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La mer, la fin...

domenica 8 marzo 2009

Prato. Squali: l'Unione Industriali consiglia il DURC

Positivo il fatto che l'Unione Industriali "consigli" ai propri aderenti di richiedere ai terzisti il Documento di Regolarità Contributiva, cosa che peraltro poteva essere fatta tranquillamente anche prima. Rimane il problema che chi da squalo si comportava prima, da squalo continuerà a comportarsi - continuando a chiedere prezzi stracciati che i terzisti totalmente in regola non potranno praticare - mancando qualsiasi tipo di sanzione...
MV

da il Tirreno del 08/03/09
«Diamo lavoro solo a chi paga i contributi»
L’Unione consiglia di richiedere ai terzisti la certificazione Durc Il presidente Marini «Sappiamo che non è una scelta esaustiva ma è facile da applicare»

PRATO. Il Durc, il documento unico di regolarità contributiva, entrerà anche nella filiera tessile pratese. Direttamente dal settore edile, dov’è utilizzato in caso di appalto per certificare che si è in regola con i pagamenti Inps, Inail (e nel caso specifico con la Cassa edile), potrà essere richiesto anche dai committenti ai terzisti. O questo almeno è il consiglio che dà ai propri associati l’Unione industriale pratese. Un primo passo per “premiare” le aziende virtuose e penalizzare quelle che riescono a fare prezzi bassissimi ma eludendo gli oneri da pagare.
Il tema della responsabilità solidale e dell’esigenza di privilegiare le aziende che lavorano rispettando le regole è ormai al centro del dibattito del distretto da mesi.
Da una parte c’è chi invoca l’estensione della legge Biagi (quando prevede la responsabilità in solido del committente in caso di mancati pagamenti dei contributi) anche al settore tessile, dall’altra c’è chi ritiene che questa applicazione sia ingiusta perché nel settore predominante a Prato non si può parlare di vero e proprio subappalto.
Un’impostazione che divide i titolare delle imprese pratesi che invece, per la stragrande maggioranza, sono concordi nel pensare che chi sta minando il settore con una concorrenza sleale - pratesi o cinesi che siano - vada isolato.
La scelta di ricorrere all’utilizzo del Durc è quindi una mediazione portata avanti all’interno degli organismi dell’associazione degli industriali dopo che si è appurato che un documento da far sottoscrivere ai terzisti (e su cui l’Unione ha lavorato per qualche settimana) fosse difficilmente applicabile.
La linea, consigliata dall’Unione, di utilizzare il documento nato per l’edilizia non pone la parola fine alla concorrenza delle aziende non virtuose ma apre, se sarà seguita dagli associati, una strada verso il rispetto delle regole. E’ sull’argomento che nei giorni scorsi c’è stato un proficuo dibattito nella sezione dei produttori di tessuto che, di fatto, hanno il coltello dalla parte del manico: saranno loro infatti a poter decidere se negare o meno una commessa a quei terzisti che non mostreranno la certificazione.
A confermare l’indirizzo dell’Unione è il presidente Riccardo Marini. «Sì è vero - risponde il presidente - la raccomandazione dell’associazione è quella di utilizzare il Durc. Sappiamo che non si tratta di una soluzione esaustiva ma per la responsabilità solidale richiesta principalmente dalla sezione dei filatori c’è la legge ma non il decreto attuativo. Il Durc è secondo noi la soluzione più vicina e più facilmente applicabile».
Sulla responsabilità solidale del resto ancora ci sono molte ombre. «Abbiamo chiesto vari pareri - riferisce Marini - ma il risultato è che, di fatto, non è possibile stabilire come la legge Biagi possa essere applicata. Abbiamo chiesto un parere anche al Ministero ma per ora non abbiamo ricevuto risposta e quindi partiamo dal documento unico di regolarità contributiva».
Ora la palla passa ai committenti. Saranno loro a decidere se il consiglio dell’Unione diventerà prassi del distretto.
Ilenia Reali

2 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

ci sono delle aziende a prato(committenti)che prima di chiedere il durc agli artigiani dovrebbere
pagare gli arretrati di oltre 10 anni di mancato aumento dei prezzi ai terzisti e che l'unione industriali invece di dare consigli ai loro iscritti farebbe bene a controllare se rispettono le regole delle tariffe..invece e sempre la solita storia...addosso al povero artigiano che deve pagare le poltrone e le ville agli industriali ed alle associazioni e che deve essere sempre in regola..guai se non ha pagato i contributi...già..come mai?forse perchè è più di 10 anni che il padrone fà la voce grossa"se ti và bene è così altrimenti chiamo un'altro"e l'unione industriali dov'è ?ma naturalmente a spargere buoni consigli"fatevi dare il durc altrimenti l'inps può rifarsi con voi.."come si dice...diamo buoni consigli perchè non possiamo dare il cattivo esempio!