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La mer, la fin...

venerdì 27 febbraio 2009

Prato. Economia. Contro uno squalo

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MV

da la Nazione del 27/02/09
Truffa, artigiani uniti contro il lanificio che non paga i debiti
SI SONO UNITI per dare battaglia al truffatore tessile. Ieri pomeriggio, si è tenuto, in un’impresa del distretto, l’incontro tra una trentina di lavorazioni (filature, tessiture, orditure, roccature, rifinizioni e centri rammendo) compresi i loro legali per mettere a punto un piano con le azioni, anche giudiziarie, da intraprendere e le precauzioni da prendere per evitare nuovi raggiri. «Dobbiamo difenderci — spiega uno dei terzisti truffati — da questo imprenditore che ha appena chiuso la manifattura tessile, si tratta di una srl, senza pagare gli artigiani, anzi affamandoli, poi si è spostato e ha riaperto i battenti da un’altra parte, nascosto da una fiduciaria». L’azienda in questione, specializzata in cardato, sorgeva nella zona industriale dietro la questura e dopo essere fallita lasciando scoperti per circa 3 milioni di euro, sarebbe «rinata» sotto altro nome, ma gestita di fatto dalla stessa persona e con le stesse modalità. Modalità ai limiti della legge che spesso sono sfociate in veri e propri taglieggiamenti. Ecco il modus operandi dell’imprenditore (già fallito in precedenza usando anche dei prestanome) che faceva scattare un meccanismo «diabolico» prima pagando puntuale e fornendo grosse quantità di materiale da lavorare che in tempo di crisi faceva gola ai vari artigiani che quindi diventavano ‘dipendenti’ dalla manifattura. Poi i pagamenti cessavano e iniziavano le minacce: ‘se non mi prepari subito questo tessuto non ti salderò il vecchio debito’. Ma non solo. Se le lamentele del terzista diventavano insistenti, l’uomo ricorreva ad altri, mettendoli in concorrenza oppure si inventava constestazioni sul materiale lavorato. E nonostante la Mercedes ultimo modello posteggiata davanti alla nuova ditta a Montemurlo, piangeva miseria spiegando di non avere più denaro. Infine, chi ha accettato di lavorare per la nuova società si è trovato di fronte a problemi fiscali e al rischio di essere accusato di imporre tariffe usuraie. La morale? Circa trenta artigiani avanzano crediti per 80mila, 70mila o 40mila per un totale di circa un milione e 500mila euro. Ma i creditori potrebbero essere ad oggi molti di più. L’uomo è stato denunciato ai carabinieri nei giorni scorsi per dissimulazione fraudolenta. E’ la prima volta che nel distretto, i terzisti si uniscono per denunciare e agire contro un debitore. «Vogliamo creare un precedente — dicono — perché non succeda di nuovo. Anche le srl e gli imprenditori fraudolenti devono rispondere. Ognuno di noi nel magazzino tessile ci ha messo non soltanto il proprio lavoro e propri soldi, ma anche i sogni, il futuro della famiglia e tutta la propria vita».
E.D.

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