TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 24 novembre 2008

Prato. Il dibattito sul razzismo via web

Prima di lasciare alla lettura della corposa rassegna stampa sul "caso" creato dal gruppo di Facebook contro i cinesi a Prato, ci permettiamo di fare alcune note a margine.
Non sappiamo, onestamente, se prenderla sul ridere o se, al contrario, essere profondamente indignati per le affermazioni di Giorgio Silli e di Andrea Frattani.
Silli che dice che non si possono utilizzare questi toni, quando più di una volta con la sua azione e con i vari comunicati stampa ha fomentato quel clima di intolleranza e pregiudizio che oggi sfocia, inevitabilmente, anche nel razzismo.
Frattani se la prende con il "clima culturale" creato dal governo, con chi "solletica gli istinti della gente", ma ci dovrebbe spiegare come mai è rimasta famosa la sua battaglia contro i festeggiamenti del capodanno cinese nel 2007 (col plauso del PDL intero) - ricordiamolo, da assessore alla "multiculturalità". Detto fuori dai denti, dato che la situazione a Prato è quella che è, l'assessore si dovrebbe chiedere onestamente se la sua azione è stata all'altezza della sfida.
A noi la risposta pare scontata...
MV

da la Nazione del 24/11/08
Nuovo gruppo web sui cinesi «Ma non siamo dei razzisti»

STOP AND GO. Si sono fermati per ripartire gli ideatori del gruppo «Via i cinesi da Prato!», comparso su Facebook, che sono stati accusiati di razzismo per le espressioni non proprio tolleranti usate da alcuni iscritti: «Per porre fine alle polemiche faziose abbiamo deciso di oscurare tutto — spiegano Marco Mazzoni e Andrea Blanco — Noi fondatori di questo social-network ci siamo autoeliminati per fondarne presto un altro che porti avanti lo stesso dibattito a scopo informativo e costruttivo, nei limiti del rispetto civile e umano».
I FONDATORI di «Via i cinesi da Prato!» hanno scritto una lettera aperta per scusarsi con «la comunità cinese per i toni talvolta razzisti usati da alcuni membri», ma precisano anche che certi interventi «oltre ad avere un accento evidentemente ironico, terminavano con un chiaro N.B. che affermava: “questi messaggi NON sono rivolti a quelle persone della comunità cinese che si sforzano di integrarsi e, nonostante le oggettive difficoltà, ci mettono tanto impegno”. Inoltre avevamo invitato tutti a moderare i termini ed usare espressioni civili — aggiungono Mazzoni e Blanco — e non è mai stata nostra intenzione suscitare reazioni discriminatorie. Abbiamo cercato di censurare i messaggi più duri ma è facile capire l’impossibilità di controllare un gruppo formato da più di 1.500 membri». Accanto alle scuse c’è però anche «la soddisfazione per il successo ottenuto, che dimostra un sentimento ormai palese che accomuna molti cittadini pratesi».
SECONDO i fondatori del gruppo su Facebook «la tolleranza non può che indebolirsi davanti al continuo afflusso immigratorio a cui la nostra città è da anni soggetta, senza alcun controllo effettivo» e per questo dicono di volersi rivolgere «a chi è venuto in Italia credendo di poter vivere secondo le proprie regole, per fargli ricordare che l’Italia è un paese civile con una Costituzione ed un sistema legislativo che dovrebbe tutelare il principio che la legge è uguale per tutti».
ANCHE IL movimento giovani pratesi, fra gli iscritti al gruppo, è uscito allo scoperto dopo le polemiche. In questo caso Francesco Cappelli invita a non prendere troppo sul serio quello che viene scritto su internet: «Da quando si fa politica su Facebook? — scrive — E’ nato come un gioco e pertanto svolge questa e soltanto questa funzione sociale. Su Facebook scrivono ragazzi dai 15 anni in su, molte volte pronunciandosi in maniera sbagliata usando toni “forti e offensivi” ma questo è dovuto anche all’incoscienza e all’età. Il movimento ha aderito al gruppo sui cinesi ma lo ha fatto soltanto allo scopo di esprimere il proprio dissenso verso la moltitudine di orientali irregolari presenti sul territorio e nessuno di noi ha mai usato toni offensivi e razzisti».


da il Tirreno del 23/11/08
Cancellato il forum contro i cinesi Facebook oscura i messaggi razzisti, ma sul web ne proliferano altri Insofferenza verso la sporcizia e rabbia per i “macchinoni” degli orientali. Silli (Forza Italia): non si possono usare certi toni
FRANCESCA GORI
PRATO. Da ieri mattina non c’è più traccia su Facebook del gruppo “Via i cinesi da Prato”. Il social network che mette in contatto milioni di persone su Internet ha prima cancellato i messaggi degli oltre 1.500 iscritti (spesso pieni di insulti razzisti), poi ha tolto anche il gruppo.
E’ andata persa la presentazione: «A chi non sopporta più il puzzo di fritto in via Pistoiese». E ancora: «A chi ha perso il proprio gatto per poi trovarselo arrostito nel piatto in uno dei ristoranti cinesi o ancora per chi rosica quando ne vede uno in una Bentley da 200.000 euro e chiede sotto quale albero avrà trovato tutti quei soldi».
Ma digitando sul motore di ricerca di Facebook le parole “cinese” e “Prato”, di gruppi simili a quello cancellato ieri mattina ce ne sono altri. Da “Liberiamo la zona di Campi e Prato dai cinesi” a “Noi di Prato odiamo i cinesi e ne siamo autorizzati”, “Per chi odia i cinesi con la sua merce spazzatura”, “Non sono razzista ma loro sono cinesi...” e un più diretto “Fanculo la Cina e i cinesi”.
Gruppi che, a differenza di quello chiuso ieri mattina e frequentatissimo dai giovani pratesi, contano molti meno iscritti. Ma il tenore dei messaggi lasciati sulle bacheche virtuali non è diverso da quello dei messaggi che c’erano sul più famoso “Via i cinesi da Prato”. Razzismo becero.
La presentazione di “Noi di Prato odiamo i cinesi e ne siamo autorizzati” la dice lunga: «Non è razzismo fine a se stesso. Assolutamente, sono loro che fanno di tutto per farsi maledire. Pratesi stanchi dei cinesi che urlano, sputano e hanno i macchinoni uniamoci. Ps: I cinesi di Prato sono immuni dall’aviaria...».
Anche chi non sopporta il “made in China” ha pensato di aprirsi un gruppo su Facebook. Gli iscritti sono 14, e nella pagina gli iscritti sono quelli che vorrebbero «lapidare quei bastardi che creano giocattoli tossici per i bambini». Gruppi che ieri pomeriggio erano ancora sul network, contrastati dall’altro gruppo, “Via il razzismo dalla città di Prato”, aperto da Fausto Bagattini, esponente di Rifondazione e assessore alla Cultura del Comune di Montemurlo.
«Ho aperto quel gruppo dopo aver visto le bestialità che venivano scritte su “Via i cinesi da Prato” non come assessore o come politico - spiega Bagattini - ma soltanto come cittadino indignato. Da pratese, leggere quelle parole e sapere che erano state scritte da giovani che vivono nella mia stessa città, mi ha fatto provare una gran vergogna».
Che la comunità cinese di prato qualche problema lo crei, è fuori discussione. «Ma non si possono utilizzare quei toni - dice Giorgio Silli, coordinatore comunale di Forza Italia, iscritto al gruppo antirazzista - anche se la sopportazione dei pratesi è arrivta ad un livello di guardia. Bisogna stare molto attenti a queste manifestazioni. Il razzismo non può e non deve assolutamente entrare nella battaglia politica del terzo millennio».
Un’ondata di razzismo, quella apparsa nelle scorse settimane su Facebook, che Silli riconduce anche al malgoverno della città e a una situazione di crisi economica che sta mettendo a dura prova i pratesi. «Finchè si parla con la pancia piena - aggiunge Silli - i problemi si ridimensionano. Ma quando il primo problema di una città diventa l’economia e non si arriva più a fine mese con serenità, i problemi si amplificano».
Del resto, il famoso e mai pubblicato sondaggio che è servito al Partito democratico per liquidare il sindaco Romagnoli e il presidente della Provincia Logli aveva fatto emergere il mal di pancia dei pratesi verso i cinesi. Anche di quelli che non frequentano Facebook.

Parla l’assessore Frattani, anche lui sul social network «Il clima culturale del Paese dà loro un senso d’impunità»
PRATO. Gruppi razzisti e antirazzisti. La battaglia sulla rete, per fortuna, l’hanno vinta questi ultimi. Almeno su facebook, il social network sul quale è iscritto anche l’assessore alla Città multietnica del Comune Andrea Frattani.
Assessore Frattani, che ci fa lei su Facebook?
«Parlo con le persone che conosco senza il bisogno di uscire dal mio ufficio. E condivido con quelli che sono i miei amici sulla rete, ma anche tutti i loro amici, quello che faccio, le esperienze positive della nostra città».
Ad esempio?
«Ieri, per dirne una, sono stato con i membri della quinta commissione consiliare a visitare la moschea. Su Facebook ho pubblicato le foto di quella visita, cercando di trasmettere la conoscenza degli altri necessria per una città dell’integrazione».
Però fino a ieri c’è stato un gruppo che predicava la deportazione in massa dei cinesi. Che ne pensa?
«E’ un segnale davvero brutto per la nostra città. E sono felice che quel gruppo sia stato chiuso, attuando così anche una norma del testo unico sull’immigrazione che punisce chi compie atti di razzismo».
Però su “Via i cinesi da Prato” gli iscritti erano parecchi di più di quelli del gruppo antirazzista.
«Si, è vero. Ed è questo che non mi piace. Ma è anche vero che in Italia respiriamo un clima culturale sostenuto dall’azione del Governo che con i suoi provvedimenti dà quasi un senso di impunità a chi si comporta in un certo modo. E anche chi scrive che vorrebbe dare fuoco alle persone di una certa etnia non deve sentirsi protetto dalla rete».
E’ preoccupato?
«Molto. Soprattutto non vorrei che il fatto che siano in molti a pensarla come quei 1.500 giovani faccia gioire qualcuno dell’opposizione».
Opposizione che ha fatto intere campagne elettorali sui temi dell’immigrazione e della sicurezza.
«Proprio così. E’ più facile dire via i cinesi da Prato e puntare soltanto su questi temi, solleticando gli istinti della gente. Ho paura che puntare tutto su questi temi poi porti davvero a derive razziste come quella che abbiamo letto su Facebook».
Fra.Go.


I FONDATORI «Razzisti noi? Non è vero»
PRATO. «Noi non ci sentiamo razzisti. Ci sono stati degli equivoci, dei fraintendimenti». E’ tutto quello che per ora si sente di dire al telefono Marco Mazzoni, studente del Convitto Cicognini che con un paio di amici ha messo su il gruppo “Via i cinesi da Prato”. La cancellazione del sito li ha colti di sorpresa, non si aspettavano di provocare certe reazioni e preferiscono tacere. Ma promettono che nei prossimi giorni scriveranno una lettera dove spiegheranno tutto.



da la Nazione del 22/11
«No al razzismo sui cinesi» Chiuso il gruppo internet Cancellato da Facebook. Tra i partecipanti Morganti della Lega
di MARIA LARDARA
LUNA CHEN non crede ancora ai suoi occhi quando digita la chiave “cinesi” in quel pazzesco motore di ricerca che è Facebook . Franco Guan si commuove quasi alla notizia e dice grazie all’assessore Fausto Bagattini che aveva difeso la causa di tanti suoi giovani connazionali.
Dopo gli articoli sulla Nazione il gruppo di discussione sul tema “Via i cinesi da Prato” è stato cancellato da Facebook (resta aperto quello che vuole mandarli via da Campi e Prato). Ieri mattina, prima della chiusura del forum, il fondatore e gli amministratori del gruppo, insieme ad alcuni studenti di un liceo scientifico di Prato, avevano sospeso la bacheca invitando i blogger a “modificare il linguaggio” ed eliminare “espressioni forti ed offensive”. Del gruppo di discussione ’oscurato’ facevano parte anche Claudio Morganti, segretario provinciale della Lega («Ho partecipato un paio di volte per dire no ai cinesi che fanno dell’illegalità il loro vivere quotidiano» dice «certo che c’è una intolleranza crescente ma è causata da chi non ha voluto far rispettare le leggi in questa città per anni e anni, non diamo la colpa a Facebook per piacere») ed alcuni ragazzi del gruppo «Giovani pratesi» che sarà presentato tra alcuni giorni a Palazzo Novellucci.
Nel frattempo, i cinesi della seconda generazione che vivono a Prato possono tirare un sospiro di sollievo. “Apprendo con soddisfazione la notizia: vedere scritte quelle frasi razziste su internet mi faceva venire i brividi”, dichiara Luna Chen, impegnata da molti anni sul fronte della notizia insieme alla famiglia e grazie soprattutto al lavoro del padre Chen HongSheng nell’associazione d’Amicizia dei cinesi.
“La voce delle persone razziste in genere passa in silenzio – fa notare Luna - stavolta invece è cambiato qualcosa, nel senso che noi giovani abbiamo trovato il coraggio e il modo di farsi sentire”.
Encomiabile, secondo Luna, la proposta di Bagattini di costituire un gruppo alternativo: “Ho girato l’invito a iscriversi a tutti i miei amici, in modo da far girare il più possibile la causa antirazzista sul web”. A tendere la mano all’assessore “amico” è anche Franco Guan, uno dei primi giovani cinesi a segnalare la presenza di questi gruppi razzisti. “Mi piacerebbe poterlo ringraziare di persona”. “Certamente – fa notare però Guan – non possiamo cantare vittoria: il mondo della rete si presta alla liberta d’espressione in tutte le sue forme e prima o poi potremmo assistere al ripetersi di questi fenomeni. Comunque le seconde generazioni sono stanche di ‘farsi accettare’. Da sguardi diffidenti siamo passati a pesanti parole razziste. Vogliamo essere persone normali”.
A livello istituzionale l’unico che ha alzato la mano per dire qualcosa è stato il presidente dell’Unione industriale pratese Riccardo Marini preoccupato per l’intollerranza crescente: «Ci sono segnali crescenti di razzismo ed intolleranza. Questo non deve succedere. Prato è una città civile, preparata e in grado di distinguere fra le persone che in quanto tali vanno rispettate a qualsiasi etnia appartengano e degenerazioni dei fenomeni migratori come quelli che si sono verificati da noi. Esiste una relazione fra il malanimo montante da un lato e la maniera incontrollata con cui si sono accolte queste persone dall’altro? Io penso di sì».

E Bagattini, il promotore della solidarietà, esulta
ALLA FINE il suo gruppo l’ha spuntata e ad essere stati cacciati non sono i cinesi, ma proprio coloro che li volevano “fare fuori”, inneggiando cori e slogan razzisti verso i cittadini dagli occhi a mandorla. La voce di quasi un migliaio di cittadini pratesi che dicono no al razzismo verso i cinesi su Facebook si è fatta sentire grazie a un’idea di Fausto Bagattini, assessore a Montemurlo che, nei giorni scorsi, aveva fondato il gruppo “Via il razzismo da Prato”. “Ho voluto esprimere la mia indignazione come cittadino prima che come esponente istituzionale”, tiene a precisare Bagattini, soddisfatto di apprendere che adesso il tanto discusso gruppo “Via i cinesi da Prato” è stato spazzato via sul web. “È stato un piccolo gesto ma spero di essere riuscito a dare voce a quelle persone che ritengono di aver subito un torto o un’offesa ad opera di gruppi razzisti. Chiunque poteva farlo, l’importante è non abbassare la testa e accettare questi atti di intolleranza che danneggiano i rapporti all’interno di una società civile”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

siete solo dei poveracci voi dei verdi...ahahah fate ridere...
FUORI L'ILLEGALITA' DA PRATO!!! E FUORI ANCHE VOI!!!