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La mer, la fin...

mercoledì 12 novembre 2008

Economia. Prato, per la Filtea ancora la crisi deve arrivare

Dell'intervista al segretario della FILTEA CGIL di Prato, Massimilano Brezzo, segnialiamo alcuni passaggi particolarmente significativi.
Una nota a margine: molto probabilmente dovremmo riprendere in mano anche il "dossier" sulla formazione professionale...
MV

da il Tirreno del 12/11/08
La crisi deve ancora arrivare

Allarme della Filtea: «Le imprese siano responsabili»
Brezzo: «Ma i soldi promessi dal Governo alla Regione dove sono?»
PRATO. «La crisi vera a Prato deve ancora arrivare». A dirlo chiaro, chiaro è Massimiliano Brezzo, segretario dei tessili della Cgil. E lo fa con la consapevolezza che non è il solo a pensarlo perché gli addetti ai lavori, da tempo, lo dicono e lo ripetono tra loro. Il motivo? «Nei prossimi mesi tutti i nodi verranno al pettine - commenta il sindacalista - e la crisi finanziaria andrà a stratificarsi su quella del tessile».
«Gli ordini sono sempre meno - entra nel dettaglio Brezzo - ed è sempre più difficile riscuoterli. Il ricorso al credito è sempre più difficile così come ottenere l’assicurazione sui crediti. I salari sono bassi, i consumi in diminuzione. E’ un circolo vizioso da cui sarà difficile uscire. A coloro che sono in cassa integrazione, in mobilità o che riscuotono l’indennità di disoccupazione si sommano tutti gli atipici che non rientrano nelle statistiche e che, senza ammortizzatori, diventano invisibili alla crisi. Ma ci sono anche loro a Prato, si sommano ai 10.000 posti di lavoro persi negli ultimi dieci anni, e non solo nel tessile, e la città ne sta risentendo. Aggiungo che nei prossimi mesi avremo un’accelerazione nelle riduzioni di personale e nelle cessazioni di aziende. Tutto questo per dire che se non abbiamo un’emergenza sociale e solo perché hanno retto i legami parentali e gli ammortizzatori sociali hanno fatto da cuscinetto».
Questo è il panorama. Nero. Terribile.
Di fronte a questo scenario, cosa si può fare? «Intanto - risponde il segretario della Filtea pratese - chiedere alle imprese quando riducono il personale di mantenere alto il senso di responsabilità e di avere la consapevolezza che trovare nuovi lavori è, e sarà, sempre più difficile».
Tradotto significa privilegiare le casse integrazioni e un livello di incentivi accettabile in modo da garantire una continuità di reddito più lunga possibile.
Ma non solo. «Oggi - continua Brezzo - la crisi sta andando avanti e c’è la consapevolezza da parte di tutti che questi ammortizzatori non sono più sufficienti. Servono ammortizzatori che consentano di aiutarci nel percorso, inevitabile, di riduzione della capacità produttiva. Senza un riposizionamento del distretto non ci potrà essere rilancio ma il nostro governo non può far finta che Prato non sia più importante dell’Alitalia per numero di addetti e per la ricchezza prodotta negli anni e quindi, anche per il tessile, servono ammortizzatori più solidi e formazione per aiutare i lavoratori a reinserirsi. Aggiungo che si deve tener conto dei contratti atipici: loro non hanno garanzie e ricordo che in Toscana la media di stabilizzazione in sei anni è stata del 50%, per intendersi su 10 lavoratori che hanno perso il lavoro solo 5 hanno ritrovato un posto stabile».
Il Governo ha però approvato il rifinanziamento per la cassa integrazione e sono arrivati in Toscana 2 milioni di euro per la cassa integrazione straordinaria in deroga? «A parole è vero. Abbiamo avuto rassicurazioni - risponde il sindacalista della Cgil - ma per adesso quei 2 milioni di euro non sono arrivati come promesso. E se non sono arrivati noi non possiamo spenderli e garantirli ai lavoratori delle aziende che stanno chiudendo in queste settimane».
Il.Re.

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