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La mer, la fin...

giovedì 2 ottobre 2008

Recoplast. Appello dei lavoratori

Ancora su Recoplast
MV

da Il Tirreno del 02/10/08
«Asm non lasci a casa 50 lavoratori»

Presidio dei lavoratori Recoplast. «Il sindaco faccia da mediatore»
«I soldi per i lavoratori ci sono e pagheremo anche ottobre. Ci sono problemi finanziari ma l’azienda è innovativa»
PRATO. Asm non affitti una scatola vuota ma si impegni a rilevare la Recoplast con tutti i suoi dipendenti e non solo il ramo del “multimateriale” con 13 dipendenti. I 50 lavoratori della società di Agliana, accompagnati dai sindacalisti pistoiesi, si presenteranno con questa richiesta davanti al Comune di Prato. Chiederanno a gran voce al sindaco Romagnoli che la trattativa si apra per il pacchetto completo. Recoplast è un’azienda che, nonostante le difficoltà di oggi, guarda al futuro e Asm, azienda municipalizzata, non può ignorarlo.
Dopo le istituzioni pratesi tocca a quelle pistoiesi cercare di porre fine alle sventure dell’azienda di riciclo di rifiuti differenziati. Il presidio dei lavoratori, oggi alle 17, si sposta a Prato perché è nella città tessile che ha sede l’unica società interessata a rilevare l’azienda. E il Comune, come azionista di Asm, non può voltarsi dall’altra parte.
«Non possiamo pensare - commenta Marcello Familiari, sindacalista della Cisl pistoiese - che un’azienda che opera in un settore in espansione come il riciclaggio venga chiusa. E non si può accettare che a “speculare” su questo sia proprio un’azienda municipalizzata. Per questo chiederemo al Comune di Prato di farsi interprete delle nostre istanze e mediatore tra le parti. Poi si aggiunge la preoccupazione per gli stipendi dei lavoratori: non è detto che da ottobre vengano pagati».
Innovazione, prospettiva per il futuro e stato di liquidazione mal si conciliano ma la Recoplast sembra comunque tutto questo. A fronte di un’attività che certo non è in depressione ci sono una gestione finanziaria e degli investimenti che hanno fatto acqua. A spiegarlo è lo stesso liquidatore. «Un po’ di tempo fa - racconta Bruno Gori (che garantisce che comunque i soldi per gli stipendi ancora ci sono) - la Recoplast investì un milione e mezzo di euro in un impianto per la realizzazione di barriere fonoassorbenti. Si contava che ci sarebbero stati finanziamenti che invece non sono arrivati, o comunque solo in parte. A questo si aggiunge il fatto che i macchinari sono entrati in funzione solo dopo un anno. Un insieme di difficoltà che hanno prodotto perdite rilevanti, impossibili da colmare nonostante due aumenti di capitale da parte dei soci che, alla fine, davanti al ripetersi di una situazione finanziaria difficile hanno deciso di non investire più».
Un racconto che chiarisce perché Recoplast, azienda innovativa, è in liquidazione. «Il settore del riciclo della differenziata - è sempre il liquidatore a parlare - non è quindi stato toccato da difficoltà ma semplicimente non è stato capace di sopperire alle difficoltà finanziarie complessive».
Il.r.

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