TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 2 dicembre 2008

Il dibattito a Sinistra. Idee di programma per la Sinistra del futuro

Pubblichiamo l'interessante documento scritto da Alessio Nincheri, consigliere provinciale di Rifondazione Comunista e tra gli animatori del dibattito sulla sinistra pratese.
Data la lunghezza del testo, abbiamo evidenziato in verde le parti sicuramente più rilevanti, e torneremo a rispondere ad Alessio con uno specifico post.
MV

Idee di programma per la Sinistra del futuro.

di Alessio Nincheri

Contesto:
- Globalizzazione
- Disgregazione “spazio “ materiale ed immateriale del distretto
- Finanziarizzazione e spostamento risorse

Oltre la “pratesità”: l’inizio di una nuova storia.
- Democrazia (partecipazione ecc.)
- Libertà (laicità, disobbedienza, sessualità…)
- Cittadinanza (immigrazione, integrazione, accoglienza…)
- Sicurezza (spazi, socialità, urbanizzazione….)
- Cultura (tempo libero, “polo della cultura”, pecci, met…)
- Delocalizzazione e distretto parallelo.
- Terziarizzazione (produzione immateriale, servizi, tessile, superamento distretto, nuove tecnologie, softwarelibero…)

Conclusioni:
- Tracce di Sinistra: spunti di programma.
- La nascita di una nuova Sinistra.
- Una sfida per il futuro.

Contesto

Globalizzazione

L’evoluzione del capitalismo attraverso la globalizzazione ed il neoliberismo ha prodotto profondi mutamenti sociali ed economici. Grandi fenomeni di mobilità sociale, materiale e finanziaria hanno accompagnato la nuova fase del capitalismo maturo. Oggi la crisi della sua evoluzione nei processi di finanziarizzazione, produce paura ed incertezza. Una crisi che si configura come vera e propria crisi strutturale e di sistema, che conferma tutti gli elementi di critica al dispiegarsi del neoliberismo avanzati dal movimento dei movimenti da Seattle a Genova, sfociati nel triennio rosso e nel movimento per la pace che invasero il mondo dal 2001 al 2003. Noi ripartiamo da quegli elementi di critica, per tentare la ricostruzione di un lessico e di una simbologia, capaci di cogliere le straordinarie potenzialità di liberazione che, di contro, la globalizzazione offre. Per ridare senso alla parola Sinistra, per ricostruire il senso di Sinistra delle parole. E’ da questa ricostruzione che è possibile tentare di far vivere la Sinistra del futuro: per la libertà.

Disgregazione dello “spazio “ materiale ed immateriale del distretto

Sono questi grandi fenomeni mondiali, che hanno radicalmente trasformato Prato. Mobilità economica e di persone hanno reso Prato terra di forte immigrazione e di valorizzazione del capitale fuori dai processi produttivi tessili. Sono i due cardini materiali della crisi della città, e della sua identità culturale e sociale. Lo spazio del distretto tessile, inteso come perimetro in cui collocare relazioni economiche e sociali, è stato frantumato dalla forza della globalizzazione, aprendolo al mondo. Questa disgregazione del distretto, materiale nel senso della scomparsa del processo produttivo ed immateriale nel senso della dimensione emotiva del sentirsi cittadino di Prato, è oggi la realtà su cui la politica è chiamata a ricostruire un progetto. Il progetto della Prato città futura, calata nel contesto del mondo, dalla sua collocazione in un’area vasta di oltre 1 milione di cittadine e cittadini residenti nella piana.

Finanziarizzazione e delocalizzazione risorse

Siamo di fronte a fenomeni giganteschi di mobilità. Dal 1992 ad oggi a Prato è mutato il 60% della popolazione e l’indice della ricchezza è 3 volte superiore a quello medio regionale. Due dati che ci indicano delle potenzialità, ma che fanno i conti con una realtà in cui le risorse sono delocalizzate fuori dal territorio e dove i processi di immigrazione e mobilità delle persone sono vissuti come un rischio per la tenuta economica e sociale della città. Delocalizzazione del ciclo produttivo ed investimenti nel mercato finanziario, sono una propensione che svuota la capacità del territorio di tenuta delle risorse, indebolendo la sua capacità d’iniziativa autonoma a tutti i livelli: dagli enti locali alla imprenditoria diffusa. La ricostruzione di un nuovo patto sociale si pone, quindi, oggettivamente all’ordine del giorno della politica e delle forze democratiche che hanno storicamente governato queste terre. La Sinistra ha il dovere di caratterizzarsi come strumento sociale e politico utile alla ricostruzione della base sociale necessaria per la tenuta democratica e civile di Prato.

Oltre la “pratesità”: l’inizio di una nuova storia.

Le ragioni della crisi politica pratese affondano le radici dentro i mutamenti indotti dalla globalizzazione neoliberista. Lavoro ed immigrazione, saranno i temi decisivi su cui ridelineare le identità politiche e culturali, che avranno cittadinanza nella società pratese futura. Oltre la pratesità è l’inizio di una nuova storia. E’ la ricerca aperta di un nuovo patto sociale e di convivenza civile nelle nostre terre. Una ricerca aperta su più piani.

Democrazia

Democrazia come diritto di cittadinanza e protagonismo nella formazione delle decisioni. Non è più sufficiente la democrazia rappresentativa delle assemblee elettive, della delega ad altri per rappresentare le singole individualità. Occorre promuovere strumenti che valorizzino sempre le decisioni a partire dal coinvolgimento di ogni singolo/a cittadino/a. Mettere le “mani” sulla città, sulla sua fisionomia urbanistica, storica e culturale, richiede un di più di partecipazione e condivisione delle decisioni. Occorre promuovere l’idea che ogni uomo e donna rappresentano una ricchezza essenziale per definire la Prato del futuro. Una ricchezza che deve potersi esprimere a tutti i livelli sulle decisioni più impegnative e significative. Occorre ricostruire un nesso tra la politica e la città a partire da nuovi strumenti di democrazia diretta.

Libertà

Libertà come spazio politico di disobbedienza al sistema del controllo e dell’oppressione. Un sistema di controllo sociale e politico che si esprime sulla repressione delle libertà sessuali, delle libertà di avere spazi di socializzazione, della libertà di potersi esprimere pienamente nella propria dimensione di essere umano nella vita quotidiana. Libertà di avere un reddito garantito indipendentemente dalla possibilità di svolgere un lavoro salariato. Oggi, la valorizzazione del capitale, avviene sul piano del lavoro immateriale: di relazione, di servizio e terziarizzazione, di polifunzionalità e capacità individuali. Avvolge, cioè, la sfera del lavoro del pensiero e dell’intelletto, andando oltre i confini della fabbrica e dei luoghi fisici (degli edifici) dove classicamente il lavoro si manifestava. Libertà è liberazione dal lavoro, è diritto di reddito. Libertà come liberazione delle proprie capacità ed aspirazioni nelle sfera della vita materiale ed emotiva.

Cittadinanza

Integrazione ed accoglienza sono stati, nella storia della città, due concetti che hanno sempre caratterizzato e valorizzato la pratesità e la crescita delle capacità del distretto (economiche e sociali). Due concetti in crisi anche a causa della spinta dei fenomeni d’immigrazione e della crisi economica strutturale di questi anni. La Sinistra deve ricostruire azioni, proposte e parole, capaci di ri-coniugare immigrazione con integrazione ed accoglienza: capaci di prospettare una nuova civiltà basata sui diritti e sui doveri, una nuova civiltà liberata da pregiudizi, discriminazioni e privazioni.

Sicurezza

L’incertezza e la paura generate dalla società post industriale, sono gli elementi su cui si innesta la percezione dell’insicurezza. Percezione che eccede le reali dimensioni del tema, trasformandolo da fatto di sviluppo e gestione del territorio, in fatto quasi antropologico curabile con la forza e la cancellazione dei diversi gradi di fastidio che si inverano nel quotidiano: dalla persona di colore al mendicante, piuttosto che allo zingaro ad al ragazzino dark. Sicurezza è integrazione e cittadinanza, quindi stessi diritti e stessi doveri. Sicurezza è urbanizzazione e sviluppo del territorio non come processo d’impoverimento delle frazioni e dei centri abitati, ma come riscoperta dei luoghi di socialità, dalle piazze alle piccole attività commerciali. Luoghi d’incontro e riconoscimento tra persone che vivono in uno stesso territorio. Sicurezza significa multiculturalità ed integrazione nel processo di formazione, a partire dalle scuole e dai luoghi di attività ricreativa, culturale e sportiva.

Cultura

Oltre alla necessità di riorganizzare il rapporto della destinazione delle risorse tra i grandi centri (pecci, Met, politeama) e le iniziative culturali diffuse, occorre mettere la cultura al centro della ricostruzione dell’identità sociale della città. Occorrono alcune idee forti ed una capacità di mettere in rete le diverse e multietniche culture che abitano nel nostro territorio. La costruzione di una rete interculturale, capace di veicolare le diverse usanze, usi e costumi delle diverse comunità che vivono in città è una necessità che può essere valorizzata implementando la sperimentazione di Alter Mundi. Cultura, per la Prato del futuro, vuol dire soprattutto università. Università come produzione della formazione e della conoscenza, ma anche come fonte di diversificazione produttiva con il suo indotto di servizi, come fonte di rinnovamento e ringiovanimento della popolazione locale, come opportunità di attrarre eventi, saperi e talenti fuori dalla nostra provincia. Università come volano di un concorso d’idee partecipato per la Prato futura che abbia come tema la riconversione di un polo industriale ad un polo di terziario avanzato a partire dalla storia, dalle competenze e dalle conoscenze del territorio.

Delocalizzazione e distretto parallelo

L’esistenza di un distretto nel distretto (delocalizzazione in loco) non si risolve con un di più di regole, ed un giro di vite sulla legalità. Tutto ciò è necessario nell’ottica di una cittadinanza paritaria vissuta nel riconoscimento reciproco e nel rispetto di pari diritti pari doveri, ma non è sufficiente. L’insufficienza è dovuta al fatto che tale situazione non è frutto solo di fattori endogeni al sistema di produzione pratese ed all’utilizzo della manodopera cinese, che poi si è fatta imprenditoria e concorrenza “fuori legge”. I fattori di crisi sono anche, e soprattutto, esogeni: è la globalizzazione dei mercati e dei flussi sociali che ha determinato in modo decisivo la rottura del sistema pratese. Questo elemento è ingovernabile localmente. Quindi, se nel primo caso possono essere prodotti atti ed iniziative capaci di contenere e riorganizzare i fenomeni di disagio, nel secondo occorre solo prenderne atto e produrre strumenti ed occasioni per rinnovare opportunità di lavoro e valorizzazione della nostra storia: è su questa proiezione futura che si può riattivare energie, risorse e fiducia. Occorre dare un’orizzonte di senso oltre la pratesità. In questo senso la modalità ed il tipo d’intervento su un’area come il “Macrolotto Zero” può essere uno dei contributi qualificanti per la riappropriazione di senso di una comunità complessa del proprio territorio.

Terziarizzazione

Sembra difficile immaginare la riconversione di un distretto a monoproduzione come quello pratese ad una diversa (o diverse) attività produttive di lunga durata, strutturali, come lo era il tessile. La risposta che da destra si da è la più immediata ma priva di futuro: quella del mattone e della speculazione. Priva di futuro perché incapace di consolidare un campo di lavoro strutturato nel tempo, essendo il mattone una fonte certa d’impiego e guadagno (per i proprietari) limitata nel tempo. Se da una parte comunque, occorre lavorare al mantenimento di una vocazione tessile più di commercio che produttiva salvaguardando e valorizzando la storia ed il saper fare della città, dall’altra bisogna senza indugi diversificare. Farlo pensandosi dentro l’Area vasta della Toscana inserita nel contesto del mondo. Più mondo in Prato, più Prato nel mondo. Terziarizzazione e servizi, università, nuove tecnologie e cultura sono i tre assi su cui ricostruire un tessuto di benessere sociale ed economico della nostra città.

Conclusioni

Tracce di Sinistra: spunti di programma

Avanziamo alcune ipotesi di lavoro concreto su alcune proposte specifiche.
1. Area Ospedale: proponiamo che l’area dell’attuale ospedale divenga un centro polifunzionale culturale, per le giovani generazioni e di servizi in sintonia con le necessità di sviluppo del polo universitario. Pensiamo ad una parte destinata ad alloggi per studenti, ad un centro culturale dotato di spazi di studio, di produzione musicale ed artistica, di un campus sportivo e di servizi definiti sulla base delle finalità dell’intervento ed in sintonia con l’università.
2. Macrolotto zero: proponiamo il consolidamento dell’area come polo a diversa densità etnica e culturale, puntando a valorizzarne le specificità in Toscana e nel mondo ricercando opportunità di scambio e conoscenza e di collaborazione economica. Chinatown pratese come parte della nuova identità della città e non come elemento da debellare.
3. Università: sviluppo delle attività e dei corsi di laurea, con promozione di collaborazioni con il territorio per bandi di concorsi d’idee finanziati dagli enti locali riguardanti la città.
4. Archeologia industriale e civile: ricostruire un circuito di sviluppo turistico che, oltre alle attività agrituristiche ed enogastronomiche, punti a valorizzare le aree di archeologia industriale come la ex cementizia e la ex banci (solo a titolo di esempio), e le aree ad archeologia civile come il “parco” etrusco di gonfienti che è necessario sottrarre al degrado ed alla cementificazione facendolo diventare un polo turistico in connessione con gli altri siti etruschi di Artimino e Comeana. Proponiamo che le “ciminiere” di Prato, reperto storico dello sviluppo industriale e civile della nostra area, siano dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
5. Frazioni e partecipazione: proponiamo un progetto che realizzi un circuito di valorizzazione socio-culturale e storico delle nostre frazioni in relazione a nuovi strumenti di partecipazione popolare per la promozione di proposte della cittadinanza su temi generali e specifici da normare attraverso un regolamento che prenda spunto da quello regionale. La valorizzazione dei luoghi di socialità, territorialità e nuove forme di democrazia partecipativa e diretta, pensiamo siano utili politiche per arginare la percezione d’insicurezza del diverso.
6. Immigrazione: proponiamo il diritto di voto per i cittadini immigrati, come elemento di piena cittadinanza per dare sostanza al “pari diritti pari doveri”. Siamo davanti ad un immigrazione di terza generazione, con cittadini che sono nati e cresciuti nella nostra città e che a pieno titolo devono poterne determinare anche le scelte di programmazione politica e gestione economica e sociale.
7. Laicità: proponiamo la costituzione, come altri enti hanno già fatto in tutta Italia, dei registri per le unioni civili ed il pieno riconoscimento della libertà di orientamento sessuale attraverso forme di parificazione dei diritti tra famiglie etero ed omo sessuali, per quanto di competenza di comuni e provincia sulle materie in oggetto.
8. Software libero: proponiamo la costituzione di un’agenzia pubblica per la promozione di software libero nella nostra provincia con la compartecipazione degli enti locali e dei soggetti sociali.
9. Rifiuti, Acqua, Terra: proponiamo di lavorare ad allargare la sperimentazione della raccolta porta a porta avvenuta a Vaiano a tutti i comuni della provincia. Proponiamo di lavorare al raggiungimento del 50% di raccolta differenziata potenziando i servizi già in essere. Proponiamo di sperimentare la realizzazione di “punti acqua” in città, luoghi di distribuzione d’acqua potabile gratuita tramite appositi depuratori, per incentivare l’utilizzo di acqua non imbottigliata ed iniziare un percorso di abbattimento dell’utilizzo della plastica nella produzione. Proponiamo un progetto sperimentale per l’utilizzo dei pannolini di pezza al posto di quelli sintetici (che rappresentano circa il 10% dei rifiuti urbani) attraverso finanziamenti degli enti locali ed in compartecipazione con la regione Toscana. Sull’impiantistica proponiamo la dismissione dell’impianto di Baciacavallo e di assumere come proposte di lavoro le decisioni del tavolo di concertazione regionale costituito dopo l’approvazione del piano d’area vasta. Indichiamo l’obiettivo rifiuti zero, come orizzonte di ricerca e lavoro futuro. Proponiamo il mantenimento dell’acqua come bene pubblico da sottrarre alla logica del profitto e della mercificazione. Proponiamo il rispetto del territorio e dell’ambiente come volano incondizionabile per le scelte urbanistiche future. A tal proposito consideriamo saturo il territorio pratese ed incapace di accogliere nuove pesanti cementificazioni.
10. Accesso al credito e fondo di garanzia sociale: proponiamo la costituzione di un’agenzia locale, compartecipata da enti, parti sociali, banche per agevolare l’accesso al credito di imprese e privati cittadini. Proponiamo anche la costituzione di un fondo di garanzia sociale da costituirsi con capitale iniziale pattuito tra i promotori dell’agenzia e da accrescere con parte dei fondi degli oneri di urbanizzazione, per parte degli enti locali. Tale fondo di garanzia sarà utilizzato per l’accesso al credito ma anche per finanziare progetti specifici di rilevanza sociale e culturale riguardanti il territorio pratese.
11. Differenza di genere: Insieme a questi punti specifici occorre un prospettiva generale di rilancio delle opportunità di lavoro e di intervento sulle fasce sociali che più risentono della crisi economica. In questa ottica, oltre ai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo che necessitano di interventi di accompagnamento verso il reinserimento, la mobilità o l’avvicinamento alla pensione, occorre particolare cura per le donne. Le donne sono, oggettivamente, la parte sociale più colpita. Perché hanno maggiore difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro e perché sempre più sono chiamate ad un lavoro aggiuntivo di cura “familiare” che rischia di ricostituire i meccanismi della vecchia società patriarcale. Questa tendenza va radicalmente contrastata con interventi specifici che restituiscano protagonismo sociale e politico al genere femminile come elemento di civiltà, di rinnovamento della società e valorizzazione della specificità e delle capacità insite nella differenza di genere. Senza ciò la nostra città e la nostra società rischiano una grave regressione ed un impoverimento della sua vitalità e della sua capacità di uscire positivamente dalla crisi economica e sociale che la sta attraversando.
12. Codice Etico: Occorre promuovere la separazione tra incarichi di direzione politica/istituzionale, con quelli di dirigenti d’azienda e componenti dei consigli d’amministrazione. Una netta distinzione tra funzioni e ruoli è fondamentale per ricostruire un rapporto etico tra la cittadinanza e la politica. A tale scopo proponiamo una riforma dei costi delle società partecipate con la riduzione degli stipendi e dei gettoni di presenza, così come per gli eletti nei consigli e per i ruoli esecutivi istituzionali.

La nascita di una nuova Sinistra

La nascita di una nuova sinistra popolare è la necessità storica del nostro tempo. Senza di essa, rischiano di venir meno i fondamenti sociali per la costruzione di una civiltà plurale, dinamica e democratica. La riduzione della rappresentanza politica a due sole forze significherebbe chiudere la transizione politica italiana mettendo, di fatto, una soglia di sbarramento sociale alla rappresentanza politica. Una possibilità che può divenire realtà. Una possibilità iscritta nell’americanizzazione della società e della politica che si è prodotta vigorosamente in questi ultimi anni. La sinistra può e deve continuare ad esistere anche a Prato. Lo potrà fare se saprà ricostruire la sua identità ed il suo nuovo profilo accettando le sfide della trasformazione sociale ed economica che hanno divelto il nostro distretto industriale e sociale così come lo abbiamo conosciuto per decenni; se saprà imparare dalla differenza di genere e dalla difesa dell’ambiente, nuovi linguaggi di critica al potere costituito e trasformazione dell’esistente. Occorre attrezzarsi ad un lavoro di lungo periodo. Occorre fare della partecipazione, della democrazia e della contaminazione, gli assi portanti per la ricostruzione possibile. Senza, la Sinistra, anche nella nostra città sarà messa alla prova della sopravvivenza.

Una sfida per il futuro.

E’ così delineata la sfida per il futuro. Una sfida che deve connettersi con i nuovi linguaggi e le nuove simbologie delle nuove generazioni: senza di esse e le innovazioni culturali di cui sono portatrici, questa sfida non può neppure avviarsi. Una sinistra che ricostruisca il proprio orizzonte strategico futuro pensandosi in autonomia dalla tenaglia “governo-opposizione”, da scegliere tatticamente di volta in volta sulla base dei rapporti di forza sociali e del progetto politico generale. L’esistenza della Sinistra dipenderà anche, da tutte le donne e da tutti gli uomini, che avranno ancora voglia di avanzare una critica al mondo moderno, che avranno ancora la voglia di avanzare una proposta di liberazione per l’umanità. La Sinistra pratese dovrà avere questo orizzonte, dentro le specificità locali. Come orizzonte l’Europa ed il mondo, perché sono i grandi temi ed i grandi valori che animano le passioni e svegliano le coscienze.

Con questo scritto, aperto ai contributi ed alle riflessioni di chi vorrà, ho voluto sostanziare la mia scelta di aderire all’associazione nazionale per la costruzione di una nuova soggettività politica della Sinistra in Italia. E’ un umile, sintetico e personale contributo ad una più grande e partecipata riflessione che dovrà coinvolgere tutte e tutti coloro che avranno voglia di cimentarsi in questa impresa. Io ne ho voglia. Sono sicuro che tante e tanti altre ed altri la condivideranno insieme a me

1 commento:

Anonimo ha detto...

ora capiamo perchè la sinistra ha avuto il grande tracollo di consensi. Quando si ha la vista ottenebrata dal prosciutto dell'ideologia e si arriva a dire che per il Macrolotto Zero si può pensare ad una entità multietnica da sviluppare e non da debellare, penso che la misura dell'ipocrisia politica sia oramai colma. In quanto all'integrazione con i cinesi, occorre la volontà anche da parte loro, che non è (salvo rarissimi casi e tutti dettati dal mero lucro "capitalistico") mai stata presente, confermandoci più volte invece la loro intenzione di fare il possibile per impadronirsi del territorio, creando il maggior disagio possibile. Sicuramente non pubblicherete questo mio sfogo, perchè nei vostro blog non ho trovato un minimo accenno all'illegalità diffusa cinese, oramai sotto gli occhi di tutti, anzi la colpa è solo degli italiani(sfido a trovare uno solo dei vostri articoli, dove ciò non è vero).Alessandro Sforzi