Dopo i ponti, gli studenti invadono le strade
Sono circa 5.000, secondo gli organizzatori (2.000 secondo le forze dell’ordine), i partecipanti alla manifestazione di protesta contro i provvedimenti del governo
Molti manifesti funebri con tanto di necrologio sulla «morte dell’istruzione pugnalata da Maria Stella Gelmini nell’indifferenza del popolo italiano» e una bara nera con sopra scritto «Università» ad aprire il corteo, hanno caratterizzato la protesta degli studenti questa mattina nel centro storico di Firenze contro le riforme del Governo sulla scuola e l’università. Tra i partecipanti c’erano persone di tutte le età: ragazzi delle elementari, dell’ultimo anno delle medie e dei primi anni delle superiori, fino universitari con ricercatori e docenti. In corteo anche giovani genitori con i figlioletti di pochi anni sulle spalle. Numerosi i cori da stadio. Il brano più gettonato è stato «Bella ciao». Tra gli striscioni, uno recitava «Il futuro siamo noi: 10, 100, 1000 occupazionì». A conclusione della manifestazione, sul palco allestito in piazza SS. Annunziata è stato lasciato il microfono aperto a disposizione di tutti coloro che volevano intervenire, preceduti dai rappresentanti delle single studentesche che hanno organizzato il corteo.
MIGLIAIA DI STUDENTI. Sono circa 5.000, secondo gli organizzatori (2.000 secondo le forze dell’ordine), i partecipanti alla manifestazione di protesta contro i provvedimenti del governo per la scuola e l’università degli studenti universitari e delle scuole superiori in corso nel centro storico di Firenze. Il corteo, organizzato da Giovani Comunisti, Lista Universitaria-Udu, Studenti di Sinistra, Unione degli Studenti, si sta svolgendo senza incidenti e sta lentamente arrivando in piazza SS.Annunziata per il comizio finale, dopo aver attraversato via Cavour, piazza Duomo e via dei Servi. Tra gli striscioni esposti si legge: «Outlet: -50% docenti -7% studenti ricercatori 3x2»; «Gelmini rimandata a settembrè; »La privatizzazione dell’università è l’autunno della cultura«; »Un Paese che taglia i fondi all’istruzione è una Paese alla frutta«. In Toscana manifestazioni di piazza contro i provvedimenti del governo si stanno svolgendo anche a Siena e Viareggio.
FACOLTA' DI SCIENZE BLOCCATA. La facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Firenze si ferma. Protesta ancora. E lo fa rinviando l'inizio delle lezioni al primo novembre. È' il risultato del lungo Consiglio di facoltà di ieri pomeriggio, iniziato alle 15,30 e finito alle 19,15: la partecipazione è stata altissima, presenti l'intero corpo docente, il preside, i ricercatori, gli studenti comuni e i rappresentanti delle varie liste. Quegli stessi ricercatori che, insieme agli studenti, ieri mattina, la lezione l'hanno fatta su Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e Piazza Pitti. La giornata che ha portato alla protesta forte infatti, era iniziata con una protesta scenografica: la lezione in piazza. Protagonisti tre ricercatori di Scienze, il prof. Stefano Cicchi (chimica delle sostanze naturali) su Ponte Vecchio, la professoressa Maria Minunni (sensori e biosensori) in piazza della Signoria, la professoressa Deborah Berti (introduzione ai nanosistemi) in piazza Pitti; in più il bis serale su Ponte Vecchio del professor Marco Rosa Clot. Tutti sono riusciti nell'impresa: far conoscere a più gente possibile i motivi che poche settimane fa li hanno portati al rifiuto di tenere i corsi. Adesso, per continuare a farlo hanno tutto il mese a disposizione. Alla fine tutti d'accordo sulla prosecuzione dell'agitazione, decisione raggiunta a larghissima maggioranza.
MOZIONE AL RETTORE. Il preside Paolo Marcellini si è pure impegnato a portare la mozione finale di ieri al Rettore Augusto Marinelli, probabilmente in occasione del Senato accademico del 24 ottobre. Gli presenterà le ragioni della protesta della sua facoltà, aspetterà risposte. I ricercatori di Scienze erano stati i primi a partire, presentando le famose «rinunce» rifiutandosi di tenere regolarmente i loro corsi. Al centro di tutto, la Legge 133, i suoi tagli all'università pubblica — 1,5 miliardi di euro — il blocco delle assunzioni e la possibilità data alle facoltà di trasformarsi da enti pubblici a fondazioni private. Alla fine del Consiglio, Giulio Pettini, coordinatore dei ricercatori di Scienze, dice che «Il rinvio dell'inizio delle lezioni al 31 ottobre è l'unico modo per consentire una maggiore informazione sulla situazione reale della facoltà di Scienze ». Questa volta con la novità «di una vera partecipazione di molti docenti ordinari e associati». Segno che all'interno del mondo accademico si è finalmente capito come non si sia davanti ad una protesta corporativa (dei ricercatori), ma come la vicenda investa invece tutto il sistema universitario. Lo si è visto anche dalle votazioni a favore della sospensione di molti docenti ordinari: alla fine c'erano solo cinque astenuti. La loro parte la stanno facendo anche gli studenti.
POLO OCCUPATO. La settimana scorsa hanno occupato il Polo di Sesto Fiorentino, si sono subito schierati con i ricercatori, oggi guideranno il corteo che da piazza San Marco si allargherà per il resto del centro. Lorenzo Poggini, studente di Matematica e rappresentante del Collettivo di Scienze, sottolinea «La novità di questa ulteriore sospensione. Si è scelto per i 21 giorni, la precedente era di una settimana. Ora il tempo sarà sufficiente per portare il movimento a una migliore organizzazione. Le prossime tappe sono confermate: la manifestazione regionale il 17 ottobre, la nazionale il 31. Intanto da oggi, Scienze naturali è in autogestione». Sempre ieri, gli studenti con uno striscione «Salviamo l'Università » sono arrivati fin dagli Azzurri della Nazionale al centro di Coverciano. Anche a Pisa la protesta è andata avanti con un lungo corteo di ricercatori e maestri che si è snodato per tutto il centro.
Francesco Garozzo
11 ottobre 2008
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