TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 1 dicembre 2008

Prato. Urbanistica: continuiamo col cemento...

Certo, i canoni calmierati e l'edilizia ociale sono importanti...
Ma continuare nella politica di incentivi alle nuove costruzioni - anche se sul "recupero" di edifici produttivi - è quanto di peggio ci si potesse aspettare.
Forse era meglio "incentivare", sai dalla parte della domanda che da quella dell'offerta, la locazione dell'esistente (che non è poco...), e puntare, in tantezone della città, ad una riqualificazione urbana che non sia il solito mix di abitazioni e negozi - come ad esempio il recupero di intere zone a verde pubblico ("verde", non giardini di cemento...), recuperi a fini sociali e culturali, e quant'altro.
Sarebbe l'ora di cambiare strada...
MV

da il Tirreno del 30/11/08
Affitti convenzionati nelle nuove case

La risposta dell’assessore Ciuoffo al fabbisogno abitativo

I nuovi schemi di convenzione prevedono incentivi in cambio di canoni ridotti Misure anche sugli stock di case invendute


PRATO. «Una risposta concreta al fabbisogno di abitazioni e anche il tentativo di ampliare il mercato degli affitti». Spiega così l’assessore all’Urbanistica Stefano Ciuoffo i due schemi di convenzione, in approvazione nel prossimo Consiglio comunale, che danno seguito ad alcune modifiche del Regolamento urbanistico. Nelle modifiche si riconosce la possibilità al costrutture di accrescere del 10% la superficie destinata ad abitazioni, se almeno un altro 20%, dello stesso edificio, è destinato all’affitto “convenzionato”.

La norma è chiara: negli interventi di trasformazione residenziale degli edifici produttivi dismessi superiori a 2000 metri quadri, soggetti quindi a “piani di recupero”, i costruttori potranno aumentare il numero degli appartamenti (estendere cioè la cosiddetta “superficie lorda di pavimento”, che corrisponde alla superficie effettivamente calpestabile), qualora una quota percentuale del progetto sia riservata alla locazione in convenzione. Dalle parole ora si passa ai fatti e al Consiglio comunale si proporrà di approvare due diversi schemi di convenzione per “l’edilizia sociale” e per alloggi la cui tipologia dovrà essere compresa fra un minimo di 45 mq (bilocale) e un massimo di 110 mq (quattro/cinque vani).
La prima convenzione riguarda le abitazioni a “canone ridotto”. Spiega Ciuoffo: «E’ una modalità per dare risposta alle criticità dei fabbisogni abitativi, a prezzi ridotti». Sarà il Comune a indicare al costruttore i soggetti a cui locare gli appartamenti, il cui affitto non dovrà essere superiore all’80% del valore del “patto territoriale” per la disciplina degli affitti. Per avere un’idea: si parla di abitazioni che, in media, secondo il “patto territoriale” pratese, dovrebbero avere un canone di 550/600 euro che verrebbe così ridotto a 450/500 euro, con un risparmio di circa 100 euro. La convenzione avrà una durata di otto anni dalla data di dichiarazione dell’abilità.
Qualora invece si preveda di destinare semplicemente all’affitto una parte dell’immobile sarà il costruttore ad inviduare i locatori e la convenzione avrà una durata di 20 anni. «L’obiettivo in questo secondo caso - chiarisce l’assessore all’Urbanistica - non è solo quello di ampliare il mercato degli affitti, ma soprattutto di superare rigidità del mercato, in particolare per quella domanda di persone o famiglie che per loro esigenze, anche dovute alla “mobilità” del loro lavoro, richiedono abitazioni in locazione che non trovano o che trovano a costi eccessivi per i loro salari o stipendi». Saranno i costruttori, se vorranno godere dell’incentivo, ad indicare, al momento della presentazione del progetto, a quale tipologia di affitto rivolgersi.
Per l’assessore all’Urbanistica Stefano Ciuoffo due sono gli aspetti da mettere in evidenza: l’incentivo edificatrio «in modo da stimolare, nelle trasformazioni delle vecchie fabbriche, la riserva di alloggi a canone sociale o calmierato. La procedura è trasparente, perchè l’ultima parola spetterà al consiglio comunale, trattandosi di operazioni interne a piani di recupero»; la possibilità di «non ghettizzare l’edilizia sociale, anzi di realizzare nella “città fabbrica”, perchè di questo si tratta, tipologie residenziali che offrano una risposta alle “criticità” abitative». Per questo si stanno studiando, negli uffici comunali, anche altre possibilità, sempre riferite alla locazione: una riguarda l’eventualità di stipulare contratti di affitto con riscatto, per consentire al locatorio di diventare proprietario; l’altra agirebbe sullo stock di invenduto, per cui se una società immobiliare, in una zona di ristrutturazione, vorrà procedere senza vincoli ma godere degli incentivi costruttivi, potrà averli purchè disponga, in un’altra parte della città, di una quota di appartementi “liberi” da destinare all’edilizia sociale. «Al momento - conclude Ciuoffo - sono solo ipotesi allo studio con il solito obiettivo: contribuire a risolvere i fabbisogni abitativi di una parte della città».

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