TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 1 dicembre 2008

Prato. Ecodem: investire sulle rinnovabili... ma quali?

Se siamo, sulla linea teorica, assolutamente d'accordo sull'investire nelle energie rinnovabili, ci piacerebbe sapere cosa intendono gli amici "ecodem" con questo termine.
Perché è vero che rispondono alla Marcegaglia sul nucleare (e ci piacerebbe sapere allora che ne pensano del programma elettorale del PD, che lo prevedeva...), ma niente hanno detto sull'equiparazione della termovalorizzazione a questo tipo di energie.
Insomma, ditecelo un po': secondo voi, i rifiuti sono fonti di energia rinnovabile??? Per tanti vostri compagni di partito, sembra di si...
MV

da il Tirreno del 30/11/08

Gli Ecodem rispondono a Marcegaglia: «No al nucleare»

Investiamo sulle fonti rinnovabili

PRATO. No al nucleare, sì a investimenti massicci sulle fonti rinnovabili. Rispondono così gli Ecologisti democratici pratesi alle dichiarazioni fatte durante il convegno di sull’energia organizzato da Confindustria al quale ha partecipato, venerdì, anche la presidente Emma Marcegaglia. L’associazione Ecologisti democratici interviene nel dibattito sfoderando le competenze di Matteo Prussi, collaboratore del Centro di Ricerca Energie alternative e rinnovabili dell’Università di Firenze. «Guardare al nucleare significa guardare al passato - dice Prussi - anche perché il vero problema per la sicurezza legato al nucleare a fissione non è il reattore ma le scorie della produzione energetica. E ad oggi non si è ancora definita una piattaforma comune in Europa per lo smaltimento». Che il cuore del problema siano le scorie, lo dicono i fondi stanziati dalla Commissione Europea per la ricerca di tecnologie per il trattamento. «Ma un altro problema - aggiunge Prussi - è la localizzazione dei siti per i depositi delle scorie ma anche i tempi di realizzazione di un impianto. Se tecnicamente, è possibile costruire una centrale in 4 o 5 anni, non è possibile gestire l’intero progetto in questi tempi. Problemi ai quali vanno aggiunti anche quelli legati al combustibile. L’uranio è limitato e i suoi costi potrebbero seguire le oscillazioni di altri combustibili fossili». Meglio, quindi, investire per lo sviluppo di sistemi che liberino risorse economiche e permettano uno sviluppo energetico basato il più possibile su risorse locali. «Ridurre la nostra dipendenza energetica da paesi esteri dovrebbe essere l’obiettivo principale delle politiche nazionali - aggiunge il ricercatore - spingendo sull’acceleratore delle fonti rinnovabili».
Fra. Go.

Nessun commento: