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La mer, la fin...

martedì 10 febbraio 2009

Prato. Economia: senza una visione strategica

Chiedere oggi - in piena crisi economica - una visione strategica nel delineare anche soluzioni legate strettamente all'emergenza può sembrare contraddittorio. Eppure, è angosciante vedere come a una serie di palliativi, quelli proposti dal governo, si risponda con altrettanti palliativi - piccole boccate di ossigeno sicuramente utili per il brevissimo termine -che non affrontano però alla radice quei problemi strutturali del tessile che si trascinano da anni.
MV

da la Nazione del 10/02/09
‘Contoterzisti, provvedimenti urgenti’

Le controproposte anti crisi di Giacomelli e Lulli: otto punti in Parlamento
COME I TESSITORI non mollavano (quasi) mai lo stanzone, così l’accoppiata dei parlamentari Giacomelli & Lulli, non molla la battaglia per (ri)dare fiato al distretto.
Nelle controproposte al pacchetto anticrisi varato dall’esecutivo che oggi il governo ’ombra’ di Veltroni presenta ci sono otto punti che affondano le radici a Prato «e che possono dare qualche speranza immediata alle nostre piccole imprese e ai lavoratori così messi in ginocchio» dicono all’unisono i due deputati.
Tra i punti del documento ne emergono alcuni che potrebbero davvero dare una piccola significativa svolta a breve termine: «Noi pensiamo per i contoterzisti artigiani nei distretti industriali alla sospensione dei pagamenti delle rate dei debiti bancari per i prossimi otto-dieci mesi con copertura degli interessi da parte dello Stato, alla condizione del mantenimento degli occupati». Farà breccia tra la maggioranza questo grido d’allarme? «Bisogna essere consapevoli che la tenuta dei distretti è fondamentale per far ripartire l’economia- continuano i parlamentari - il caso Prato deve meritare attenzione come la crisi dell’auto e la vicenda Alitalia». Le preoccupazioni di Lulli e Giacomelli sono tante anche perché «la norma sui distretti introdotta nel decreto del governo è priva di copertura finanziaria e presenta problemi di gestione burocratica complessi perché deve essere raggiunta un’intesa tra l’insieme delle imprese con un carico fiscale da distribuirsi fra loro che se realizzato senza adeguata copertura può rivelarsi una strumento di pressione fiscale».
Tra le richieste una scontata, ma quanto mai fondamentale: il rifinanziamento degli strumenti di sostegno al reddito per tutti i lavoratori di tutti i settori compresi i precari.
Possibilità di accordo bipartisan? Due su tutte le controproposte: il superamento del limite del patto di stabilità per gli enti locali «al fine di favorire la ripresa degli investimenti più urgenti» e il venti per cento dell’Irpef ai territori.
Nel documento del Pd, che sarà tradotto in una serie di emendamenti in Parlamento, si richiede anche l’aumento delle detrazioni fiscali per pensionati e lavoratori dipendenti. E ancora la sospensione per il 2009 e 2010 del limite di deducibilità degli interessi passivi per le imprese («Sostanzialmente si abbatte il limite del recupero degli interessi passivi sulle tasse superando il tetto del trenta per cento favorendo così un minor costo e una liquidità immediata alla aziende in modo da facilitare il sostegno all’occupazione»); l’innalzamento da trentamila a settantamila euro l’anno «per l’opzione del forfettone, con l’aggiunta di 45mila euro per gli investimenti in pro rata per lavoro autonomo e artigiani». Attenzione alle fonti energetiche rinnovabili ma soprattutto al credito d’imposta: si propone l’introduzione per l’abbattimento del 50 per cento degli oneri finanziari sui maggiori investimenti fatti nel periodo 2006-2008.

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