TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 30 novembre 2008

Politica. Due tipi di normalità.

Io credo che esistano due normalità.
Una è la normalità dove nessuno più si stupisce se un Ente Locale è un organo di mantenimento e perpetuazione del potere attraverso la cura delle clientele, utilizzando opportunamente la spesa pubblica. Dove si ritiene normale che se comanda la sinistra, la viabilità della città sia in funzione dell'accesso ai supermercati Coop. Dove si ritiene normale che se sei hai un lavoro a tempo determinato nel pubblico è meglio che non dici mai niente contro il partito che governa, che poi non ti rinnovano il contratto. Dove si ritiene normale che per avere un impiego pubblico non è necessario essere competente, ma è sufficiente portare un malloppo di voti.
L'altra normalità invece è quella dove le persone credono nel valore della correttezza. Dove le persone hanno fiducia nella dinamiche della democrazia. Dove le persone sono convinte che il merito alla fine viene premiato. Dove le persone credono nella libertà di parola. Dove le persone sperimentano che è possibile amministrare qualsiasi attività con trasparenza.
Ecco, io credo che il PD pratese vincerà le prossime elezioni solo nel caso riuscirà a far passare per buono il primo tipo di normalità.
Se invece pian pian le persone si rendono conto che il secondo tipo di normalità è possibile, per il PD pratese non c'è speranza.
Io metterò tutto il mio impegno per cercare di convincere la gente che mi circonda che il secondo tipo di normalità è possibile.
Basta crederci.
E soprattutto volerlo.
Daniele Baroncelli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie Daniele per le tue parole. Penso che siamo in tanti a pensarla come te. Il problema è che pochi sono disposti a metterci la propria faccia. La gente ha paura del potere mafioso che impera e non vuol mettere a rischio quello che ha. Chi un posto di lavoro, chi la propria attività ecc..
Non sarà facile avere successo ma penso che bisogna provarci, questo è il momento giusto.
La città è senza idee. Ieri all'incontro organizzato da Crocevia (c'era anche tuo fratello Damiano), ho sentito Silli dare la sua soluzione per l'economia di Prato e mi sono cadute le braccia. Sono stato zitto perchè non volevo fare polemiche in quella sede. In pratica vorrebbe attirare investimenti di multinazionali estere nel macrolotto magari regalando il terreno e dare ogni sorta di facilitazione fiscale e non, pur di avere un grosso investimento. I nostri industriali sono diventati come i siciliani, i calabresi tanto criticati da noi nel passato. Vogliono che qualcuno venga da noi a portare soldi e le idee, in pratica vogliono i soldi dello Stato, perchè i loro non li vogliono più rischiare. Loro preferiscono fare delle grandiose costruzioni di cemento e magari campare di rendita. Dove è finita la tanto osannata imprenditoria pratese?? Mi sa che i veri imprenditori pratesi fanno ormai parte di una generazione ormai tramontata che purtroppo non esiste più. I successori sono abituati a vivere nel lusso e non vogliono più sporcarsi le mani e rischiare. L'ammonimento del nostro Vescovo verso chi ha le disponibilità necessarie affinchè le investa nel distretto, lo trovo veramente puntuale e appropriato.
A Prato occorre investire nel sapere!!! Occorre investire nella ricerca di supporto al tessile, magari organizzando dei master universitari nella locale sede universitaria, ma che siano di alto livello, ricercando vere competenze, non tenuti da professori raccomandati. Poi occorre espolare nuovi settori. In California dalle ceneri della Silicon Valley sta nascendo una filiera eco ambientale. Questo è il futuro, bisogna guardare cosa fanno negli Usa per sapere qual'è il business del prossimo futuro. Contrapporre al tanto richiesto termovalorizzatore il progetto di Vedelago per il riciclo totale dei rifiuti, potrebbe essere un primo passo per raggiungere il consenso dei cittadini e recuperare vera ricchezza con metodi eco sostenibili. (vi invito a vedere su Youtube il video Vedelago). Per i nostri industriali la destinazione migliore degli scarti tessili è la loro distruzione con recupero di energia. Io penso che invece ci possono essere altre destinazioni senz'altro meno nocive. Mi viene in mente che per le coibentazioni degli edifici viene usata addirittura la lana, per cui non mi sembra campato in aria l'utilizzo a questo scopo di acrilici o altri tipi di tessuti adeguatamente trattati. Naturalmente c'è bisogno di ricercatori che lavorino per trovare le soluzioni più adeguate. Questi esempi mi sono venuti in mente pensando a quello che Prato ha fatto nel passato. In fondo l'economia pratese è nata dal riutilizzo di stracci ed indumenti usati, per cui il recupero è nel DNA della città.
Occorre farci sentire e far circolare le nostre proposte, oltre che i nostri NO, per una città rivolta positivamente verso il futuro e non ostentatamente aggrappata al passato. Occorre discutere insieme di tutti i problemi della città e sono sicuro che fra persone intelligenti e disinteressate è possibile trovare le soluzioni, questo senza preclusioni ideologiche e mettendo da parte la sinistra e la destra, concetti che portano solo a dividere e che nella politica odierna sembrano aver perduto i loro ideali originari. Bisogna ripartire dal basso e con l'apporto di nuove e più giovani persone disponibili, occorre ricreare quel rapporto con la gente che prediliga l'ascolto prima della decisione. Faccio pertanto un appello a tutti affinchè si crei un gruppo di lavoro motivato che possa lavorare sui tanti temi d'interesse per la città. A martedì.
Forza e coraggio.

Sergio Benvenuti