TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 24 novembre 2008

Prato. La lettera dei fondatori del gruppo "Via i cinesi da Prato"

Come al solito, "non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che..."
E possiamo aggiungere le varie caratteristiche...
No, noi una scusa del genere non la accettiamo!
E non ci vengano a raccontare del "grande numero di clandestini" che incontrano per strada, i due studenti del Cicognini: forse hanno chiesto i documenti a tutti? O hanno dato per scontato che fossero illegali?
E nemmeno ci raccontino la favolina di un popolo italiano tutto dedito al rispetto delle regole e delle leggi: a Prato, l'abbiamo denunciato più volte, l'arroganza di tanti pratesi la fa da padrone, e guai a chi osa metterli di fronte alle proprie manchevolezze.
Ci piacerebbe, si, vedere questi stichi di santi di studenti nelle loro attività quotidiane, nel loro integerrimo comportamento da bravi cittadini...
Il benvenuto lo vogliono dare solo a chi "accetta i colori della nostra bandiera"? Allora inizino ad espellere da Prato i leghisti...
A Marco Mazzoni ed Andrea Blanco un solo appello: meno cazzate!

Il Sorcio Verde


da il Tirreno del 24/11/08

L’intolleranza nasce dai troppi cinesi irregolari
Gli ideatori del gruppo “Via i cinesi da Prato!” su Facebook si scusano innanzitutto con la comunità cinese per i toni talvolta razzisti usati da alcuni membri. Infatti, la descrizione del gruppo, oltre ad avere un accento evidentemente ironico, terminava con un chiaro N.B. che affermava: “questi messaggi non sono rivolti a quelle persone della comunità cinese che si sforzano di integrarsi e, nonostante le oggettive difficoltà, ci mettono tanto impegno”; inoltre avevamo invitato tutti a moderare i termini ed usare espressioni civili.
Non è mai stata nostra intenzione suscitare reazioni discriminatorie. Abbiamo cercato di censurare i messaggi più duri ma è facile capire l’impossibilità di controllare un gruppo formato da più di 1.500 membri. Siamo però soddisfatti del successo ottenuto da tale adesione. Ciò dimostra un sentimento ormai palese che accomuna molti cittadini pratesi. La tolleranza non può che indebolirsi davanti al continuo afflusso immigratorio di cui la nostra città è da anni soggetta, senza alcun controllo effettivo. L’illegalità che caratterizza tale situazione è nota a tutti. Quale esempio possiamo trarre noi giovani da un Comune così permissivo e “tollerante” nei confronti di chi non rispetta la Legge? Sappiamo bene che oltre agli 11.370 cittadini cinesi regolari (come dichiara l’Istat del 1ºgennaio 2008) c’è un grande numero di clandestini che ogni giorno incontriamo per strada, che lavora in nero nelle fabbriche-case, che guida senza patente, che importa prodotti di contrabbando, che ricicla carte d’identità e passaporti. A loro che si permettono di affollare i nostri quartieri, ghettizzandoli, e dimenticati dalle autorità e al nostro sistema amministrativo “malato” che favorisce tale illegalità, noi ci rivolgiamo. A chi è venuto in Italia credendo di poter vivere secondo le proprie regole, noi vogliamo ricordare che l’Italia è un Paese civile con una Costituzione ed un sistema legislativo che dovrebbe tutelare questo principio: la legge è uguale per tutti. Noi cittadini italiani esigiamo che i nostri diritti ed i nostri doveri siano rispettati da chiunque voglia entrare nel nostro Paese. Se apriamo la porta di casa, chiediamo nome e cognome. Il benvenuto lo diamo solo a chi accetta i colori della nostra bandiera. Per porre fine a queste polemiche faziose abbiamo deciso di oscurare il gruppo. Noi fondatori di questo social-network ci siamo autoeliminati per fondarne presto un altro che porti avanti lo stesso dibattito a scopo informativo e costruttivo, nei limiti del rispetto civile e umano.
Marco Mazzoni e Andrea Blanco

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