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La mer, la fin...

domenica 8 febbraio 2009

Scuola. Albino Bernardini.

da l'Unità:



Le "Bacchette di Lula" e la maestra Gelmini
07-02-2009
Albino Bernardini è il famoso maestro di «Un anno a Pietralata». Sardo, di Siniscola in provincia di Nuoro, oggi ha 91 anni e vive a Bagni di Tivoli nelle vicinanze di Roma. Nel 1969 ha scritto il romanzo-denuncia le «Bacchette di Lula», intensa e lucida testimonianza dei metodi d’insegnamento adottati nel piccolo paese della Barbagia dove, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si era fatto le ossa di maestro e pedagogo. Metodi duri: le «bacchette», appunto, cioè le punizioni corporali. Oggi – quarant’anni dopo, Albino Bernardini torna a scrivere di Lula. Lo fa su sollecitazione del sindaco e delle maestre del paese. Non c’è più la terribile «mastra Ballena», c’è la maestra Gelmini.
Lula è sempre Lula. Per chi non lo sapesse, in questo paese della Barbagia di Nuoro, sito alle falde del Montalbo, vi è qualcosa che non cambia mai, il suo orgoglio e la sua fierezza. Quando andai ad insegnare nel lontano 1950 le cose erano diverse perché trovai le aule della scuola sparpagliate nel paese. La mia era una stalla convertita in scuola, allora non c’era ancora il caseggiato scolastico, i bambini erano intimoriti per la paura delle bacchettate, abituati così dal vecchio insegnante.
C’era anche la «Mastra Ballena» che imperava e dettava legge su tutto. Insegnava con dei metodi che è poco chiamare medievali. Un certo Ballone mi disse un giorno in piazza Gazzina: «Ho sofferto più a scuola che in carcere!». Cominciai a contrastarla con l’aiuto di tutta la popolazione e combatterla con tutti i mezzi e alla fine ne uscì sconfitta.
Oggi le cose sono cambiate nel senso che al mio posto c’è tutto un popolo che combatte capeggiato dal primo cittadino Gavino Porcu e dalla sua aiutante Elvira. Perché? Cosa è capitato? È capitato che al governo c’è il ministro della Pubblica Istruzione, una certa Gelmini, che per risparmiare dei soldi li toglie all’educazione. E come li toglie? Accorpando in un certo senso le classi. Ma non si tratta di accorparle nello stesso paese bensì in un paese vicino. È il caso di Lula, che per sua disgrazia è proprio vicino a Bitti, per cui le verrebbe tolta ogni autonomia. Questa è la prima volta che Lula si è venuta a trovare unita e compatta. Da diversi giorni sono in agitazione perché vogliono essere loro a decidere.
Facciamo un esempio per essere più chiari. Ammettiamo che si voglia prendere l’iniziativa di dover andare in un paese vicino o lontano che sia. Nel caso di oggi lo fanno benissimo, purché siano loro a decidere. Nel caso inverso dovrebbero chiedere l’autorizzazione al Provveditorato oppure rivolersi alla direzione che non è più a Lula ma a Bitti. Come si può notare, una totale perdita dell’autonomia. E questo la popolazione di Lula non lo può nel modo più assoluto tollerare. Per una questione di bilancio nazionale, con una decisione presa da altri, viene revocata, non solo a Lula ma a tutti i piccoli centri della Sardegna e dell’intero Paese, l’autonomia a decidere. In questo modo a Lula si torna indietro esattamente come al tempo di «Mastra Ballena». Non sarà il caso di chiamarla «Rivoluzione Gelmini-Ballena»?

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