TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 25 gennaio 2009

Prato verso le amministrative. Abati, un "mezzogiorno di fuoco"

Su Carlesi ecologista e turista per caso, abbiamo già scritto...
Ma colpiscono oggi le dichiarazioni di Abati, che potrebbero essere degne di un Milone o del prossimo - se ci sarà mai - candidato del centrodestra: ecco allora Abati in versione nuovo sceriffo, con il "rispetto delle regole ad ogni costo", "controlli serrati" per "ristabilire l'ordine in città", ed ovviamente con l'ennesima sparata sulle aziende straniere (che dovrebbero pagare preventivamente tasse e tariffe che quelle italiane pagherebbero nei tempi normali) e l'immigrazione, che non si può ridurre ma che si potrebbe "bloccare".
A questo punto, aspettiamo solo la sfida a colpi di revolver stile "Mezzogiorno di fuoco" tra i due aspiranti sceriffi, Abati e Milone
.
Ed in fondo, visto che il PDL è alla disperata ricerca di un povero cristo da sacrificare alla prossima tornata elettorale, potrebbe vagliare l'idea di sostenere la candidatura del "sopravvissuto" a questo nanesco (politicamente parlando) scontro. In fondo, come abbiamo fatto notare più volte, le differenze sono veramente poche.

Il Sorcio Verde
per Municipio Verde

da la Nazione del 25/01/09

Abati & Carlesi: sfida aperta I ‘leit motiv’? Immigrati e crisi
E NTRA sempre più nel vivo la sfida fra Paolo Abati e Massimo Carlesi per la candidatura a sindaco, l’unica vera alle primarie del 15 febbraio. Intervengono ogni giorno sui più svariati temi, organizzano serate e incontri, alla ricerca di consensi. Ieri Abati ha parlato di illegalità, Carlesi di aiuti alle famiglie. I temi più caldi, i problemi più sentiti. Ecco in sintesi cos’hanno detto.

«LA SICUREZZA tanto sbandierata dal governo — ha detto Abati — non trova riscontro nella realtà: l’unica persona che parlava cinese in questura è stata trasferita con le conseguenze che ognuno può facilmente immaginare. C’è qualcosa che non quadra». Il candidato sindaco attacca così il governo: «Dico sempre che a parlare devono essere i fatti e solo quelli — ha aggiunto —, ciò che è avvenuto in questura è un fatto. La questura chiede la collaborazione del Comune per trovare un interprete tra quelli che collaborano con gli uffici pubblici, e l’amministrazione comunale cercherà di fare la sua parte anche questa volta. Davanti a certe scelte del ministero e dopo le tante parole spese dal centrodestra sulla sicurezza, tutti dobbiamo indignarci e riflettere». Inoltre, durante un incontro con i giovani in via Filicaia, Abati ha parlato di nuovo di immigrazione. «Sono per un’azione incisiva — ha detto —, per il rispetto delle regole ad ogni costo, per controlli serrati che ristabiliscano ordine in questa città. Vigili urbani nelle nostre strade per far sì che tutti abbiano comportamenti corretti. Dovremo mettere in piedi strumenti che consentano di incamerare preventivamente tasse e tariffe dalle aziende straniere. Il fenomeno dell’immigrazione — ha concluso — non può essere ridotto, chi c’è continuerà ad esserci, ma nuovi accessi dovranno essere bloccati».

L’AVVERSARIO Carlesi, invece, propone il sostegno del Comune ai gruppi d’acquisto solidale, per permettere alle famiglie di fronteggiare la crisi e il carovita. «Uno dei problemi dei gruppi d’acquisto — ha detto — è di carattere logistico. Spesso non sanno dove stoccare le merci e neppure dove ritrovarsi. Il Comune non ha spazi ma, ma se diventerò sindaco, mi accorderò con circoli e parrocchie per mettere a disposizione tanti spazi che al momento sono inutilizzati». Chi metterà a disposizione i locali vedrà riconoscersi lo sforzo da parte del Comune. Nessuna spesa, invece, per i gruppi. «Il Comune — ha aggiunto — sarà a disposizione, con i suoi mezzi, l’informatica e i suoi uomini, per campagne di comunicazione e di visibilità, in modo tale da rendere sempre più numerosi i gruppi e i loro aderenti. Il sostegno convinto ai gruppi d’acquisto solidale e piccoli atti concreti da parte del Comune possono rendere meno dura la vita delle famiglie in tempi di crisi. Non solo: permetteranno di prendere sul serio l’idea di “filiera corta”, a vantaggio di prezzi, genuinità e produttori locali. Senza contare che — ha concluso —, in tutto questo, il Parco agricolo della piana assumerà una sua rilevanza, offrendo anche opportunità di lavoro».

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