TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 9 maggio 2009

Prato. Alla Cina piace il made in Italy...

... e così, nascono inedite sinergie!
E mentre i politicanti locali straparlano di distretti "paralleli", di "salvare" Prato, e chi più ne ha più ne metta, e mentre alcuni industrial-politicanti hanno preferito, per il mercato cinese, andare a produrre all'estero (Cennincina docet), c'è chi affronta in maniera molto più pragmatica, e forse più lucidamente, la questione, cercando di capire come è possibile interagire...
Parlare di queste cose è fondamentale, anche solo per comunicre una visione diversa della città e dei suoi cittadini... di qualsiasi etnia siano!
MV

di Maria Lardara

L’alleanza italo-cinese corre sul web
Aziende pratesi provano a vendere su Internet tessuti e abiti in Cina

La piattaforma di “Moda in Prato” è curata da Abaco Coinvolte ditte tessili di confezioni e di abbigliamento

PRATO. C’è una nuova frontiera di business che alcune imprese cinesi e italiane di Prato fiutano da tempo e che, se tutto decolla nel giro dei prossimi mesi, consentirà loro di fare affari con lo sterminato mercato della Grande Muraglia. Nessuna delocalizzazione di aziende pratesi in Cina, però: il segreto per fare affari laggiù è racchiuso nel sistema dello shopping virtuale. Grazie a una specifica piattaforma web (www.pratomoda.it), un abito confezionato a Prato potrà finire nel guardaroba di un cinese di Pechino o di Shanghai. A muovere i fili di questo progetto per creare una sorta di eBay in versione orientale, sono Alfio Tiezzi del gruppo Abaco e Luca Rinfreschi, ex presidente della Camera di Commercio e ora presidente di “Mode in Prato”,
“Mode in Prato” è il consorzio nato nel 2008 dall’aggregazione di un gruppo di imprese pratesi, specializzate in tessuti e abbigliamento (tra cui anche la Pellicceria Rinfreschi). Dopo una partenza in punta di piedi, adesso il consorzio vuole fare sul serio, impegnandosi nella costruzione di un ponte virtuale verso la Cina per le produzioni pratesi: ad accelerare il tutto è stato l’interessamento di un imprenditore dagli occhi a mandorla, Giacomo Hsia, conosciuto in città per essere il titolare del ristorante Fujiyama. Con l’altra azienda di confezioni di sua proprietà, la Owaton srl, Giacomo ricopre un ruolo chiave all’interno del consorzio “Mode in Prato”, in quanto da tempo è in contatto con EuroChina Telecom Service, società di telecomunicazione con sede a Pechino e una filiale ad Hangzhou, capitale dello Zhejiang.
Sarebbe questo il partner cinese del progetto di www.pratomoda.it: gli ordini di acquisti da Prato saranno gestiti in pratica attraverso un’apposita piattaforma di call center da giovani studenti cinesi impiegati dentro la struttura di Euro China Telecom Service. Sempre più, del resto, impazza in Cina la voglia di comprare via web. «E il prodotto made in Italy sta diventando sempre più appetibile. Per questo - fa notare Giacomo Hsia - può essere efficace una strategia per commercializzare un capo finito a Prato con gli strumenti che mette a disposizione la tecnologia virtuale». D’altro canto, secondo Luca Rinfreschi, «questo potrebbe essere un piccolo passo verso l’integrazione economica delle confezioni pratesi e orientali». «La novità del progetto - aggiunge l’ex presidente della Camera di commercio - consiste nel guardare con occhi diversi il mercato cinese, in chiave di ritorno per le nostre produzioni, che saranno garantite da un marchio di tracciabilità attraverso una scheda di certificazione del prodotto disponibile sulla pagina internet». Il dominio www.pratomoda.it è stato già registrato: il problema è che dal consorzio mancano all’appello le imprese cinesi, mentre figurano quelle pratesi (Roen, Maintex, Frasitex, Handy, Machattie, Pellicceria Rinfreschi, Gruppo Abaco). «Stiamo cercando di coinvolgerle in modo da arrivare a una ventina di ditte entro la fine dell’anno», fa sapere Rinfreschi.
Il progetto dello shopping virtuale in Cina si finanzierà con i capitali di ciascuna azienda, con una garanzia per il consumatore finale che avrà il vantaggio di ricevere a casa sua un prodotto realizzato tutto o in parte con materia prima pratese. Ma i progetti d’integrazione economica nel distretto tessile non finiscono qui. L’ex assessore Giancarlo Maffei sta lavorando da qualche mese alla creazione di un consorzio di imprese cinesi di alto livello: una sorta di Pratotrade dagli occhi a mandorla, estesa però al comparto del pronto moda.

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