E, come spesso accade, è inevitabile l'inondazione di retorica, in questo caso forse più che in altri. Perché la vittoria di Barack Obama ha veramente dello storico: un afroamericano, per di più di sola seconda generazione, che stravince le elezioni in un paese in piena crisi, economica e sociale.
Il rischio è però quello di non vedere cosa c'è dietro a questa apparente realizzazione del mito dell'american dream.
Intanto, per molti versi Obama è l'esempio massimo della sconfitta del multiculturalismo: è l'esempio del perfetto integrato in una "upper class" che accetta solo chi si uniforma negli stili e nei comportamenti. È l'outsider che, per diventare qualcuno, ha comunque accettato lo schema politico vigente, non mettendone sostanzialmente in discussione nemmeno una virgola.
Per questo, la riflessione sulla vittoria di Obama dovrebbe, per essere sincera, spogliarsi degli aspetti più folkloristici, ed allargarsi alla struttura del sistema politico americano.
Un sistema che penalizza qualsiasi forma di vero dissenso, impedendo - più di altri sistemi, forse - l'emersione di alternative credibili al duopolio/monopolio dei due "partiti". Perché, in realtà, alle elezioni si presentano ben più di due candidati, ma è praticamente impossibile per loro (tranne avendo a disposizione ingenti capitali personali) anche solo riuscire a superare quello che si può definire un vero e proprio ostracismo - costruito su una fitta rete di interessi economici e sociali che "informa" anche il sistema massmediatico.
E' la storia, in questi giorni, dei candidati "inesistenti" nei circuiti comunicativi globali... quelli dell'elenco qui sotto...
Complete Presidential Ballot (CBS NEWS)
PARTY | CANDIDATE | V% | VOTES |
D | Barack Obama | 53% | 64,043,290 |
R | John McCain | 46% | 56,497,501 |
I | Ralph Nader | 1% | 660,661 |
LB | Bob Barr | 0% | 490,659 |
I | Chuck Baldwin | 0% | 175,720 |
GR | Cynthia McKinney | 0% | 143,612 |
AI | Alan Keyes | 0% | 35,108 |
LT | Ron Paul | 0% | 19,852 |
SX | Gloria La Riva | 0% | 7,583 |
SW | Roger Calero | 0% | 7,184 |
SU | Brian Moore | 0% | 6,393 |
ND | None Of These Candidates | 0% | 6,251 |
I | Richard Duncan | 0% | 3,677 |
SW | James Harris | 0% | 2,431 |
BT | Charles Jay | 0% | 2,311 |
N | John Joseph Polachek | 0% | 1,223 |
Italianamente, potremmo citare il Manzoni per ognuno di questi Carneade d'oltreoceano. Chi erano costoro? candidati indipendenti, di sinistra, di destra, ecologisti... Di sicuro, nessuno di questi godeva dell'appoggio delle grandi lobby che finanziano le campagne elettorali dei due grandi collettori di voti.
Quindi, prima di gioire, esultare, gridare al risveglio della democrazia ed altre amenità del genere, aspettiamo Obama alla prova dei fatti.
Perché, è bene ricordarlo, per molti aspetti le amministrazioni che si sono succedute non si sono differenziate poi molto l'una dall'altra. La dottrina dell'interventismo umanitario, ad esempio, ha origine sotto la presidenza Clinton, e la guerra nel Kosovo (illuminanti, in proposito, gli scritti del filosofo del diritto Danilo Zolo, da "Cosmopolis" a "Chi dice umanità"). E potremmo continuare a lungo...
Insomma, ancora c'è da vedere bene cosa "si può fare"...
Kritias
per Municipio Verde
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