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La mer, la fin...

lunedì 1 dicembre 2008

Prato. Dalle periferie un grido di allarme: non trasformateci in dormitori!!!

Ricordate? Noi è da tempo che ci battiamo per la città dai molti cuori... a partire dalle frazioni e dalle periferie...
MV

da il Tirreno del 30/11/08
Basta pensare solo al centro storico Protestano i negozianti di periferia

Lamentele a Iolo, San Paolo e San Giusto «I problemi dei parcheggi ci sono anche nelle frazioni. Non trasformateci in dormitori»
FRANCESCA GORI


PRATO. Parcheggi in centro con lo sconto, lam, autobus e corse in taxi gratuite per raggiungere il centro. E i commercianti delle periferie suonano la carica contro l’amministrazione e le categorie economiche. Perché non si può, dicono, stimolare le persone a fare acquisti soltanto in centro penalizzando le periferie, che rischiano di morire.
A guidare la protesta, alcuni commercianti di Iolo, che hanno mal digerito le recenti iniziative promosse per incentivare i cittadini a fare shopping in centro, a discapito di chi invece il negozio ce l’ha in periferia. «Svolgiamo la nostra attività a Iolo - dicono - e abbiamo investito denaro e professionalità perché i potenziali acquirenti possano venire a servirsi nei nostri negozi trovando la massima soddisfazione nel rapporto qualità/prezzo e nella cortesia dei commercianti di periferia».
Ma anche a San Paolo, a Vergaio o a Galciana, il tenore è lo stesso.
Fabrizio Rafanelli è uno dei commercianti che da sempre ha investito in periferia, con due negozi di scarpe, Studioeffe a Iolo e San Paolo. Nelle sue vetrine, scarpe e accessori sono di altissima qualità e i suoi negozi non hanno niente da invidiare a quelli che si trovano nel centro della città.
«A Iolo non c’è più la possibilità di parcheggiare - dice - e il fatto che di fronte al mio negozio abbiano messo le sbarre e le auto non trovano un posto nemmeno a piangere, ci ha penalizzati molto. E poi, i continui appelli a frequentare il centro, che sono giustissimi, ma anche a comprare soltanto dai nostri colleghi che hanno i negozi dentro le mura, ci sta penalizzando davvero. Perché prima si comprava di più e quindi anche in più posti diversi. Ma ora, se uno deve fare un acquisto ci sta più attento. E se va soltanto in centro, non viene da noi». Rafanelli, a San Paolo ha visto nascere il Centro commerciale naturale, iniziativa dell’Unione commercianti che aveva dato respiro ai negozianti di quella parte della città. «Ma anche quel progetto è naufragato - spiega - e ora siamo tornati al punto di partenza. D’altra parte per organizzare tutte quelle iniziative servivano soldi e noi commercianti dovevamo contribuire. Ma il lavoro è diminuito per tutti e alla fine anche quell’iniziativa è naufragata». Una politica, quella degli investimenti e delle soluzioni per il centro, che, per i commercianti che vivono in periferia, rischia di rendere ancora più degradate le zone dove ci sono i loro esercizi commerciali.
«Se una persona passa davanti alla vetrina del mio negozio - dice Natasha, titolare della profumeria Luca di Iolo - e vede qualcosa che vorrebbe comprare, spesso tira dritto perché qui non c’è posto per parcheggiare. E se si continua ad investire soltanto in centro senza pensare anche alle periferie, si rischia di trasformarle in dormitori».
Che la crisi abbia colpito indistintamente i commercianti del centro e della periferia, lo dice Sandra, titolare del negozio di abbigliamento per bambini Children in Galcetello. «Da un mese abbiamo la vendita promozionale - spiega - e grazie a questa siamo riusciti a mantenerci a galla. Davanti al mio negozio passano tante persone e si fermano volentieri perché abbiamo anche un bel parcheggio davanti. E questo, è un vantaggio rispetto ai commercianti del centro. Ma purtroppo, quando ci sono problemi così seri, ognuno di noi pensa soltanto a se stesso».

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