottobre scorso. Riportando questi valori a tutta la popolazione di bambini di età 6-11 anni si arriva a una stima di più di 1 milione di bambini in sovrappeso o obesi in Italia.

Lo studio, condotto da 1028 operatori del Servizio Sanitario Nazionale appositamente formati, ha misurato il peso e l’altezza di circa 46 mila bambini in 2610 scuole elementari , calcolandone l’indice di massa corporeo, e ci consegna una “mappa” relativa al sovrappeso e all’obesità dei nostri bambini che mostra differenze significative tra regione e regione, soprattutto tra Nord e Sud.In particolare, se il sovrappeso appare piuttosto diffuso con valori vicini alla media nazionale del 24 per cento nelle diverse aree del Paese , per quanto riguarda l’obesità si riscontrano picchi maggiori con scostamenti rilevanti dalla media nazionale in alcune regioni del Sud, con in testa la Campania che ha un tasso di obesità del 21% , seguita dalla Sicilia e dalla Calabria, rispettivamente con il 17 e 16%, contro una media nazionale del 12% e i valori minimi del 4% in Friuli Venezia Giulia o il 7% in Sardegna.
L’indagine fa parte del progetto nazionale “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” avviata per avere un quadro aggiornato sull’obesità e il sovrappeso tra i bambini italiani.
Obiettivo del progetto è mettere a punto un sistema di sorveglianza a livello nazionale, che permetta la raccolta dei dati nelle scuole, sia sostenibile nel tempo, per il sistema sanitario e per l’istituzione scolastica, e sia efficace nel guidare gli interventi di sanità pubblica.
La novità, e al tempo stesso l’importanza del progetto, è rappresentata dal fatto che per la prima volta nel nostro paese un’indagine epidemiologica ha coinvolto contemporaneamente quasi tutte le Regioni (infatti hanno aderito 18 Regioni) e la raccolta dei dati e le misurazioni sono state effettuate sulla base di un protocollo condiviso da operatori appositamente formati del Servizio Sanitario Nazionale (1028 in tutta Italia); per le misurazioni antropometriche (peso e altezza) sono state utilizzati strumenti uguali (bilance e stadiometri) spediti a tutte le Regioni.
Il progetto, coordinato dall’ISS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute-CNESPS), è attuato in stretta collaborazione con le Regioni, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, l’Istituto Nazionale di Ricerca sulla Nutrizione (INRAN) ed alcune Istituzioni Universitarie.
Altro elemento da sottolineare è l’approccio intersettoriale che ha caratterizzato la realizzazione del progetto: i risultati raggiunti non sarebbero stati possibili senza la stretta collaborazione tra i ricercatori dell’ISS e dell’INRAN, gli operatori delle ASL, i docenti e i dirigenti scolastici, che hanno, tra l’altro, facilitato il consenso ed il coinvolgimento dei genitori.

Fonte: ministero del Lavoro, salute e solidarietà sociale

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