TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

lunedì 26 gennaio 2009

Messaggio nella bottiglia. La coppa di Douris e la crisi del sistema produttivo.

Una lettera al Tirreno di Prato 26.01.'09
mv


Bisogna guardare oltre il tessile per creare lavoro
Valorizziamo il patrimonio culturale, a partire dalla coppa di Douris


Sono trascorsi 14 mesi da quando l'azienda dove lavoravo, una multinazionale che acquistava i tessuti da ogni parte del mondo, moltissimi da Prato, per poi produrre il capo confezionato per la grande distribuzione in Oriente, mi ha licenziata. La mia esperienza nel tessile è iniziata 25 anni fa in un lanificio di Prato e, passo dopo passo, è arrivata a questa grande azienda internazionale, che mi dava, così pensavo allora, sicurezza e soddisfazione lavorativa. Purtroppo oggi non è più così, insieme a me è stato licenziato tutto lo staff e la grande azienda ha spostato i suoi interessi verso altre mete, dove la manodopera è più a buon mercato. In questi mesi ho cercato una collocazione, anche in altri settori, ma avendo un'età vicino ai 50 anni probabilmente rientro in quella categoria di persone per cui trovare un lavoro che mi permetta di vivere dignitosamente è sempre più difficile. Le istituzioni per prime, dovrebbero cercare di aiutarci a trovare un percorso riqualificante e con sbocchi lavorativi. Vedo che i nostri organi amministrativi tentennano nel prendere decisioni che favoriscono i processi lavorativi, o, magari se prendono una decisione, questa ricalca sempre scelte già collaudate. Ho letto l'iniziativa del "grande evento", riguardante l'esposizione promossa dalla Provincia dei tessuti provenienti dall'Hermitage di San Pietroburgo. Oggi più che mai, si ricalca sempre e solo la strada del tessile. Possibile che si viva ancora come se fossimo "all'età della pezza"? Perché si deve per forza puntare tutto sul tessile che oramai è declinato? Prato è sulla strada di Manchester: si ridurrà soltanto a un distretto di poche aziende tessili specializzate. C'è bisogno di guardare oltre, di reinventarsi, di rimettersi in gioco. I pratesi sono bravi imprenditori e troveranno altri settori ma le istituzioni devono collaborare ed aiutarli a trovare nuove risorse. Per esempio, valorizzare il patrimonio storico, aprendolo al turismo. Il mondo ha fame di cultura e se ben organizzata e mostrata potrebbe rappresentare una grande risorsa per il futuro. Tra le le testimonianze presenti sul nostro territorio ci sono anche i reperti etruschi trovati durante gli scavi dell'Interporto di Gonfienti. Fra questi è emersa una coppa, una ceramica attica a figure rosse di poco più di 30 cm di diametro, attribuita al famoso artista greco Douris, tanto celebre nella sua epoca (dal 500 al 480 avanti Cristo) da poter essere paragonato al nostro Leonardo. La conferma che questo reperto è prezioso è nel fatto che l'ispettrice della soprintendenza ha portato via la coppa mettendola in sicurezza nei locali della Soprintendenza. Capolavori simili sono rari e per trovare qualche altro esemplare di Douris dobbiamo andare ai Musei Vaticani. Si potrebbe valorizzare questo esemplare, organizzando un convegno internazionale. Abbiamo in casa una "Gioconda" e non sappiamo sfruttarla per creare ricchezza e lavoro. Perchè le istituzioni non prendono iniziative? Eppure basterebbe guardare Cortona, dove con qualche anfora, cratere, buccheri, ma non certo del valore venale ed artistico della famosa coppa di Douris, hanno organizzato una mostra, inserita in un contesto di studio, coinvolgendo l'Università canadese di Alberta. Non si potrebbero invitare studiosi ed archeologi da tutto il mondo per far leggere la tanto citata coppa, magari facendoci spiegare con delle ipotesi perchè è stata trovata proprio a Prato? Da persona concreta alle prossime elezioni voterò quel candidato a sindaco che si prende l'impegno di fare queste cose, che sia utile per la città e che, al tempo stesso, offra possibilità di lavoro a noi cinquantenni e ai nostri figli.
Alessandra Gori

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