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La mer, la fin...

lunedì 24 novembre 2008

Economia. Scontro tra Unione Industriali e Provincia sulla ricerca ASEL

Avevamo detto della presentazione del rapporto sui migranti e mercato del lavoro, contentente una serie di spunti di discussione notevoli (e che anche noi noj vediamo l'ora di analizzare nel dettaglio).
Ovviamente, qualcuno si è risentito, tanto da parlare di "sconcertanti affermazioni" e "infelici semplificazioni" (ormai ci siamo abituati alle iperboli verbali di Riccardo Marini e dell'UIP di questi tempi).
Al di là, quindi, dei toni "polemici" che la discussione può prendere volta per volta - e che necessariamente si nutre di generalizzazioni - concordiamo con Irene Gorelli, assessore alle Politiche Sociali in Provincia, quando sostiene che occorre confrontarsi fino in fondo... aggiungiamo noi, anche tirando fuori gli "scheletri dagli armadi" del distretto!
MV

da La Nazione del 22/11/08
Industriali contro la Provincia: notizie fuorvianti su tenuta del tessile e cinesi

E’ POLEMICA aperta tra Unione industriale pratese e istituzioni locali dopo le conclusioni dell’incontro sul nuovo rapporto 2007 “Migranti e mercato del lavoro nell’area pratese”, promosso appunto da Provincia e Comune di Prato e realizzato da Asel. Ieri un duro comunicato dell’Uip: «Talune sconcertanti affermazioni diffuse sui rapporti di subfornitura fra tessile pratese e confezioni cinesi e sull’occupazione nelle aziende cinesi sembrano essere - almeno in parte - il risultato di infelici semplificazioni più che dati oggettivi. Si legge sul comunicato stampa della Provincia che “Un numero significativo di aziende cinesi della confezione ha (…) a Prato il prevalente mercato di approvvigionamento di materia prima (dalle interviste risulta che per il 60% delle imprese gli acquisti si concentrano per oltre l’80% nell’area pratese)”.
Manca un anello fondamentale, cui nel testo della ricerca si accenna come vaga possibilità in una nota: se – come è nei fatti – gli acquisti avvengono sì nell’area pratese, ma attingendo da importatori, cinesi o pratesi che siano, dalla Cina e da altri paesi, dedurne che “l’insediamento della comunità cinese abbia garantito in parte, pur con mutamenti radicali, la continuità di esistenza del distretto a fronte dei mutamenti globali” appare ingenuo o pretestuoso». E ancora critiche: «Il titolo del rapporto “Distretto parallelo o chiusura della filiera?” non può certo trovare una risposta sulla base di simili dati, acquisiti peraltro, a quanto appare, sulla base di interviste agli stessi operatori cinesi e non corredati da riscontri oggettivi sui flussi delle importazioni dei semilavorati tessili. Se le confezioni cinesi si riforniscono a Prato, chi è che utilizza i tessuti, del valore di 116,9 milioni di euro (dati 2007) che arrivano a Prato dalla Cina?». E l’Uip attacca anche sui dati relativi sulle assuzioni cinesi che non sarebbero così esaltanti sul fronte dei contratti a tempo indeterminato. «L’impressione è che si continui a minimizzare, almeno nella comunicazione esterna, l’impatto negativo dell’illegalità dilagante nelle imprese cinesi esaltandone reali o presunte positività - commenta Riccardo Marini, presidente Uip - Nessuno ha mai negato che le confezioni cinesi se legali possano divenire una risorsa. Ma da qui ad affermare, in sostanza, che sono loro, oggi, a reggere le imprese tessili del distretto c’è una bella differenza».

da la Nazione del 23/11/08
BOTTA E RISPOSTA tra l’assessore alle politiche sociali della Provincia, Irene Gorelli, e il presidente dell’Unione industriale, Riccardo Marini, a proposito del rapporto sull’immigrazione presentato nei giorni scorsi a Palazzo Novellucci alle forze economiche e sociali (l’Unione industriale non era presente). La ricerca, in riferimento alle imprese cinesi, portava come sottotitolo «Distretto parallelo o chiusura della filiera?». E appunto sul rapporto tra imprese cinesi e italiane si è aperto il confronto. «L’illegalità in generale, e nello specifico quella delle imprese cinesi, si combatte andando fino in fondo nell’analisi, non certo immediata, dei fenomeni economici e produttivi che stanno interessando il distretto — afferma Gorelli — Su questi aspetti occorre avere il coraggio di confrontarsi fino in fondo, senza posizioni precostituite. La Provincia lo sta facendo». «Non si può dare una lettura per segmenti di una ricerca complessa su cui anche l’Unione industriale si sarebbe potuta confrontare nel corso della presentazione pubblica, organizzata specificamente per l’approfondimento con le forze economiche — prosegue l’assessore — Il rapporto contiene dati che non possono essere messi in discussione in quanto provengono interamente dalle banche dati del territorio, come quelle della Camera di commercio o di Idol, il sistema di monitoraggio del mercato del lavoro». Gorelli sottolinea inoltre che, a proposito delle dinamiche delle relazioni delle imprese cinesi con il distretto, nella ricerca si fa riferimento al parere qualificato di un gruppo di ‘portatori di interessi’, appartenenti al sistema delle aziende, del credito e alle parti sociali.


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