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La mer, la fin...

mercoledì 26 novembre 2008

Prato. Un record di cui facevamo volentieri a meno


da il Tirreno del 26/11/08
Violenza alle donne, Prato è a rischio

In provincia un tasso di denunce più che doppio di quello nazionale
L’aggressore è spesso il marito o il convivente Le vittime tra i 18 e i 40
PRATO. E’ Prato la provincia toscana dove viene denunciato il maggior numero di violenze sessuali sulle donne in rapporto ai residenti: 40 nel solo 2006, con un indice di 16,3 per centomila abitanti che è più del doppio della media nazionale (7,6). Lo afferma uno studio del Centro di criminologia dell’Università di Siena diffuso alla vigilia della giornata mondiale contro le violenze sulle donne. Un fenomeno sommerso, che raramente approda sulle cronache anche perché viene spesso tenuto riservato dagli stessi inquirenti. Ma la portata del problema è tale che non può non suscitare la preoccupazione di tante donne.
E proprio ieri il Centro antiviolenza “La Nara” ha promosso e partecipato a gran parte delle iniziative realizzate nel territorio. Nell’ambito della campagna del fiocco bianco, la Coop di via Viareggio ha ospitato un banchino informativo sulle attività del centro, mentre al Laboratorio del Tempo di via Filicaia alcune operatrici hanno tenuto un incontro.
«Ancora non siamo in grado di presentare i dati ufficiali del 2008 - spiega Loredana Dragoni, responsabile del centro - ma il trend denuncia già una crescita dei casi di violenza. Dal 1º gennaio a oggi le richieste di aiuto pervenuteci sono state circa 200, contro le 163 registrate del 2007. In particolare 144 nuovi casi e 59 relativi a donne che avevano già intrapreso un percorso presso di noi lo scorso anno».
«La realtà pratese a questo proposito è più complessa di altre - spiega Dragoni - L’analisi del fenomeno nel nostro territorio deve tener conto anche del paese di provenienza delle donne accolte, della loro condizione lavorativa, sociale e familiare. Quest’ultima soprattutto, dato che la maggior parte dei casi si riferiscono a violenze fisiche o psicologiche subite tra le mura domestiche».
«In base ai dati raccolti nel 2007 circa la metà dei casi sono stati denunciati da donne italiane, l’altro 50% da donne straniere, in maggioranza provenienti da paesi extraeuropei e munite di permesso di soggiorno. Nel 2007 abbiamo accolto assistite provenienti da oltre 20 paesi diversi. Per quanto riguarda l’età, la maggioranza delle vittime si concentra nella fascia tra i 18 e i 40, i casi di minorenni non toccano le dieci unità all’anno».
«Molte sono sposate e a maltrattarle di frequente è il marito o il convivente - aggiunge Loredana Dragoni - Da queste analisi emerge anche un identikit del maltrattante. Nella maggior parte dei casi si tratta di un insospettabile, una persona innocua, senza precedenti o malattie psichiche. Il nostro centro gestisce anche una casa rifugio per le donne italiane e straniere con figli e senza. Nel 2007 le donne accolte nella casa sono state in maggioranza straniere. Ogni donna accolta merita una singolare analisi, in genere suggeriamo tre colloqui dopo di che viene individuato il percorso adatto. Questo viene scelto in base a molti fattori: il tipo di violenza subita, la condizione emotiva della donna. L’importante è intervenire sul sommerso e non tacere la violenza».
Miriam Monteleone

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