E meno male che sono i "liberali", il "Popolo delle libertà" (proprie, però
, e non altrui)... Il PDL si contraddistingue ancora una volta per ostacolare, in qualsiasi modo, ogni iniziativa che permetta di sviluppare dei percorsi di integrazione tra le diverse comunità pratesi, anche religiose.
Ovviamente, noi siamo dalla parte della libertà di culto, a Prato ed in Italia - riconosciuta anche dalla Costituzione - e ci fa piacere sapere che in questo caso l'area di centrosinistra ha ribadito l'importanza di questo aspetto.
Speriamo vivamente che mantengano le stesse posizioni quando si riaffronterà - perché la questione ritornerà prima o poi al centro del dibattito - la questione del centro culturale islamico...
MV
da il Tirreno del 08/11/08
Una sede buddista nell’ex fabbrica
Il consiglio comunale approva il permesso per ristrutturare
Polemica tra gruppi politici. Forza Italia «E’ un luogo di culto mascherato da spazio dedicato alla cultura»
PRATO. L’associazione buddista avrà una propria sede, per organizzare attività sociali e di ritrovo, nell’ex edificio artigianale di piazza Gualchierina, al civico 19, a due passi da piazza del Mercato Nuovo. Il permesso di costruire è stato approvato, al termine di una lunga e accesa discussione, dal consiglio comunale. Il dibattito in aula si è allargato fin da subito dalla questione urbanistica e ai temi dell’immigrazione e della libertà di culto.
La Commissione consiliare territorio e ambiente si era occupata della vicenda un anno fa: la prima volta l’istanza era stata presentata per realizzare un tempio buddista in un capannone dismesso di Viaccia e poi in piazza della Gualchierina. Il parere fu negativo per la mancanza del necessario riconoscimento legale e giuridico dello Stato italiano per le confessioni religiose, esistente attualmente per il buddismo tibetano, ma non per il culto cinese, e la Commissione decise di rinviare il giudizio alla revisione del Piano strutturale per una riflessione più ampia. In virtù del parere, l’associazione, ha modificato la propria forma e il proprio statuto trasformandosi in’associazione culturale in attesa di riconoscimento e si è iscritta nel Registro regionale delle Associazioni di promozione sociale nel settore culturale-educativo e di ricerca etica e spirituale. Così il centro culturale proposto si inquadrerebbe tra i servizi di interesse pubblico proposti da privati. Al di là appunto della questione urbanistica, centrosinistra e centrodestra si sono scontrati ieri sulla finalità dell’operazione: da una parte FI e An hanno puntato il dito contro il mascheramento di un luogo di culto con centro culturale per aggirare le regole, mentre Gruppo democratico, Verdi, Italia dei valori, Comunisti italiani, Rifondazione comunista, Sinistra per Prato viva e lista Taiti per Prato hanno incentrato i loro interventi sulla libertà di culto in una città multietnica e multiconfessionale come Prato. In questo senso si è espresso anche l’assessore all’Urbanistica Stefano Ciuoffo, che ha illustrato la delibera. In sè l’intervento proposto dall’associazione prevede l’apertura di alcune finestre e la realizzazione di muri di tramezzo in un capannone che il Regolamento urbanistico destinerebbe a servizi scolastici di base, in un luogo secondo Ciuoffo ormai poco adatto a queste funzioni, anche perchè privo di giardini e spazi verdi. Ciuoffo ha ribadito l’opportunità di affrontare il tema dei luoghi di culto all’interno della revisione del Piano strutturale. «Prato ospita oltre 100 etnie diverse - ha detto - è la città più multiculturale d’Italia e per questo dobbiamo affrontare un tema così complesso come la civile convivenza tra gruppi con religioni, usi e culture differenti. Dovremo dare le risposte adeguate, ma nelle sedi adeguate, non oggi nel contesto di una richiesta per un luogo di ritrovo, fatta attraverso i percorsi di legge». Forza Italia ha esordito contestando il fatto che un anno fa in Commissione venne deciso di approfondire la proposta: «Non si capisce l’urgenza di approvare un atto che di fatto apre un percorso molto serio - ha affermato il capogruppo Goffredo Borchi - Riteniamo l’assenza dell’assessore Andrea Frattani oggi molto grave, perchè la questione discussa non attiene all’assessore Ciuoffo e perchè proprio Frattani in Commissione si scagliò con decisione contro il progetto. Il problema è stato mal governato prima, se ci si ritrova ad approvare un luogo di culto mascherato da culturale».
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