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La mer, la fin...

giovedì 26 febbraio 2009

Ecomostri. Continua lo scempio a Gonfienti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
MV

Sulla “Città etrusca sul Bisenzio”, o meglio sul simulacro di questa, è sorto in pochi giorni un gigantesco mostro di cemento di ca. 200.000 mc.: un impressionante scheletro dalle proporzioni eccezionali che devasta, oltre ogni immaginazione, il paesaggio tutt’intorno, alterando l’ambiente in modo così dirompente che l’occhio non può fare a meno di evitarlo, ovunque ci si giri. Al di sotto di questo, in un abbandono che pare ancor più degradante, l’area archeologica della villa imperiale che risulta soverchiata e totalmente annullata, pensando anche ad un recupero futuro.

L’Interporto della Toscana Centrale SpA ha così prodotto uno scempio paesaggistico inaudito che farà certamente entrare quella orrenda struttura nel ben poco virtuoso “guiness dei primati”, nella specialissima categoria delle italiche brutture.

Nel bel mezzo dell’area archeologica vincolata si sta pure costruendo una strada, non prevista nell’impianto originario dell’interporto, che corre parallela alla pista ciclabile nel tratto che da via del Ciliegio conduce, oltre un fossetto, al grande magazzino con vetri a specchio, frontistante le case di via Traversa Cellerese. In quel punto avrebbe dovuto sorgere, secondo le previsione urbanistica del 2003, l’ingresso ovest al parco archeologico (sic).

Prof. Giuseppe Alberto Centauro





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