In Trentino nuovo calendario delle lezioni. Più pause e inizio anticipato La Provincia: basta schemi rigidi, il nostro territorio ha esigenze diverse "Troppe ferie estive fanno male" Trento, a scuola il metodo tedesco.
Partirà dal Trentino la rivoluzione delle vacanze scolastiche. Basta con l'abitudine centralista di chiudere le scuole e di far stare a casa gli studenti per tutta l'estate. In tempi di federalismo è ora che ognuno faccia da sé, soprattutto è ora che ogni regione decida in base alla proprie esigenze, a partire da quelle climatiche, come del resto già avviene in molti altri paesi, a cominciare dalla Germania.
La giunta della provincia autonoma di Trento, guardando ai vicini Lander della repubblica federale, ha deciso così di importare le "ferie alla tedesca": stesso numero complessivo, ovviamente, di giorni di lezione (204), ma distribuiti in modo autonomo e diverso. E dunque, in una zona dove l'inverno si va a sciare e il caldo estivo si fa sentire per un breve periodo, non saranno più in programma tre mesi consecutivi di riposo. Il nuovo calendario prevederà un periodo più breve di ferie estive e diverse settimane di vacanza distribuite nell'anno.
La novità entrerà in vigore dall'anno scolastico 2010-1011 (il prossimo anno, dunque, continueranno a essere seguite le "regole" nazionali, con apertura il 14 settembre e chiusura il 5 giugno) e presto comincerà a essere discussa con i protagonisti del mondo della scuola. Ma il presidente Lorenzo Dellai, che già ha vinto le elezioni con una coalizione che è stata uno strappo rispetto agli equilibri politici nazionali, non ha alcun dubbio. "È arrivato il momento - dice - di guardare alle specifiche esigenze territoriali e noi intendiamo riorganizzare le vacanze con uno schema differente". "Non è detto - aggiunge l'assessore all'istruzione, Marta Dalmaso - che una vacanza così prolungata, com'è oggi, abbia solo effetti positivi; anzi, crediamo che possa anche risultare eccessiva, procurando un danno educativo".
Soprattutto, in Trentino pensano che sia utile non solo agli alunni ma anche all'economia generale, che le famiglie possano avere a disposizione più spezzoni di vacanza durante la stagione invernale.
Il dibattito non è affatto nuovo: nel 2007, a ricordare la parole dell'allora vicepremier Francesco Rutelli, che aveva convinto anche il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni, sembrava cosa fatta. L'Italia, sosteneva Rutelli, si è fermata agli anni Sessanta, quando la vita era scandita dalla chiusura delle fabbriche e dall'obbligo della villeggiatura in agosto. Ma poi non se ne era fatto niente. E i calendari scolastici sono rimasti rigidi.
Non avviene così negli altri Paesi. In Germania, che è il modello a cui si ispirano in Trentino, d'estate si sta a casa per non più di un mese e mezzo; poi c'è una pausa tra ottobre e novembre (si chiama kartoffelferien, perché coincide con il momento della raccolta delle patate); naturalmente a Natale; ancora a febbraio, a Pasqua e infine tra maggio e giugno. Non esiste, in Germania, un calendario nazionale, ogni regione adatta le vacanze alle proprie specifiche esigenze, ma la filosofia di fondo, che si ispira a ragioni pedagogiche oltreché economiche, è quella di non lasciare gli studenti lontani dalle aule troppo a lungo e di non lasciare tutti a casa negli stessi periodi.
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