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La mer, la fin...

domenica 30 novembre 2008

Economia. Fiducia nelle ecobanche.


Boom ecobanche
Marinella Correggia

il manifesto 29.11.08


Si occupano di finanziare l'economia reale anziché rovinose speculazioni finanziarie. È dunque logico che le piccole, etiche ecobanche - come, in Italia, Banca popolare etica e le Mag o Mutua autogestione - stiano conoscendo un meritato successo. Aumenta la fiducia in loro da parte dei «risparmiatori», e anche di chi ha solo uno stipendio o una collaborazione da far accreditare da qualche parte. Il piccolo boom delle banche etiche è raccontato da un articolo su www.planetark.com, il sito per l'ambiente della Reuter. Si parla ad esempio della Triodos, storica banca eco che anziché investire in derivati o in qualche altro complesso prodotto finanziario fra quelli che hanno aiutato a far scoppiare la crisi bancaria e finanziaria mondiale, si occupa di - e presta a - progetti veri, come le fonti di energia alternativa, i servizi sociali, i centri di cura, la cultura ecc. Un altro fattore chiave è la trasparenza nella comunicazione con i clienti, i quali vogliono sapere quel che si fa con il loro denaro. Nel mese di ottobre la Triodos è stata quasi presa d'assalto: 60 nuovi conti aperti ogni giorno, cinque volte più della media precedente. La banca, con sede centrale in Olanda e filiali in Belgio, Spagna e Gran Bretagna, oltre a investire solo in progetti veri, non prende prestiti all'interno del circuito bancario. In Gran Bretagna, l'Ecology Building Society ha goduto di versamenti per 2,5 milioni di sterline in ottobre; certo una goccia nell'oceano finanziario di High Street, ma il doppio rispetto ad aprile. Certo «investire nel mattone» è quasi una banalità, ma la compagnia in questione valuta l'impatto ambientale di ogni progetto prima di finanziarlo. Ha visto crescere i risparmi depositati anche la Britain's Co-operative Bank, il cui sito enuncia chiaramente le scelte etiche, contro il caos climatico e per i diritti umani. Una cliente, intervistata nella capitale belga, ha detto che le grandi banche convenzionali speculano sul denaro e alla fine non ci si capisce nulla, salvo che hanno poco a che fare con la realtà. Meglio una banca etica, che sembra rispondere meglio a quel che la gente vive tutti i giorni. Eppure si guadagna molto di meno affidandosi agli istituti alternativi. Triodos Belgio, ad esempio, offre un tasso di interesse del 2 per cento sui conti di risparmio e un premio del 2 per cento per denaro nuovo che rimane fermo nel conto almeno sei mesi, oltre a uno 0,5 per cento per il denaro che rimane fermo per 11 mesi. Poco, in confronto al tasso della banca Fortis del 4,25 per cento più un premio dell'1 per cento per il denaro depositato nei primi tre mesi del 2008; e molto molto meno dei guadagni offerti da alcuni prodotti finanziari ad alto rischio. Però Fortis, come Dexia e altre, sono cadute nel vortice. Secondo un esperto dell'agenzia Moody le banche etiche beneficerebbero di un tentativo delle persone di distribuire il loro denaro fra diversi istituti per approfittare del tetto garantito dallo stato per i depositi in ogni istituzione. Ma per l'International relations at Ethical Investment Research Service (Eiris) che fa ricerche sul comportamento sociale, ambientale ed etico delle compagnie, ormai molti risparmiatori non intendono più ignorare l'ambiente e i cambiamenti climatici. Oltre a non fidarsi più delle banche e dei prodotti ad alto rischio.

(«Niente più denaro e quindi niente più speculazioni né furti né ignobili traffici né quelle ignominie causate dalla cupidigia, niente più privilegiati e niente più miserabili»: era il sogno di una società comunista architettato da Sigismonde, personaggio del romanzo Il denaro di Emile Zola...)

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