TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 6 novembre 2008

Prato. Centro storico: isola pedonale o ztc???

Sembra incredibile che ancora oggi si pensi di risolvere i problemi del centro storico di Prato e dei suoi esercizi commerciali riducendo le ztl e parlando solo di parcheggi...
Ipotizzare un migliore collegamento con i mezzi pubblici dalle frazioni e dalle periferie al centro (non con viaggi ogni mezz'ora...), una calmierazione degli affitti residenziali e commerciali (e quindi, per i residenti, che cosa c'è di meglio di una ztl per potersi permettere di parcheggiare comunque il proprio mezzo?), e via dicendo, è veramente così difficile?
Iniziare a ragionare secondo altri schemi è veramente così rivoluzionario?
Secondo noi, basta provarci...
MV

da la Nazione del 06/11/08
«Ridurre la Ztl per aiutare i negozi»

MENO ZTL, il regolamento del commercio e la riapertura del parcheggio di piazza del Collegio. L’Unione commercianti torna a bussare con forza alla porta del Comune dopo l’allarme sui negozi storici che potrebbero alzare bandiera bianca. Ancora una volta a fare un passo in avanti sono il presidente dell’associazione, Giuseppe Nardini, e quello dei negozianti del centro Gabriele Tani.
Parte Nardini: «Finora abbiamo cercato di trovare con il dialogo e la concertazione le soluzioni ai problemi del centro storico e di tutte le aziende. Abbiamo continuamente segnalato al Comune e agli organi preposti i pericoli che le imprese avrebbero corso senza interventi urgenti e particolarmente incisivi. Purtroppo fino ad oggi non solo non si è tradotto in realtà nulla di quello che avevamo chiesto, ma sono scaduti i tempi e ora siamo disposti a tutto pur di salvaguardare le nostre imprese».

NARDINI in particolare fa riferimento alla mancata riapertura del parcheggio di piazza del Collegio, alla lentezza del Comune sul nuovo regolamento del commercio, al progetto ritirato su piazza Mercatale, alla rivisitazione delle tariffe dei parcheggi: «Vogliamo che certe richieste siano accolte per dare almeno un segnale di sensibilità che nei fatti non abbiamo mai visto».

SULLA STESSA lunghezza d’onda Gabriele Tani, presidente dell’associazione centro storico dell’Unione: «Purtroppo molti problemi ormai non sono più risolvibili — attacca — Molto, ancora una volta, dipenderà dalla capacità degli imprenditori, ma questo nostro ruolo sociale dovrà finalmente ottenere, anche dalla classe politica, rispetto e riconoscimento attraverso interventi concreti, importanti e, se servirà, anche coraggiosi». Per Tani «il centro storico deve essere ridisegnato come cuore pulsante della città» e per questo chiede azioni incisive: «Adesso abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, a partire dall’allargamento della Ztc all’attuale Ztl con grande attenzione all’Apu, quindi una zona pedonale ben sorvegliata ma con l’area circostante libera».

da il Tirreno del 06/11/08
Solo la zona pedonale vietata alle auto

Centro storico: l’Unione commercianti chiede di abolire la Ztl

Nuovo allarme: sono una ventina gli esercizi a rischio di chiusura
FRANCESCA GORI

PRATO. Abolire la Ztl e la Ztc e trasformare il centro storico in una vera e propria isola pedonale. In altre parole, fare in modo che l’Apu, sia realmente attraversata dai veicoli che ne abbiano diritto e non da chiunque. E’ una delle proposte dell’Unione Commercianti per aiutare i negozianti del centro, che hanno annunciato una ventina di cessazioni di attività entro la fine dell’anno.
Aprire la ztl alle auto, ma vigilando con maggiore attenzione sull’Apu, è una delle tante richieste che l’Unione ha rivolto all’amministrazione.
Proposte che riguardano la riapertura del parcheggio di piazza del Collegio, il nuovo regolamento sul commercio ma anche il progetto sulla riqualificazione di piazza Mercatale e la rivisitazione delle tariffe dei parcheggi. «Tutte cose - dice Giuseppe Nardini, presidente dell’Unione - che non si sono tradotte in realtà. Sono scaduti i tempi, e ora siamo disposti a tutto pur di salvaguardare le nostre imprese che stanno attraversando una crisi che va avanti ormai da anni e che oggi è davvero otto gli occhi di tutti».
Imprese che oggi ci sono, ma che domani rischiano di essere sempre meno. Basta fare un giro in centro e guardare le vetrine dei negozi, moltissime coperte da cartelli che pubblicizzano vendite promozionali. In centro si respira un clima da saldi permanenti che l’anno scorso era impossibile soltanto pensare. «Negli ultimi 8 anni i salari degli italiani sono diminuiti di 250 miliardi di euro - dice l’assessore al Centro storico Giuseppe Gregori - e la conseguenza è proprio la contrazione dei consumi. La prima cosa da fare sarebbe quindi mettere più soldi nelle buste paga, ma questa non è un’operazione che può fare il comune».
Un pensiero, quello del centro storico e dei suoi negozi, che l’amministrazione ha ben presente.
«Nel piano di bilancio - aggiunge Gregori - verrà riservata una quota per la ristrutturazione dei fondi commerciali e per i commercianti che vorranno fare degli interventi per aumentare la qualità dei loro negozi». Qualità che per i commercianti deve necessariamente passare dalla riqualificazione del centro. Da piazza delle Carceri che dovrebbe essere liberata dalle auto parcheggiate fin sopra il Castello dell’Imperatore a piazza Lippi. «Manca ancora un piano serio dei parcheggi - dice Gabriele Tani, presidente dell’Associazione centro storico dell’Unione - manca un piano per il rilancio del centro, non esiste una piazza che sia accogliente per le persone che vengono da fuori. Eppure degli esempi positivi ci sono».
Basta guardare piazza delle Bigonge. «L’aperutra del bar - aggiunge - la sistemazione dello spazio esterno, le candele accese, sono cose che trasformano il centro in un salotto. Ma il centro di Prato non è solo piazza delle Bigonge, è anche piazza Duomo e le altre piazze. I commercianti oggi hanno difficoltà ad investire. L’amministrazione, se ha a cuore il centro della città, deve sostenere i negozianti e aiutarli».

da il Tirreno del 06/11/08
Il presidente di Confesercenti
«Basta brontolare è l’ora del fare»

PRATO. E’ il presidente di Confesercenti, Alessandro Giacomelli, a intervenire sul commercio nel centro storico: «E’ evidente che si trovi in difficoltà e che gli esercizi commerciali attraversino uno dei periodi più complessi di una crisi lunga e articolata. Si tratta di un dato preoccupante che tuttavia ha radici nazionali e internazionali e che a Prato si coniugano con problemi tutti locali. Ciò significa però che piangersi addosso, senza essere i primi a rimboccarsi le maniche per creare un terreno più favorevole, porta solo ad un ulteriore peggioramento della situazione, involontario o strumentale». Giacomelli fa riferimento alle recenti iniziative di qualità organizzate da Confesercenti, solo la punta di un iceberg fatto di anni di lavoro proteso al fare e non solo al brontolare. «Penso ai Sapori del Viandante che ha portato in centro 50mila persone, all’accordo sui parcheggi con tutto quello che ne consegue, fatto con l’amministrazione e da noi fortemente voluto. Mi riferisco anche al blocco dei prezzi nei bar, molti dei quali sono in centro, e al taxi gratis per le festività natalizie». Non abbastanza? Senza dubbio. Solo l’inizio? Forse. Ma il presidente dell’Associazione di Via Pomeria è risoluto nella sua riflessione: «Siamo alla vigilia di un Natale che, senza provvedimenti urgenti da parte del Governo come la detassazione delle tredicesime, si annuncia come il peggiore dal dopoguerra ad oggi - dice - Dovrei forse fare una campagna per dipingere il centro della mia città come un luogo terremotato? Chi andrebbe lì a fare shopping? L’ottimismo non è beato e innocente ma è una scelta consapevole data dall’impegno incessante per la qualità della vita e del commercio nel nostro centro commerciale naturale». Di qui le richieste continue di interventi all’amministrazione comunale «con cui abbiamo la partita aperta del patto per la qualità e per il costo crescente dei canoni di affitto dei fondi commerciali». «Confesercenti ha chiesto a tutti gli enti locali - aggiunge Giacomelli - di tagliare sui costi dei servizi essenziali per dare fiato ai consumi in questa fase assai difficile. La politica del fare non può, in definitiva, che portare ad un ragionevole ottimismo: gridare al lupo al lupo rende solo il pascolo più deserto».

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