Prato. Economia: una Fortuna di impresa

Tra aziende che muoiono e imprese ex novo che aprono... un'altro caso emblematico del distretto pratese!
MV

da il Tirreno del 18/03/09
Una società sulle ceneri di Sonia Fortuna
L’amministratore è Fabrini, i dipendenti senza stipendio accusano le banche
Il legale della Cgil trova ostacoli a far eseguire pignoramenti e decreti ingiuntivi
di Paolo Nencioni
PRATO. Mentre una nuova società nasce sulle ceneri della Sopasa in liquidazione, proprietaria del marchio Sonia Fortuna, i dipendenti dell’azienda morente attendono da oltre sei mesi lo stipendio e lottano contro l’ostruzionismo di alcune banche, che a loro volta, per lucrare sulla valuta, aspettano la richiesta di concordato preventivo per allontanare il giorno in cui dovranno versare i soldi che renderebbero meno amara la vita di tanti operai.
E’ una situazione delicata e a suo modo emblematica della crisi in cui si dibatte il tessile quella che stanno vivendo i poco meno di 50 dipendenti “superstiti” della Sopasa di viale Montegrappa. A gennaio Salvatore Lisciandro, presidente della Sopasa, ha informato i dipendenti che la società era stata messa in liquidazione e che l’amministratore delegato Fabio Dei era stato nominato liquidatore. Un esito prevedibile, tenuto conto che i dipendenti non riscuotevano già da settembre. Ciò nonostante hanno continuato ad andare al lavoro, un po’ per prendere le briciole, un po’ per maturare crediti.
L’intervento del sindacato ha fatto riscuotere a ciascun lavoratore mille euro a fine novembre, poi è stato firmato un accordo per la mobilità, che ha fruttato altri 1.300 euro a testa (un anticipo sulla buonuscita di circa 6.000 euro). A fine febbraio sono arrivate le lettere di mobilità e l’ultimo dipendente se ne andrà entro il 31 marzo.
Nel frattempo l’avvocato Sergio Lalli, che assiste i dipendenti per conto della Cgil, ha ottenuto una serie di decreti ingiuntivi e pignoramenti presso terzi, alcuni clienti verso cui Sopasa vanta crediti e una dozzina di banche. L’importo totale dei decreti ingiuntivi è vicino ai 300.000 euro. Sono gli stipendi e la tredicesima che i dipendenti aspettano ormai da mesi, ma recuperarli non sarà facile. Un paio di banche, riferisce il legale, la tirano per le lunghe, hanno chiesto tempo nonostante i provvedimenti siano immediatamente esecutivi e che portino la data del 2 marzo.
Il problema è che la Sopasa potrebbe presentare una richiesta di concordato preventivo nel giro di qualche giorno. Se i soldi degli operai non saranno recuperati prima di quella data, il rischio è che i tempi si allunghino. Più che un rischio è una certezza. I soldi rimarrebbero bloccati nei conti correnti, mentre c’è gente che li aspetta come un assetato davanti a un’oasi del deserto. E tutto per lucrare poche migliaia di euro sul deposito.
L’unità di intenti del distretto, il fare squadra tanto invocato alla recente manifestazione in difesa del tessile andrebbe misurato anche su certi comportamenti.
Intanto è spuntato un altro soggetto nella vicenda. Si tratta della società Mo.Fi.Tex, una srl le cui quote sono detenute da Renzo Molon (90%) e Marina Bertin (10%), due signor nessuno a Prato, confezionisti in provincia di Padova, ma il cui amministratore è ben conosciuto in città. Si tratta di Fabrizio Fabrini, ex direttore dell’Unione industriale e segretario generale della Fondazione CariPrato. La Mo.Vi.Tex ha sede allo stesso indirizzo della Sopasa e si candida a rilevare il marchio di Sonia Fortuna per far ripartire la produzione. Secondo alcune voci, la Mo.Vi.Tex potrebbe riassorbire una quindicina di ex dipendenti di Sopasa. Qualcosa di più chiaro si dovrebbe sapere la prossima settimana. E nel frattempo i dipendenti di Sopasa continuano a lavorare gratis, forse sperando di rientrare in quei quindici.