TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 24 febbraio 2009

Prato. Italianissimi pratesi

E poi sembra che il problema dell'irregolarità e dell'illegalità sia una questione legata solo agli immibrati...
MV

da Pratoblog.it
Guardia di Finanza di Prato: scoperto un punto vendita sconosciuto al fisco, 80 lavoratori irregolari e proventi occultati.


Prato, 24 febbraio 2009 - Un enorme punto vendita completamente sconosciuto al fisco, 80 lavoratori irregolari e centinaia di migliaia di euro in contanti nascosti nei locali aziendali: questo il risultato di un’articolata attività ispettiva della Compagnia della Guardia di Finanza di Prato, volta alla repressione dell’evasione fiscale e contributiva. Un’azienda esercente a Prato l’attività di vendita al dettaglio di beni di vario genere, tranne alimentare, è risultata – dal controllo dei finanzieri – completamente sconosciuta all’Amministrazione Finanziaria. Agli ispettori operanti, al momento dell’accesso in quello che era un vero capannone nei pressi del Macrolotto, si è aperto un enorme locale di circa 1000 metri quadri aperto al pubblico.

Il titolare della ditta, un imprenditore italiano, era in possesso della partita Iva e della sola licenza per la vendita all’ingrosso di abbigliamento a Pistoia, ma di fatto vendeva al dettaglio a Prato ogni tipo di prodotto per la casa e per la persona. Alla domanda dei finanzieri sull’effettivo esercizio di tale attività, il gestore ha negato la vendita al minuto, ma i fatti dimostravano con evidenza il contrario, tanto che la ditta era fornita anche di cestelli per raccolta dei prodotti da acquistare, proprio come un normale supermercato, e frequentata da privati cittadini ai quali, tuttavia, non veniva rilasciato alcun documento fiscale.

La seconda tipologia evasiva è stata riscontrata in un’altra azienda pratese, che ha esercitato l’attività di merchandising in tutta Italia avvalendosi in quattro anni di 80 lavoratori, assunti con contratti atipici, quali prestazioni occasionali e collaborazioni a progetto, nonostante svolgessero mansioni che li qualificavano invece come dipendenti in pianta stabile della ditta. L’attività ispettiva, oltre ad aver quantificato le ritenute non operate e non versate per i suddetti lavoratori, ha inoltre portato alla luce due milioni e mezzo di euro di proventi sottratti a tassazione ed Iva non versata per oltre 500 mila euro. Il titolare dell’azienda è stato anche segnalato alla locale Procura della Repubblica per infedele dichiarazione dei redditi.

Infine, l’approfondimento degli input investigativi emersi dall’attività coordinata dal Prefetto di Prato nell’ambito del Patto per la sicurezza, ha consentito di scoprire, all’interno di due pronto-moda cinesi ubicati nell’area industriale del Macrolotto di Prato – grazie alle ricerche documentali effettuate nei locali aziendali – oltre 130.000 euro in contanti ben occultati, che confermano l’abituale utilizzo di questo strumento di pagamento da parte di molte imprese cinesi le quali in tal modo, oltre a non lasciare traccia delle loro transazioni e sottrarre conseguentemente i proventi aziendali alla tassazione italiana, privano i tradizionali canali bancari di importanti risorse da poter ridistribuire nel circuito finanziario del territorio.

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