TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 26 novembre 2008

Prato verso le amministrative. La corsa in solitario del PD

Tra assemblee rinviate (ovviamente in deroga ai regolamenti stabiliti dal PD stesso), e primarie di coalizione che in linea teorica dovevano essere già convocate, se avevano intenzione di farle - ma la Sinistra lo sapeva??? - il PD continua a navigare a vista, con "uomini forti" che spuntano come funghi, da Milone a Panerati...
E noi continuiamo a seguire le vicende...
MV

da il Tirreno del 26/11/08
Candidati Pd, la ‘quadra’ non si trova

Assemblea rinviata, strategie per disinnescare la bomba-Panerati

I big lavorano per trovare l’accordo sul candidato unico ma è molto difficile

PRATO. Un altro rinvio, perchè la “quadra” non si trova. Si cerca l’accordo sul candidati unico Pd, ma è difficile. L’assembla provinciale che avrebbe dovuto riunirsi lunedì è stata spostata di qualche giorno. Forse a giovedì. All’ordine del giorno la questione primarie che per statuto è l’assemblea a dover votare, in particolare di che tipo: se di coalizione o di partito. Il tempo per esprimersi su quelle di coalizioni, per le quali gli eventuali candidati hanno l’obbligo di raccogliere il 35% delle firme dell’assemblea, è scaduto il 15 novembre scorso. A questo punto se, come appare possibile, la direzione avesse la volontà di ripescarle, dovrebbe modificare lo statuto regionale.
Fatto possibile ma con il consenso (voto) dell’80 per cento dell’assemblea. Numeri importanti sui quali, probabilmente, la direzione del partito non è certa di poter contare. In alternativa l’assemblea dovrebbe votare le primarie di partito - i tempi ci sono - per i cui candidati occorre solo il 10% delle firme dell’assemblea. Perchè tanta cautela? Non è questione di lana caprina. Riuscendo a ripristinare anche se fuori tempo massimo, le primarie di coalizione, la segreteria Pd avrebbe la garanzia di un numero ristretto di possibili contendenti (solo due per il Comune e due per la Provincia) e per i quali sarebbero necessarie molte firme. Una maniera, forse, per tentare di disinnescare la bomba-Panerati che ha annunciato la settimana scorsa l’intenzione di scendere in campo per la poltrona di presidente della Provincia - non sta ancora raccogliendo le firme - scompaginando ulteriormente i già faticosi giochi sui nomi di Paolo Abati - quotazioni lievemente sù - e Andriano Beningi, fixing un po’ in ribasso. «Ma bisogna andare con calma» spiega Panerati. La questione è complessa e delicata. La cordata che lo sostiene (Cgil, Uil, Cna, ex socialisti, una quota del partito) chiede un accordo politico complessivo nel quale si ridefinisca il nuovo centro sinistra pratese «che deve apririsi alla allenza a sinistra che sta nascendo in questi giorni - dice Panerati - all’Italia dei Valori ma deve anche avviare una riflessione con l’Udc perchè per salvare Prato occorre un è patto nuovo, forte e grande». Ma non solo. La cordata-Panerati chiede che siano definiti subito i temi programmatici da discutere e che si apra una discussione sulla direzione politica del partito che deve essere di garanzia. Temi caldi, dunque, che non solo coivolgono il ruolo della segreteria ma anche gli equilibri in Comune e Provincia. Quindi che si fa, si corre a raccogliere le firme per andare alle primarie di partito in un confronto aperto e democratico? No, perchè i moduli ancora non sono stati messi in distribuzione. Impossibile raccogliere le firme, perchè la comissione per la primarie deve ancora dare il proprio ok. Per farlo si deve riunire - lo ha fatto lunedì sera - ma manca ancora qualcosina. Appuntamento rinviato, anche questo, a non si sa quando. C’è chi sospetta che anche dietro tempi così dilatati - - il 6 dicembre è la scadenza per depositare le firme dei candidati - ci sia una strategia. Quale? Quella della “melina”: far trascorrere il tempo per arrivare all’ultimo giorno senza i concorrenti in pista. Non è un segreto che la segreteria punti su un nome unico che nelle intenzioni dovrebbe mettere d’accordo l’intera classe dirigente pratese. E se si arrivasse alla scadenza del 6 senza nessun candidato ufficiale? E’ qui - sempre in base allo statuto - che l’interpretazione si fa oscura. Dopo quella data, secondo alcuni big del partito, la segreteria potrebbe presentarsi all’assemblea con un proprio nome da far votare. C’è da scommeterci, sarebbe Paolo Abati.
C.O.

da La Nazione del 26/11/08
Il Pd cerca candidati unitari Abati per ora in vantaggio
Mille incontri più o meno segreti: i retroscena
GIORNATE intense di incontri, telefonate, riunioni più o meno segrete. Il Pd sta cercando un candidato sindaco unitario e, stando al «fixing» di ieri, le quotazioni di Paolo Abati, il giovane presidente del Consiag, sarebbero in ascesa: ha l’appoggio della maggioranza del gruppo dirigente, non è però gradito ad alcune componenti del partito (laburisti e buona parte della Cgil in primis), che sono grosso modo (ma non sempre) quelle che avrebbero voluto un Romagnoli bis. Nessuna decisione è stata ancora presa, però, enon è detto che tutte le caselle delle articolate trattative in corso vadano alla fine in porto. E’ una vicenda lunga e complessa, noiosa senz’altro per i non addetti ai lavori.

INTANTO l’assemblea provinciale che doveva essere convocata lunedì sera si svolgerà probabilmente domani. All’ordine del giorno molti temi, a cominciare dalle alleanze. Se il candidato sarà davvero unico, è evidente che le primarie di partito non si faranno. Ci sarebbero allora quelle di coalizione, con esiti probabilmente scontati (il candidato del Pd contro Aurelio Donzella dell’Italia dei valori, giusto per fare un nome, è ovvio che non avrebbe problemi di vittoria). Sono però ancora da definire anche i contorni della coalizione. I dipietristi, appare ormai scontato, ci saranno; ci saranno probabilmente anche i socialisti, ma non è chiaro cosa accadrà a sinistra. L’idea del Pd è preparare una piattaforma di programma con quattro o cinque punti imprescindibili — su urbanistica, immigrati e rifiuti, ad esempio — e non è detto che su questi possa esserci la convergenza di Rifondazione, che però sta lavorando assieme agli ex colleghi dell’Arcobaleno (Verdi, Pdci e Sinistra Demoratica) a un progetto elettorale condiviso.

C’E’ POI l’incognita Udc: molti, ma non tutti, nel Pd pensano che un dialogo andrebbe cercato, visti anche i responsi del sondaggio. E c’è la variabile Aldo Milone: l’assessore alla sicurezza ha dichiarato che al momento la sua associazione Prato libera & sicura non ha ambizioni elettorali, ma che ci sia l’intenzione di dar vita a una lista civica che faccia della legalità la sua bandiera è ormai il segreto di Pulcinella. Se ci sarà questa lista, non è chiaro se sarà in contrapposizione o meno al Pd.
INSOMMA, aldilà degli incontri che si susseguono con intensità crescente, poche cose sono al momento certe. Ad esempio la scadenza del 6 dicembre, data entro la quale gli aspiranti candidati devono presentare le firme: il 10% dell’assemblea per le primarie di partito, il 35% per quelle di coalizione. Nessuno però finora ha iniziato a raccoglierle, anche perché i moduli per le sottoscrizioni non sono ancora disponibili (dicono saranno pronti da oggi). Nemmeno Daniele Panerati, il vice presidente della Provincia che è stato l’unico a farsi in qualche modo avanti (per la presidenza della Provincia), ha finora compiuto passi concreti. «Penso che la cosa migliore sia trovare soluzioni politiche condivise — ha detto ieri —, solo se questo non sarà possibile la strada delle primarie diventerà quella maestra. La mia candidatura? Sono disponibile, amici mi hanno sollecitato, ma non è un dogma».
Così chi conta nel partito si incontra e si conta. Vorrebbero trovare la «soluzione condivisa» entro questa settimana, chissà se sarà possibile.
Anna Beltrame

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