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La mer, la fin...

venerdì 28 novembre 2008

Energia. Convegno a Prato degli Industriali tra nucleare e incenerimento

Eh si! Certo... La bolletta diminuirà utilizzando i rifiuti per produrre energia... E allora qualcuno ci spiegherà anche perché il contributo CIP6 che troviamo sulle nostre bollette (e che quindi paghiamo noi...)serva proprio, in Italia, a finaziare l'incerimento, altrimenti non conveniente.
Senza contare la produzione di un bel "ciclo virtuoso" di diossina...
Buttiamoci anche un po' di nucleare (con tutti i problemi connessi, dallo smaltimento dei residui radiottivi ai costi di approvvigionamento delle materie prime), e la frittata è fatta!
Speriamo vivamente che al convegno organizzato dagli industriali si facciano sentire anche le numerose voci di protesta dei tanti comitati che lottano per la salute dei cittadini, e per politiche radicalmente diverse!
MV

da la Nazione del 28/11/08
E il dibattito si incentra anche sul nucleare

di MARIA LARDARA
E’ IL PRESIDENTE degli industriali di Varese ed è il coordinatore nazionale del Club dei 15 (che riunisce le associazioni industriali delle province italiane a maggior concentrazione industriale, fra cui Prato). Oggi è uno dei relatori del convegno che si tiene al Teatro Metastasio dal titolo «Energia per crescere: le scelte del paese a sostegno dello svilupopo».
Alberto Ribolla parlerà della “sua” ricetta per restituire competitività al manifatturiero. Che è quella di puntare sul modello di approvvigionamento energetico derivante dalla combustione dei rifiuti, per rimettere in moto la macchina degli investimenti nel settore industriale. Tradotto nella realtà di Prato, il suo potrebbe suonare come un invito ad accelerare i tempi sulla costruzione del termovalorizzatore, un tema già in passato al centro di infuocati dibattiti e svariate polemiche tra istituzioni e comitati e tra partiti in città.
«Quando si parla di energia si pensa soprattutto ai costi salati che le imprese devono sostenere.
E invece dovremmo iniziare a declinare il concetto di energia non come problema, bensì come opportunità per l’industria manifatturiera: un’occasione da non perdere per restituire competitività al sistema imprese rilanciando la spinta degli investimenti».
In che modo allora si può praticare un’efficiente politica energetica?
«Sull’energia occorre colmare un gap competitivo rispetto agli altri paesi, diminuendo l’incidenza dei costi delle imprese. La termovalorizzazione dei rifiuti potrebbe essere una strada praticabile perché produrrebbe un circuito di crescita virtuosa nell’area, con una riqualificazione del territorio che lo renderebbe più appetibile per richiamare investimenti».
In altre parole la scelta del termovalorizzatore è indispensabile?
«Direi di sì. Non conosco bene la situazione di Prato, ma in ogni caso credo che ci si debba scrollare di dosso quell’atteggiamento dogmatico che talvolta impedisce un approccio lucido al problema rifiuti in chiave di opportunità e sviluppo. Risorse e finanziamenti nazionali non mancano per costruire questi impianti, l’importante è chiarire la volontà politica di realizzarli senza prescindere naturalmente dal rispetto della salute dei cittadini e dalla tutela dell’ambiente».
Qual è la posta in gioco per il manifatturiero?
«A Prato come negli altri distretti la crisi è gravissima, inutile nasconderlo. Lo sarà ancora di più nei prossimi due anni quando sarà in atto una vera e propria selezione darwiniana delle imprese sui nostri territori: solo quelle che avranno dimostrato maggiore competitività riusciranno a sopravvivere. In questo senso sulla partita energetica si gioca il futuro della nostra economia, per questo motivo è urgente ridiscutere le scelte di politica energetica che finora hanno penalizzato lo sviluppo dei distretti».

CARA BOLLETTA
, quanto mi costi! Tanto più se le imprese italiane pagano i costi più alti per il consumo di energia in Europa. E anche se per gennaio è prevista una riduzione del 4% delle bollette della corrente e dell’1% di quelle del gas, per effetto della diminuzione del prezzo del petrolio, al Belpaese resta pur sempre la maglia nera dei costi energetici.
A lanciare l’allarme è Luca Paolazzi, direttore del centro studi di Confindustria, il cui intervento è previsto questa mattina nell’ambito del convegno al Metastasio: toccherà a lui tracciare “gli scenari energetici” nazionali, focalizzando l’attenzione su una serie di proposte auspicabili per arrivare a una riduzione del 30% della bolletta energetica. Con una parola d’ordine: diversificare il più possibile le modalità di approvvigionamento energetico, ricorrendo eventualmente anche al nucleare. “Ci sono delle opportunità di crescita per il sistema paese che troppo spesso non sono colte adeguatamente. Al nucleare – ammette Paolazzi - dobbiamo guardare senza paletti o pregiudiziali di sorta, cercando invece di comprendere meglio questa ipotesi per garantirsi un futuro energetico”. Dunque il nucleare come potenziale soluzione per far fronte alla crisi attuale? “L’importante - rileva - è che qualunque scelta adottata sia a livello locale che nazionale tenga conto di due elementi prioritari quali il risparmio energetico e la tutela ambientale. In quest’ottica vanno programmati tutti quegli intereventi mirati a dotare il territorio di infrastrutture efficienti a sostegno dell’economia locale, nel caso di Prato potrebbe essere il termovalorizzatore”. Un altro capitolo su cui si sofferma Paolazzi riguarda il pacchetto anti-crisi presentato dal Governo: “Mi auguro che in tal senso ci sia un’attenzione anche per le imprese e che eventuali misure di riduzione delle tariffe energetiche vengano orientate in base alle fasce di reddito delle famiglie stesse”.
M.L.

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