TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 27 novembre 2008

Firenze. Ma che bella compagnia...


Dal Corriere fiorentino.it


«Mai vista una discarica così intasata»

Il parco, le case, lo stadio nelle telefonate
Decine e decine le conversazioni telefoniche intercettate nell'inchiesta che ha preso il via dalle indagini sul project financing

Pedinati, fotografati e intercettati. C'è davvero di tutto all'interno del provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari Rosario Lupo. L'inchiesta dei carabinieri del Ros — coordinati dal procuratore capio Giuseppe Quattrocchi, Gianni Tei, Giuseppina Mione e Giulio Monferini — ha «partorito» al momento un primo atto concreto. Un'inchiesta che abbraccia gli ultimi dieci anni della storia di Firenze. Un percorso che inizia con l'accordo del 1998 e che si conclude con la proposta di un nuovo stadio nell'area controversa di Castello.
«MI SEMBRANO TUTTI MATTI». Andrea Bottinelli, presidente del Consorzio Castello, commentando la notizia del nuovo stadio con l'architetto Vittorio Savi manifesta la sua perplessità circa la compatibilità urbanistica del progetto. Bottinelli: «Mi sembrano matti tutti... ogni volta che c'è un argomento nuovo... Per non fare mai niente... Mi aveva chiamato Girot, io gli ho detto noi andiamo avanti come se il dibattito non ci riguardasse perché non credo che ci siano modi, tempi per modificare...se no tutte le volte non possiamo stare fermi solo perché improvvisamente qualche amministratore si mette a dibattere... ci scrivono dicendo che non si fa più niente. Dopo di che non so come fa ad andare lì la Provincia, la Regione, l'aeroporto, lo stadio, 1.500 famiglie e le scuole.. boh...io penso che ci metteranno sul giornale perché mai vista una discarica più intasata di quella che state facendo lì...dai...ma poi solo i flussi di traffico di trasporti...quindi per vincere le elezioni si parla dello stadio a Castello, ma ti pare? Vicino alla Provincia magari...vicino alle scuole. Chi abita lì ha il rumore dell'aeroporto...il rumore del traffico... il rumore dello stadio...cazzo e mandiamo lì 1.500 appartamenti...boh...non lo so io...può darsi che funzioni...io non faccio l'urbanista...mi sembra quelle robe destinate a bloccare tutto...a trovare un miliardo di oppositori e prima di mettere la prima pietra passano 10 anni».
«GIOVANI FIRME DI 90 ANNI». Intrecci e relazioni. L'accusa di corruzione per Biagi passa attraverso quattro nomi: l'avvocato Fausto Rapisarda, il suo collaboratore Gualtiero Giombini da una parte; gli «amici architetti» Marco Casamonti e Vittorio Savi. Non è un caso, dunque, che nel corso della perquisizione domiciliare effettuata il 18 novembre 2008 dai carabinieri del Ros a Biagi viene sequestrato un foglio manoscritto con la scritta «Giombini nomi» dentro la borsa da lavoro dell'assessore all'urbanistica. Di una lista di nomi si parla anche in un'intercettazione dello scorso primo settembre fra Giombini e Casamonti. Dice Giombini: «Ho visto l'elenco che mi ha mandato. Non è che siano giovani firme, ma un po' vecchiottini: uno ha 90 anni».
«MA COSA HANNO DECISO DI FARCI?» Si parla molto di Castello. E soprattutto se ne parla per telefono. È chiaro che l'inchiesta abbia avuto una svolta quando arriva la proposta di fare lì il nuovo stadio della Fiorentina. I carabinieri intercettano una conversazione, lo scorso 20 settembre, tra il sindaco Domenici, totalmente estraneo all'inchiesta, e Biagi: Domenici: «Quanta cubatura è»? Biagi: «Senti per darti un'idea è 1.400.000 metri cubi complessivi» D: «Ma hanno già deciso cosa farci?» B: «Aspetta... 1.400.000 è compreso la sede della Regione e la scuola sottufficiali, eccetera » D: «Va beh... va beh» B: «Ma cosa hanno deciso di farci in che senso?» D: «Cioè cosa ci fanno? Case? » B: «No questo è già scritto nel piano... ci fanno 1500 alloggi circa, attività commerciali... una grande superficie di vendita non alimentare... poi una serie di altre attività e uffici» D: «1.500 alloggi» B: «Circa, però loro aspetta... però loro ultimamente ci hanno chiesto di cambiare questa variante che faremo...una quota delle destinazioni finali di residenza... perché» D: «Vogliono fare più case quindi» B: «Sì è su questa quota che si cambierà... se il consiglio comunale sarà d'accordo... si applicherà la norma del 20 per cento dell'affitto» D: «Comunque il costruito è su 60 ettari...no meno» B: «No meno. Su 35-40 ettari alla fine » D: «Perché gli altri 25 diciamo sono... » B: «Sono di servizio e comunque verde di quartiere»
«SE INVECE DEL PARCO VUOI FARCI CASE, BISOGNA CAMBIARE» 29 gennaio 2008 Conversazione tra l'assessore Biagi e il consigliere Alberto Formigli. Si parla del parco di Castello Biagi: «Allora...loro vendono le aree alla Regione e alla Provincia... e sarebbero disponibili a farlo a questo punto... noi... e poi...per fare la sede degli uffici regionali e provinciali e regalano al Comune di Firenze l'area per fare la scuola della Provincia» Formigli: «Mmm...» B: «In cambio noi gli si... noi gli si considerano le quote dell'edilizia nuova della Provincia e delle scuole... nel computo complessivo... o meglio gli si aumenta l'edificabilità pubblica di 25 mila metri quadrati... (si corregge) di 65 mila metri quadrati... cioè praticamente gli si lascia inalterata la loro quota di edilizia privata... va bene?... Cioè, in pratica non c'è nessun aumento di volumetria privata, c'è un aumento di volumetria pubblica necessaria per realizzare la sede della Provincia e la sede delle scuole» F: «... Scusa tutta questa roba dove la mettono?» B: «Non ci sono problemi, ci sta... lì ce ne entra anche di più... abbiamo già fatto tutte le verifiche. Ci sta tranquillamente» F: «Ricordati che io voglio 10 etttari...no 10... ho detto bene 10 ettari...sì» B: «Quello si vede dopo raga... se no... Il problema è che lì c'è una questione collegata... Perché con gli oneri di urbanizzazione che si è aumentato loro ci fanno anche il parco...tutto... se poi noi gli si dice da una parte il parco non ce lo fate datecelo ci si fa case, si discuterà dopo... io questa cosa non la vorrei mettere in discussione perché se no si riblocca tutto un'altra volta. Perché se tu vuoi invece del parco farci le case bisogna cambiare la convenzione e loro ti diranno allora si fanno...cioè diventa...» In pratica, nota il gip, «il Comune comincia a rilasciare taluni permessi di costruire inerenti l'area in oggetto senza che venga minimanente affrontata la questione della realizzazione del parco che per convenzione dovrebbe essere realizzato subito e a spese di Ligresti». In pratica tutto ciò «determina a ritenere che la realizzazione del parco non sia più un fatto imprescindibile e che al posto di detto parco possa sorgere lo stadio cittadino, cionostante i permessi a costruire a Ligresti». Condizione imprescindibile della convenzione siglata ad aprile del 2005 tra Comune di Firenze e Fondiaria.
«SMITIZZIAMO L'IDEA DEL PARCO» A riprova un'altra intercettazione del 20 settembre scorso. Domenici dice a Biagi: «Smitizzare l'idea del parco e dire che quindi che questo è tutto contro un certa sinistra, eccetera, e dire che non, non è che fare il parco di per sè sia una garanzia se poi il parco e può essere molto meglio farci quello che ha proposto ieri Della Valle... questo è il punto» Biagi: «Tieni conto comunque Leonardo che tutto quello che c'è previsto nel progetto Della Valle più tutto quello che c'è previsto nel piano di Castello non ci sta... Bisogna che sia dato un ridimensionamento all'ipotesi di Della Valle in termini di dimensioni, come s'era detto. Loro bisogna che da 80-90 arrivino a 40 ettari perché 90 ettari non ci stanno fisicamente perché ci sono tutti una serie di limiti all'edificabilità e il parco occupa lo spazio che in parte è inedificabile... Quindi c'è questo piccolo particolare che non è banale» D: «Uhm... certo» B: «Quindi non ti sbilanciare troppo su questo punto» D: «Non è un problema di quantità, è chiaro che dobbiamo cominciare a dire che il parco così come è concepito non è...» B: «Può essere oggetto di una rivisitazione » D: «Non è... non è una roba fondamentale, ecco diciamo così: questo il punto» B: «C'è tutta la parte commerciale... e tutta la parte della logistica alberghiera potrebbe benissimo essere realizzata all'interno delle previsioni già esistenti se Ligresti gli vendesse quella parte a Della Valle»
«PORTIAMO A CASA TUTTE LE LICENZE» L'inchiesta si basa anche su un altro punto fondamentale: il rilascio di alcune licenze da parte di Palazzo Vecchio viene ampiamente analizzato dal gip. In un'intercettazione dello scorso primo ottobre tra Gualtiero Giombini e Fausto Rapisarda, due uomini di Fondiaria, si capisce quanto importanti siano proprio quei «documenti». Significativo, in tal senso, è un passaggio ben preciso quando Rapisarda dice: «Ti dico la mia opinione, anche se ti arrabbi. Dobbiamo portare a casa tutte le licenze... tutte quelle che ci danno ce le dobbiamo prendere, senza perdere tempo perché noi con le licenze in mano... comandiamo noi... poi voglio vedere che fanno... le revocano?» Nell'indagine si segue il cambiamento di opinione della Provincia di Firenze e un suo polo scolastico a Castello. La Provincia aveva emesso un bando di gara, ma il gip scrive: «Questa gara non ha avuto alcun seguito, il che fa ritenere che la Provincia vi abbia rinunciato o che la stessa sia andata deserta». Il gip poco più avanti ricorda che «Biagi invita gli imprenditori potenzialmente interessati alla partecipazione a detta gara, di boicottarla, il che tra l'altro fa intravedere una gestione generale del settore urbanistico alquanto inquietante, posto che è di tutta evidenza che questi imprenditori dimostrano di avere instaurato rapporti confidenziali e soprattutto poco trasparenti (evidentemente in relazione a vicende edilizie ulteriori) con l'assessore che si permette di dare indicazioni agli stessi e su loro espressa richiesta ». Dalle successive «intercettazioni emerge che il presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi (estraneo all'inchiesta, ndr) continui le trattative con Rapisarda per collocare la sede nell'area di Castello».
«IO HO INCONTRATO RENZI, PERO' QUESTO...» È qui che arriva Graziano Cioni che, «al fine di influire sulle determinazioni del Renzi » per portare la Provincia a Castello mette in contatto lo stesso Rapisarda con il giovane esponente politico. Illuminante è la conversazione dello scorso 18 marzo tra Rapisarda e Cioni che spiega: «Ti chiamo per dirti che c'ho parlato... è stato molto carino... tutto ok... lui ieri si è visto con Leonardo... dice che hanno chiarito tutto» . Ma la Provincia continua a essere un problema per l'affaire Castello: nell'intercerttazione del 26 settembre scorso Rapisarda dice all'ufficio relazioni esterne del gruppo Fondiaria Pier Luigi Berdonini: «Gli devo dire una cosa importante. Ieri sono stato da Biagi per vedere come vanno le cose e poi sono andato soprattutto per la questione Provincia... perché io avevo già incontrato Renzi, però, questo... Io voglio sapere chiaro se ci vanno o non ci vanno, anche perché la variante che stanno facendo insieme a noi è una variante che è fatta per la Provincia». Rapisarsa sa sempre tutto e anche in anticipo: lo scorso 13 marzo il suo addetto stampa lo informa che Regione e Provincia hanno dichiarato che sono disposte a comprare le aree e gli chiede se deve preparare una dichiarazione per i giornalisti. La risposta di Rapisarda è inequivocabile: «Cerchi di essere freddo, noi non sappiamo niente, capisce? Noi quand'è che sapremo qualcosa? Quando verrà fuori il comunicato (emesso da Regione e Provincia, ndr). Ma noi non sappiamo niente perché non abbiamo mai partecipato alla riunione. Manco sapevamo che c'era, quindi che vado a dirgli io? Sono d'accordo? Allora si capisce che siamo d'accordo veramente» . Intercettano davvero tutto. Perfino gli sms, anche se sono le conversazione a interessare i magistrati. Come quella del 21 agosto scorso, in cui Cioni dice a Rapisarda: «Un abbraccio per ora, io sono a lavorare come sempre per voi» . Lo stesso giorno, Cioni aveva chiesto a Rapisarda il finanziamento per pubbliccare e distribuire il regolamento della polizia municipale: «Duecentomila nuclei familiari devono ricevere a casa il regolamento di polizia municipale, quello contro il degrado: insomma, una cosa seria, per la tutela del decoro di Firenze, che poi sono i cavalli di battaglia che ho scelto io» . Rapisarda risponde: «Trenta?» «Aggiudicato, vai: gli altri li trovo io» , risponde Cioni.
27 novembre 2008

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