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La mer, la fin...

mercoledì 25 febbraio 2009

Prato non deve chiudere. I professori suonano la campanella (dall'allarme)

Interessanti le dichiarazioni di Nigro e Dei Ottani...
MV

da la Nazione del 25/02/09
«Più credito alle piccole imprese»

I docenti universitari: «Rimanere uniti e puntare sulle eccellenze dei giovani»
E I PROFESSORI suonano la sveglia. Nel segno di una nuova leadership, dell’unità da difendere, di una maggiore flessibilità nel credito e di una ripartenza che potrebbe fondarsi sulle eccellenze create dai giovani imprenditori. In questo momento non ci sono ricette magiche, ma chi conosce bene il distretto pratese come Giampiero Nigro, preside della facoltà di economia all’università di Firenze, e la professoressa Gabi Dei Ottati, che insegna economia applicata al Pin, entrambi poco entusiasti della manifestazione di sabato, crede che il futuro del distretto passi soprattutto da chi il futuro lo rappresenta a livello generazionale. E da un patto fra tutte le forze della città, perché, come precisa Dei Ottati, «serve un sistema che colleghi tutti i soggetti in modo coordinato. C’è bisogno di uno sforzo comune, ma i tempi sono stretti».

NIGRO, CHE sottolinea subito come «le iniziative di protesta rischiano di non portare significativi risultati», ammonisce invece sull’importanza di «osservare i comportamenti delle generazioni più giovani, perché c’è una certa differenza tra la vecchia figura dell’imprenditore pieno di entusiasmo, che rischiava, e quello che accade oggi, in un quadro economico totalmente cambiato». Secondo lui «l’ottimismo può nascere salvaguardando ciò che sta dentro il distretto e tenendo d’occhio le nuove opportunità». Proprio a questo punto, aggiunge, «entra in gioco il ruolo delle nuove generazioni e dei gruppi dirigenti».
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POI ancora: «C’è un appannamento sul piano delle iniziative sia da parte della politica che del mondo economico — prosegue Nigro — Bisogna concentrare l’attenzione sulle eccellenze dei giovani e studiarne i comportamenti per capire dove si può andare. Nel tessile c’è ancora spazio, ma resteranno le aziende che sapranno rinnovarsi e sfruttare le tecnologie, introdurre innovazione per la produzione e la distribuzione. In generale il tessile non potrà più occupare lo spazio del passato, non assorbirà le stesse energie e la stessa occupazione».

ANCHE DEI Ottati non è iscritta al partito dei fans della giornata di mobilitazione di sabato, ma non boccia a priori la manifestazione: «Se riesce a ricompattare le forze principali di Prato, allora sarà un successo». Il perché lo spiega subito dopo: «Da troppo tempo la città soffre una crisi d’identità, di inerzia. Occorre prima di tutto l’unità, ritrovare la fiducia e una prospettiva futura comune, altrimenti si può generare altra depressione e c’è il rischio che il distretto vada poco lontano».
Guardando al futuro la docente del Pin riprende la frase del collega Enzo Rullani, responsabile del progetto «Prato in progress» della Camera di commercio: «Il futuro si fa, non si prevede. Per rilanciare la città bisogna cambiare, certo, ma non si può buttare quello che si è creato finora. Anzi, bisogna rigenerare le competenze, le relazioni acquisite. E’ necessario innovare dall’interno, immettere novità senza stravolgere».

POI IL TEMA della leadership, caro sia a Nigro che Dei Ottati: «Di fronte a cambiamenti di questo genere bisogna governare il cambiamento, altrimenti i pratesi rischiano di finire alla deriva — comincia la professoressa — Da qui discende la necessità di una leadership. Servono imprenditori illuminati, ma da soli non bastano. E’ necessaria anche l’integrazione con un sistema politico in senso lato, per rigenerare valore dal basso. Direi che sono ottimista se si riesce a ricreare fiducia all’interno del distretto, altrimenti vedo molti problemi».
Punta sul sistema di competenze anche Nigro: «I vari poteri devono essere integrati fra loro, garantire sostegni diretti o indiretti alle imprese, sviluppare un’azione locale e nazionale sul piano della tutela dei prodotti e della riduzione dei costi. Serve maggiore sintonia per ripartire, soprattutto in questo momento. Il punto più delicato è quello del credito e le difficoltà di accesso ai finanziamenti possono provocare ulteriori crisi. I Tremonti bond sono una buona idea per gli istituti a carattere nazionale, ma anche le banche che hanno maggior radicamento sul territorio dovrebbero fare uno sforzo. Le piccole ditte a volte non rientrano nei parametri di Basilea 2 e quindi serve una certa flessibilità. In più anche la Regione deve riservare grande attenzione al credito».

IL MICROFONO passa di mano e arriva un altro tema caldo: i cinesi. Ancora Dei Ottati: ««La globalizzazione Prato ce l’ha anche dentro il distretto, quindi deve vincere una doppia sfida. E’ necessario trovare un ponte con i cinesi perché diventino una risorsa». Poi Nigro: «L’anello cinese della filiera va sfruttato, prima di tutto distinguendo il buono dal cattivo».
Ma il distretto ha anche altre risorse che ancora non hanno espresso tutta la loro potenzialità: «Prato deve usare di più l’università — chiude il preside di economia — Ci sono studiosi eccellenti che spesso non sono utilizzati abbastanza. Se bisogna puntare sulla ricerca, gli studiosi possono affiancare gli operatori economici e aiutarli a trovare anche soluzioni di breve periodo. Sempre più ricerca, sia legata al tessile che ad altre produzioni».
Leonardo Biagiotti

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