Ci chiediamo infatti come sia possibile che, a fronte della segnalazione del guasto, non ci sia stato lo sforamento di limiti previsti per le emissioni di diossina, dato che, per l'appunto, il guasto c'era. Senza dimenticare che sono proprio le fasi di accensione e spegnimento degli impianti che producono le emissioni più elevate.
Detta fra noi, quindi, anche un impianto che va avanti a "stop&go" (ed è un bene che almeno i sistemi di sicurezza servano a qualcosa...) può produrre dei bei danni.
Altro che tranquillizzare...
MV
da Il Tirreno del 08/10/08
Lo stop all’impianto scatena i comitati
Provincia sott’accusa: «Ancora una volta popolazione tenuta all’oscuro»
Romiti: «L’inceneritore sarà riattivato solo a soluzione certificata Ma a forno spento non può produrre diossina»
TIZIANA GORI
La Provincia di Pistoia, a cui spetta il compito di rilasciare l’autorizzazione per la ripresa dell’attività, non darà il via libera sino a quando non sarà garantità la funzionalità in sicurezza dell’impianto. Queste le assicurazioni di Romiti, che alla notizia della chiusura dell’impianto, due giorni fa, era stato duramente attaccato dal consigliere di Forza Italia Mario Niccolai. «Come al solito quando c’è di mezzo l’inceneritore - ha detto Niccolai - la popolazione non è informata tempestivamente».
La questione inceneritore è stata inserita d’urgenza tra i punti all’ordine del giorno del consiglio provinciale di ieri. «Niccolai - risponde Romiti - giustamente fa anche notare che il guasto è venuto alla luce grazie ai sistemi di rilevazione di cui è stato dotato il termovalorizzatore. Il consigliere si augura che non ci siano state emissioni. Tranquilli - afferma il vicepresidente della Provincia -. In assenza di combustione non possono essere avvenute emissioni di diossina».
Che cosa è successo nella notte tra venerdì e sabato? «In una lettera il Cis mi informa che le apparecchiature di controllo del sistema di alimentazione dei carboni attivi hanno rilevato un problema nel sistema, e l’impianto è stato immediatamente fermato. Sono in corso le operazioni di ripristino delle apparecchiature. L’inconveniente è stato provocato dall’ostruzione del canale di passaggio del materiale, a causa di alcuni corpi di dimensioni troppo grosse presenti nel carbone. Cis precisa che l’ultimo caricamento di carbone è stato effettuato nella mattina di venerdì 3 ottobre, dopo le consuete procedure di analisi chimica del materiale. L’esito era stato conforme alle specifiche. Il silos ora è in corso di svuotamento. Verrà ripulito e caricato con prodotto nuovo. L’azienda comunicherà gli esiti degli accertamenti».
Il tempestivo blocco dell’impianto, sostiene Romiti, conferma come le “innovazioni” imposte dalla Provincia sui sistemi di sicurezza si stiano dimostrando efficaci per la prevenzione di eventuali malfunzionamenti dell’impianto.
Non la pensano invece così il comitato contro l’inceneritore di Montale, il coordinamento dei comitati e il forum ambientalista, che in un comunicato congiunto parlano di “un film già visto”. «Un episodio così grave è stato messo a conoscenza della popolazione solo a cose fatte. Mentre le istituzioni si vantano dei sistemi di sicurezza che funzionano, la salute viene messa a rischio ancora una volta senza che la popolazione sia stata allertata. Più volte abbiamo denunciato la pericolosità di questi impianti, e in particolare di quello di Montale, e avevamo ragione. Chi risponderà dei danni? Chi pagherà? Le alternative esistono, perché non si vogliono utilizzare?
Ci risulta - prosegue il comunicato - che sul sito della Provincia siaano presenti solo i dati relativi ai controlli mensili delle emissioni degli inquinanti, e non quelli relativi alle indagini su animali, uova e altri alimenti effettuate nei primi mesi dell’anno. Perché? Ad oggi non si conoscono ancora con certezza le cause della chiusura dell’impianto nel luglio 2007. Ci appelliamo al senso di responsabilità delle istituzioni, affinché alle parole seguano finalmente i fatti. È in gioco la tutela della salute pubblica. Chiediamo ancora una volta, con forza, che l’impianto venga dismesso, i siti inquinati bonificati e siano avviate politiche alternative, a partire dalla raccolta differenziata porta a porta».
Nessun commento:
Posta un commento