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La mer, la fin...

lunedì 23 febbraio 2009

Base Usa di Vicenza. La tribù del Palladio

21/02/2009 fonte: Presidio Permanente
Approvato il progetto definitivo; gli indiani disotterrano le asce di guerra.



Hanno fatto la loro prima apparizione ieri pomeriggio, sulla rotatoria tra Via Ferrarin e V.le Dal Verme: sono gli indiani della tribù SiBlock, originari del territorio vicentino e resi celebri, negli Stati Uniti, per le doti creative di un proprio antenato, tale architetto Andrea Palladio.
Penna colorata in testa, vin brulè in pentola (una bevanda tipica della tribù), mattarelli e pentole al posto di archi e frecce: la tribù, che per decenni ha vissuto pacificamente nelle ampie praterie che si estendono dai colli berici alla prealpi, ha disotterrato l'ascia di guerra per respingere i pionieri militari che, guidati da Paolo Costa (indigeno del Veneto, ma fattosi guida dei conquistatori per qualche pepita d'oro), vorrebbero impossessarsi delle risorse del luogo, a partire dall'acqua di cui è ricco il sottosuolo vicentino. Proprio venerdì, infatti, il console statunitense Daniel Weygandt ha annunciato il piano definitivo per occupare un'altra fetta del territorio che i nativi abitano da molti secoli; una grande prateria verde situata a nord del villaggio indiano, al di sotto del quale scorre l'acqua della più grande falda del nord Italia. Un atto di colonizzazione che la tribù SiBlock ha ritenuto inaccettabile; per questo, lasciato il caldo focolare, gli indiani - che per due anni hanno chiesto ripetutamente che fosse rispettata la propria terra e la propria libertà - hanno occupato per alcune ore lo svincolo stradale consegnando alle prime diligenze in transito un avviso che suona da ultimatum: “il cantiere – si legge nel foglio – è illegale perché nessuna Valutazione d'Impatto Ambientale è stata realizzata”. Di conseguenza l'AltroComune – la forma di autogoverno condiviso della tribù vicentina – ha decretato il divieto al transito per questi mezzi. Nelle settimane passate, i colonizzatori avevano già dato mostra della propria potenza militare, facendo schierare centinaia di uomini armati di tutto punto dell'esercito fiancheggiatrice ai confini dell'area che il console vuol occupare. Ma, già due anni fa, la tribù dei SiBlock aveva realizzato, a nord di questo territorio, un grande “acchiappasogni” (uno strumento spesso associato agli indigeni del Nord America, particolarmente alle tribù Cheyenne e Lacota, che serviva a scacciare i sogni cattivi e a catturare quelli buoni) chiamato Presidio Permanente. E ora la tribù dei SiBlock è determinata a difendere il proprio sogno buono – quello di realizzare un parco della pace al Dal Molin – e scacciare quello cattivo, ovvero la realizzazione della base militare statunitense. L'apparizione di ieri, con tanto di penne e canti tribali, non sarà dunque l'ultima.

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