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La mer, la fin...

lunedì 23 marzo 2009

Prato. Altri segnali della crisi

Numeri pesanti, quelli dichiarati dall'INPS, già per i primi due mesi di quest'anno...
Situazione veramente difficile...
MV

da il Tirreno del 22/03/09
Contributi, il 20% delle aziende non li paga

Crescita record dei “modelli” insoluti. Non in regola 2.000 ditte al mese
Il numero di domande di cassa integrazione nel 2008 ha riguardato 3.589 ditte, nei primi due mesi dell’anno siamo già a quasi 1.100
PRATO. Le imprese ogni mese devono inviare all’Inps un modello con cui dichiarano per quanti dipendenti devono pagare i contributi. Nel 2008 di questi modelli, rimasti insoluti, ce ne sono stati 25.000. Non si tratta di evasori in questo caso perché la dichiarazione c’è ma di aziende che non hanno i soldi per pagare o che comunque preferiscono ritardare il pagamento per usare la liquidità per fare altro. E’ un altro, l’ennesimo, segnale della crisi.
Contributi non pagati. I dati forniti dall’Inps sono terrificanti. Il numero di aziende che non pagano i contributi con regolarità non si possono ricavare con esattezza ma quei 25 mila modelli insoluti corrispondono in media a più di 2.000 aziende che ogni mese non pagano. Il conto della serva è facile: il 20% delle aziende attive a Prato non è in regola sul pagamento dei contributi.
Nel 2007 i moduli a cui non è seguito il pagamento erano state 16.847. Una cifra sempre molto alta ma inferiore di quasi 10.000 aziende rispetto al 2008. E nei primi mesi del 2009 si è in linea con il 2008. Gli insoluti di gennaio e febbraio sono infatti poco più di 2.000, una cifra più bassa che però non potrebbe essere ancora perfettamente aggiornata. Il dato è abbastanza chiaro. Gli insoluti corrispondono ad aziende in difficoltà anche perché gli evasori veri sono contenuti in un altro elenco.
Gli evasori. Su 11.629 aziende attive nel 2008 ci sono 10.467 dichiarazioni. Tolte le aziende chiuse e di cui ancora non è pervenuta la documentazione all’Inps la differenza contiene gli evasori totali. Un buon numero è però senz’altro riferito alle aziende cinesi che non inviano i modelli per il pagamento dei contributi e che, nel giro di un anno spesso arrivano a chiudere.
Nell’arco del 2008 sono stati inviati solleciti di pagamento o cartelle per il recupero crediti, sia ai morosi sia agli evasori, per 13.000 casi.
I cassaintegrati. Nei primi due mesi del 2009 hanno richiesto la cassa integrazione la bellezza di 1.097 aziende contro le 3.589 del 2008 (in due mesi ben un terzo ha richiesto l’ammortizzatore sociale). Un dato che fotografa la paura del distretto. Si tratta infatti di domande inoltrate all’Inps e non il dato della cassa integrazione effettivamente pagata. Tradotto vuol dire che all’inizio di quest’anno tra gli imprenditori c’è stato il timore, forte, di non essere in grado di poter garantire le ore di lavoro ai propri dipendenti.
In mobilità. Sono state 510 le richieste di mobilità arrivate sulle scrivanie dell’Inps nell’arco di tutto il 2008. Nei primi mesi del 2009 siamo già a quota 146.
Disoccupazione. E anche questo è un dato che fotografa la condizione allarmante del tessile. Come per la mobilità non si tratta di richieste che potrebbero essere state non utilizzate.
Nel 2008 sono stati licenziati, in aziende con meno di 15 dipendenti e che quindi non possono far ricorso alla mobilità, 4.928 lavoratori contro i 3.009 del 2007 e i già 1.773 dei primi due mesi del 2009. Cifre che non contengono però solo i licenziati ma anche coloro che sono iscritti all’Ebret (e quindi sospesi dal lavoro) e che ricevono l’indennità di disoccupazione. Tolti coloro che fanno parte dell’Ebret (circa 1.100).
Ilenia Reali

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